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Palermo, 34 infortuni tra lesioni e ricadute: nella prossima stagione serve la ‘svolta’

Gli infortuni sono stati uno dei principali problemi del Palermo in questa stagione. Si sono registrati 34 stop, tra lesioni muscolari e ricadute: un numero importante per una squadra che può vantare strutture e staff di prim’ordine. Tra le riflessioni che vanno fatte in vista del prossimo campionato c’è anche quella che riguarda questo aspetto, serve una ‘svolta’ se si vuole essere competitivi al 100%.

Salvatore Orifici, sulle pagine del Giornale di Sicilia, analizza la situazione, sottolineando come la stagione del Palermo sia stata caratterizzata da diversi infortuni, anche pesanti. Lucioni è stato fermo quasi due mesi, la sua assenza si è fatta sentire nella fase centrale del campionato. Gli ultimi a infortunarsi sono stati Ceccaroni e Desplanches, costretti a saltare la finale di ritorno col Venezia.

Colpisce la ripetitività degli infortuni (spesso agli stessi muscoli) e l’importante numero di lesioni muscolari: tra adduttori, flessori e soleo sono state ben 19. La società dovrà quindi fare una riflessioni profonde: è stato un problema di preparazione fisica sbagliata? Il lavoro settimanale era gestito male? Oppure c’entrano i campi di Torretta, ancora troppo ‘duri’?


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14 thoughts on “Palermo, 34 infortuni tra lesioni e ricadute: nella prossima stagione serve la ‘svolta’

    1. Prendano esempio da Zeman, lui il vero preparatore nelle sue squadre, a far saltare a piedi uniti i gradoni dello stadio o la corsa con il peso legato alla vita.

        1. Non hai mai sentito il detto popolare perché, evidentemente, non ti sei mai premurato di leggere, come fanno tutti i veri palermitani, “Il Giorno della Civetta” di Leonardo Sciascia. La tua impreparazione su ogni campo dello scibile umano, calcio compreso, suscita quasi tenerezza.

        2. Non hai mai sentito il detto popolare perché, evidentemente, non ti sei mai premurato di leggere, come fanno tutti i veri palermitani, “Il Giorno della Civetta” di Leonardo Sciascia. La tua impreparazione su ogni campo dello scibile umano, calcio compreso, suscita tenerezza.

  1. I preparatori hanno completamente sbagliato la preparazione, da ottobre in avanti il Palermo nel secondo tempo camminava, e gli altri correvano

  2. Lo staff medico va rivoluzionato, non è possibile che ogni infortunato venga inghiottito in un buco nero da cui non esce prima di mesi!!!

  3. Bravissimo. Le arrostute rimangono sempre sullo stomaco. Per conferma chiedere a Corini, A&F,
    e Rosanero. Tutta gente che conosce il lato
    oscuro delle fiddazze ri carni ra rieci chila.

  4. Eppure il calcio è una cosa semplice. Se vuoi vincere, DEVI CORRERE di più degli altri. Ci vuole tanto a capirlo?

    Basta fare una preparazione atletica incentrata su questo aspetto, sintetizzata di seguito:

    1) Giocatori di movimento che devono acquisire una resistenza a “regime” non inferiore a 70′ minuti, differenziata per ruoli: i difensori devono acquisirla a ritmo medio/alto, i giocatori di spinta (laterali/ale) a ritmo alto, i centrocampisti e le punte centrali medio/alto, le seconde punte alto.

    2) in base al peso e al rapporto massa grassa/massa magra di ciascuno, prevedere dei piani atletici annuali che consentano all’organismo di gestire bene le fasi di down (fisiologiche) e che anzi possano prevederle. Di norma, un atleta ha una fase di down dopo 2 mesi circa dal raggiungimento del top di forma. La fase di down è variabile e può durare anche 20 giorni. Poi il corpo riprende a salire fino al suo punto di picco. Bene, bisogna gestire queste transizioni, anche tramite accorgimenti tattici ad hoc (esempio, se un Lund è in fase calante immaginare degli schemi tattici che prediligano più copertura e meno spinta offensiva, nell’arco di una singola partita).

    Ripeto, il calcio è una cosa semplice… eppure… certuni, pagati fior di milioni, hanno fallito miseramente!

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