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Palermo-Bari, quanti “doppi ex”: da Floriano a Cassani, da Brienza a Glik

Il Palermo ha sfornato talenti illustri come Dybala, Cavani e Pastore e dal Bari sono usciti campioni come Bonucci, Boban e Cassano. Le due formazioni si sfideranno domani in una gara fondamentale per la classifica e il futuro: in ballo un passo fondamentale per la promozione in B per due piazze calde e importanti che non solo hanno illuminato la carriera di alcuni geni del pallone, ma hanno anche condiviso giocatori che, per un motivo o per un altro, sono rimasti impressi nell’immaginario collettivo delle due città. Sia in positivo che in negativo.

I doppi ex si sprecano: ci sono Fabio Daprelà, Marco Pisano e Massimo Donati. C’è anche Kamil Glik. A Palermo non giocò praticamente mai (4 presenze in Europa League) ma divenne bandiera di Monacò e Torino. O Andrea Raggi che ha preceduto Glik nell’avventura francese con Les Rouges et Blancs e scritto pagine indelebili da capitano vincendo un campionato top come la Ligue 1 (161 presente e 8 reti in 7 anni); Moris Carrozzieri, invece, proprio nelle giovanili del Bari ha mosso i primi passi, senza però essere preso in considerazione dai “grandi” per la consacrazione definitiva. In Sicilia, avrebbe poi lasciato il cuore, come ricorda spesso sui social.

Molti che hanno fatto la storia del club rosanero hanno praticamente concluso la loro carriera in biancorosso. Tra questi, nomi amati come quello dell’ex difensore Leandro Rinaudo, attuale responsabile del settore giovanile del Palermo che ha giocato a Bari nel 2015 e ha lasciato il calcio nel 2016, dopo una piccolissima parentesi al Vicenza in B; o Brienza, uno sfavillante passato con le sue 217 presenze e 35 reti nella doppia esperienza in viale del Fante (tra il 2000 e il 2008 e nella stagione 2012-2013). Ha infine contribuito alla promozione del Bari dalla Serie D alla Serie C prima di appendere le scarpe al chiodo. Indimenticabile anche Mattia Cassani: 161 presenze dal 2016 al 2011 e quel gol al Barbera nei minuti finali contro la Juventus di Buffon con un sinistro (non il suo piede) al volo. Una fiaba… rosa della buona notte.


Curiosa la storia di Davide Lanzafame: arrivato in Sicilia con clamore dopo l’esperienza da urlo con i pugliesi (il nuovo “Cristiano Ronaldo”, si diceva) deluse le attese. Aveva permesso all’allora formazione di Conte di restare in B da protagonista con 10 reti in 37 presenze. Nell’undici di Colantuono/Ballardini solo 9 apparizioni e nessun gol, poi il ritorno in Puglia. Era un momento difficile per lasciare il segno, scandito dalla cessione di Amauri che sceglieva di vestire la maglia della Juventus per dare una svolta alla carriera.

E chi ricorda Edgar Álvarez? Primo calciatore honduregno della storia della società rosanero. Arrivò dal club biancorosso dopo 4 reti in 66 presenze nel massimo campionato, firmando un biennale. Giocò soltanto con Devis Mangia ma complice l’esonero del tecnico, il rendimento a zero e un infortunio, scese in campo solo 8 volte senza timbrare mai il cartellino. Poi ci sono Denis Godeas, uno dei tre calciatori ad aver giocato e segnato almeno un goal dalla A alla Terza Categoria, e Alessandro Gazzi. Il centrocampista passò da Bari due volte, totalizzando 239 apparizioni in totale. Alla corte di viale del Fante solo 27, poi 4 anni all’Alessandria dove ha dato l’addio entrando direttamente nello staff piemontese. Ma anche George Puscas, ora al Reading, e Lores Varela attualmente tra le fila del Siena.

Di ex rosa ancora presenti nello spogliatoio di Mignani ci sono Mazzotta, Di Gennaro, Bolzoni (fuori lista) e Terranova. Infine, più recenti, Ferdinando Sforzini e Roberto Floriano. Soprattutto il fantasista è stato acquistato in D da Castagnini direttamente dal Bari con cui aveva ottenuto la Serie C nella stagione 2018-2019. Ha totalizzato 13 gol e 8 assist in 41 presenze. Uno dei fautori della promozione, insomma, prima sedotto e poi abbandonato. Da qui un risentimento mai nascosto per la decisione della società che domenica può trasformare in benzina direttamente al Barbera – avendone l’occasione -, diventando l’arma in più di Giacomo Filippi in una sfida in cui si immischiano quattro colori: rosa, rosso, nero e bianco.

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