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Ora legale 2025: tutto quello che c’è da sapere su cambio orario, risparmi e polemiche

L’ultimo fine settimana di marzo segna il ritorno dell’ora legale in Italia. Nella notte tra sabato 29 e domenica 30 marzo 2025, alle 2 di notte, le lancette degli orologi dovranno essere spostate avanti di un’ora. Questo significa giornate più lunghe fino alla fine di ottobre, con un tramonto posticipato e un’ora di luce in più nelle ore serali.

Per chi utilizza orologi analogici o dispositivi digitali non smart, sarà necessario aggiornare manualmente l’orario. Al contrario, smartphone, computer e dispositivi elettronici moderni si aggiorneranno automaticamente. È comunque consigliabile verificare che il cambio sia avvenuto correttamente.

Vantaggi e svantaggi del cambio d’orario

Il passaggio all’ora legale comporta un’ora di sonno in meno, ma in cambio offre il vantaggio di giornate apparentemente più lunghe. Questo aspetto ha portato molti esperti a sostenere l’adozione dell’ora legale per tutto l’anno. Il pediatra Italo Farnetani, ad esempio, ha sottolineato gli effetti positivi della luce sull’organismo, sostenendo che la sua estensione nelle ore pomeridiane favorisca il benessere psicofisico.


Tuttavia, non mancano le critiche. Il cambio di orario può causare alterazioni del ritmo circadiano, con sintomi come stanchezza, difficoltà di concentrazione e lievi disturbi del sonno. Alcuni studi hanno persino evidenziato un leggero aumento degli infarti nei giorni successivi al passaggio all’ora legale.

Le origini dell’ora legale: da Franklin a Willett

L’idea dell’ora legale risale al XVIII secolo, quando Benjamin Franklin, uno dei padri fondatori degli Stati Uniti, propose un sistema per ridurre il consumo di candele sfruttando meglio la luce solare. Nel suo saggio “Un progetto economico per diminuire il costo della luce” (1784), Franklin suggerì di incentivare la popolazione a svegliarsi prima attraverso imposte sulle persiane e campane mattutine.

Tuttavia, l’ora legale divenne realtà solo nel 1907, quando l’inglese William Willett rilanciò l’idea al Parlamento britannico. Durante la Prima Guerra Mondiale, la necessità di risparmiare energia portò alla sua adozione in vari Paesi, inclusa l’Italia. Dopo diverse interruzioni, dal 1996 l’ora legale è stata stabilizzata in tutta l’Unione Europea.

Un futuro incerto: l’Europa vuole abolirla?

Negli ultimi anni si è discusso dell’eliminazione dell’ora legale. Alcuni Paesi del Nord Europa, dove il cambio orario non comporta benefici significativi, hanno spinto per la sua abolizione. La Commissione Europea aveva avviato il processo di eliminazione nel 2018, ma la mancanza di un accordo tra gli Stati membri ha bloccato l’iniziativa.

L’Italia e altri Paesi del Mediterraneo, invece, traggono vantaggi concreti in termini di risparmio energetico, riducendo il consumo di elettricità nei mesi estivi. Secondo Terna, il passaggio all’ora legale permette di risparmiare 340 milioni di kWh all’anno, equivalenti al consumo medio annuo di 130.000 famiglie, con un risparmio economico di oltre 75 milioni di euro.

Chi ha già eliminato l’ora legale?

Non tutti i Paesi utilizzano il cambio orario. Islanda, Russia, Bielorussia e Turchia hanno deciso di abolire l’ora legale, mentre negli Stati Uniti e in Canada alcuni Stati la adottano e altri no. In Sud America, Brasile e Argentina hanno eliminato il sistema, mentre Cile, Paraguay e Uruguay lo mantengono.

In Africa, solo l’Egitto usa l’ora legale, mentre in Asia e Oceania è diffusa solo in alcune aree dell’Australia sud-orientale. Il resto del mondo non adotta il cambio orario, ritenendolo poco utile o inefficace per i propri ritmi di vita e consumo.

Quanto si risparmia davvero con l’ora legale?

I dati di Terna confermano che il sistema elettrico italiano beneficia del cambio orario, con una riduzione del consumo di 340 milioni di kWh annui. Tuttavia, in termini percentuali, il risparmio è solo dello 0,108% rispetto al consumo totale di energia.

Nonostante l’impatto limitato sui costi energetici, il minor utilizzo di elettricità riduce l’emissione di CO2, evitando la dispersione di 160.000 tonnellate di anidride carbonica nell’atmosfera. Questo aspetto viene spesso considerato un ulteriore incentivo a mantenere l’ora legale.

Salute e benessere: pro e contro dell’ora legale

Se da un lato il cambio di orario favorisce risparmio energetico e maggiore esposizione alla luce solare, dall’altro può avere effetti negativi sull’organismo. Secondo la Società Italiana di Medicina Ambientale (SIMA), il passaggio da ora solare a ora legale altera il ritmo circadiano, influenzando la pressione arteriosa e il battito cardiaco.

Uno studio dell’Università di Stoccolma ha rilevato un aumento del 4% di attacchi cardiaci nella settimana successiva al cambio d’orario. Alcuni esperti suggeriscono quindi di stabilire l’ora legale permanente, per evitare sbalzi biologici e garantire un miglior adattamento dell’organismo.

Il dibattito sul futuro dell’ora legale

Secondo un sondaggio europeo del 2018, l’84% dei cittadini si è espresso contro il cambio d’orario, con una percentuale del 66% in Italia. Anche negli Stati Uniti, un’indagine Gallup ha rivelato che il 48% degli intervistati preferirebbe mantenere l’ora solare tutto l’anno, mentre solo il 19% è favorevole all’attuale sistema.

Nonostante il forte dibattito, la situazione rimane in stallo. Mentre alcuni Paesi spingono per l’eliminazione dell’ora legale, altri ne difendono i benefici economici e ambientali. Il futuro del cambio orario resta quindi incerto, in attesa di una decisione condivisa a livello internazionale.

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