Palermo in balia delle onde, si naviga a vista
Il bollettino meteo non è incoraggiante. Il mare è in tempesta e la nave Palermo è sballottata dalle onde. L’unica cosa certa, adesso, è che la squadra è iscritta al prossimo campionato di serie B e che finalmente questa settimana comincia il ritiro precampionato a Bad, in Austria, e forse si tornerà a parlare di calcio giocato. Scopriremo Bruno Tedino all’opera, studieremo il suo presumibile 4–3–3. Ma le buone notizie si fermano qui.
Guardiamoci negli occhi: tutto quello che è successo negli ultimi tempi a Palermo non lascia tranquilli per il futuro. L’ipotesi del fallimento, adombrata da qualcuno, non mi sembra così imminente. Almeno per quest’anno, il Palermo ha i soldi necessari: fra paracadute, bonus per la cessione di Dybala alla Juventus e altre cessioni (Pezzella, Gonzalez e forse Lo Faso) entreranno in cassa più di 35 milioni che serviranno a coprire qualche debito e a portare avanti il calciomercato. Ma nel frattempo l’indagine che riguarda Zamparini, corredata da ipotesi di reato tutt’altro che leggere, fa capire che il futuro del Palermo si giocherà non soltanto sul campo di calcio ma anche su altri terreni. E chissà quanto tempo ci vorrà per fare chiarezza su una vicenda intricata che vede molti indagati.
Non abbiamo fatto in tempo a dimenticare Baccaglini che si ripropone un’altra ipotesi di cessione societaria, questa volta a Frank Cascio. Sarà la volta buona? Non c’è nessun segnale che induca all’ottimismo. Cascio è stato “scartato” l’anno scorso da Zamparini perché non avrebbe offerto le necessarie garanzie bancarie. Le parole dolci che i due si sono scambiate in questi ultimi giorni ricordano troppo facilmente quelle tra lo stesso Zamparini e Baccaglini. Insomma, non scommetterei più di tanto su questa ipotesi. Nel frattempo, il Palermo è ancora senza un vero presidente: ma tanto, direte voi giustamente, a che serve un presidente se comanda sempre Zamparini?
E poi c’è la squadra. Nel calcio italiano del terzo millennio, purtroppo, c’è la brutta abitudine di partire in ritiro ai primi di luglio e di chiudere il mercato a fine agosto. Cioè, vanno in ritiro un bel po’ di giocatori che quasi certamente non ci saranno più a fine agosto. Che senso ha? Tutte le domande, adesso, sono lecite: Diamanti sarà la stella o è uno scarto come ha detto Zamparini? Sarà davvero ancora Posavec il portiere della rinascita? Nestorovski verrà ceduto per esigenze di bilancio o sarà validamente affiancato sperando nei suoi gol? I deludenti (finora) Chochev e Jajalo saranno i leader del centrocampo o faranno i gregari di gente di maggiore qualità?
Più in generale, la squadra che parte mercoledì è davvero, anche vagamente, quella che voleva Tedino? A parte Ingegneri (difensore) e Coronado (trequartista fantasista) sono rimasti in maglia rosanero tanti giocatori dello scorso fallimentare campionato, probabilmente sfiduciati e demotivati. Alcuni potranno essere utili alla causa ma crediamo che per puntare alla promozione servano tanti innesti di peso nei ruoli strategici. Nemmeno qui, insomma, sarei pronto a scommettere più di tanto.
In merito alla formazione della squadra, che ritengo essere la cosa più importante, la migliore soluzione è il connubio tra esperienza e giovane voglia di mettersi in mostra. In tal senso il Palermo ha già all’interno del suo organico entrambe le cose. Giocatori di esperienza come Andelkovic e Cionek in difesa, affiancati dal nuovo che avanza il giovane centrale del Pordenone, sarebbero già una garanzia…perchè farli andare via non rinnovando un contratto che penso non essere faraonico? Già una congrua cifra, come detto sopra, esiste perche dover vendere Lo Faso (visto che non si sa cosa fare di Diamanti che invece proprio per la sua esperienza, classe e disponibilità ,soprattutto, potrebbe essere l’arma in più e che arma!!) o dover non prendere in considerazione Bentivegna di cui già conosciamo i pregi che sono validissimi per la B? Penso che già all’interno il Palermo, se non lascia partire Rispoli e Nestorosky, ha un buon nucleo su cui inserire qualche innesto valido per la categoria (come Coronado, benissimo!!)
L’errore di fondo, su cui si insiste da anni e non da ieri, è continuare a parlare di calcio in una situazione in cui quest’ultimo col Palermo non c’entra più nulla. Un film già scritto e che va sui grandi schermi episodio dopo episodio, in cui l’attore protagonista è il denaro, l’antieroe il buco in bilancio, i cartellini dei giocatori sono le armi con cui contrastare la voragine economica che si allarga minuto dopo minuto ed il calcio giocato si osserva, distrattamente, nei titoli di coda. Quando sembra tutto finito ecco poi il colpo di scena: un nuovo e più terrificante buco in bilancio si prospetta all’orizzonte, ma se ne parlerà solo nel successivo episodio della saga.
Il calcio a Palermo è finito, da anni non da ieri (l’ho già scritto?), ciò che resta è una società amministrata malissimo da un unico azionista, cui piace recitare il gioco dell’eccentrico al limite del pazzoide (il che è solo una recita, appunto), sulle cronache dei principali tabloid per vicende non certo edificanti come mancate cessioni o pseudo cessioni, contraddizioni a catena, operazioni di mercato al limite della barzelletta, ultimamente anche per qualche piccolo problema con la giustizia ordinaria.
Parlare di calcio, a mio avviso, significa provare a dare normalità ad una situazione che non merita più, da anni e non da ieri (sì, penso di averlo già scritto) di essere considerata normale. Poi ognuno faccia come meglio crede.
Templare ha perfettamente ragione…