Palermo, un passo nel futuro: ma il presente è ancora tutto da scrivere
L’aggettivo ‘storica’ è il più adatto per descrivere la giornata dell’inaugurazione del nuovo centro sportivo. Il Palermo, per la prima volta nei 124 anni d’esistenza, ha una ‘casa’ propria per allenarsi, senza più il bisogno di doversi rivolgere a strutture esterne. Si tratta di un asset fondamentale per il futuro del club e il primo vero ‘mattone’ tangibile dell’esperienza di City Group in Sicilia.
Palermo, centro sportivo piccolo ma funzionale
Non sarà il centro sportivo più grande e moderno d’Europa, ma la struttura di Torretta ha tutto quello che serve a una squadra di calcio. In una terra che va al rallentatore non è banale parlare di momento storico, lo testimoniano l’attenzione e la cura con le quali il Palermo ha preparato il doppio evento, tra stadio e PCFA (Palermo City Football Academy, è questa la denominazione ufficiale). Al “Barbera” una parata di leggende rosanero (Pastore, Amauri, Migliaccio, Simplicio…) ha accompagnato i tifosi presenti fino al taglio del nastro, mentre al centro sportivo erano presenti istituzioni del mondo calcistico, come Gravina, e della politica, come Schifani e Lagalla, oltre a esponenti del CFG come Galassi e Marwood.
Il centro sportivo di Torretta è piccolo ma funzionale. Nulla è lasciato al caso, colpisce la cura di ogni dettaglio, e qua si vede il know-how del City Group. Gli spazi interni sono minimal e moderni, tutti colorati di rosanero, i campi ben curati. Il filo conduttore è quello dell’appartenenza: sono tanti i richiami alla storia del Palermo e le frasi motivazionali, quasi a far capire ai giocatori che non si è in un club qualsiasi. Il contesto è molto suggestivo, tra gli storici ulivi e la natura che circonda la struttura. E questo è soltanto il primo step.
Il centro sportivo sarà ampliato
Con l’inaugurazione si completa la fase 1 del progetto. L’intenzione della società è quella di ampliare il centro sportivo: il club ha un’opzione per un terreno adiacente, più grande di quello attuale, e nel prossimo futuro si comincerà ad avanzare con la fase 2. Al momento, infatti, la struttura può essere utilizzata soltanto dalla prima squadra (ci sono due campi regolamentari) o comunque le giovanili non possono allenarsi se ci sono già i ‘grandi’. City Group però non ha fretta in tal senso: ancora non ci sono tempistiche certe. Da risolvere anche la ‘grana’ del campo comunale, l’impianto che doveva servire come ‘stadio’ per le partite della Primavera e della squadra femminile: i lavori, di competenza del comune di Torretta, sono fermi, l’area è in stato d’abbandono.
Palermo, il presente è tutto da scrivere
Se il futuro del Palermo sembra ‘blindato’ – grazie agli investimenti e alla progettualità di City Group – lo stesso non si può dire del presente, indecifrabile e tutto da scrivere. La settimana appena trascorsa è stata una delle più complicate, con l’esonero di Eugenio Corini e l’arrivo di Michele Mignani, che ha avuto solo due giorni per preparare la gara contro la Sampdoria. Alla fine è arrivato un pareggio dopo un match molto equilibrato ma è chiaro che si è vista poco la ‘mano’ del nuovo allenatore. Due le novità più interessanti: l’atteggiamento in fase di non possesso, col baricentro più basso e una squadra compatta, e le due punte.
La coppia formata da Brunori e Mancuso ha funzionato. Il capitano è stato bravo a ‘venire incontro’, giocando più con i compagni, mentre il 7 rosanero ha attaccato benissimo la profondità, dando più volte la possibilità ai compagni di alzare il baricentro (che in fase di non possesso era più basso). Una specie di ‘spoiler’ di quello che si vedrà quando Mignani varerà il ‘suo’ 4-3-1-2. In questo senso risulteranno fondamentali il rientro di Ranocchia, il perfetto trequartista, e Vasic, che potrebbe rilanciarsi in questa posizione di campo.
La squadra ha avuto la reazione tipica dopo il cambio d’allenatore ma è sembrata ancora convalescente. Lo stesso Mignani, nel post-Samp, ha ammesso che i giocatori si sono tolti delle paure di dosso nel corso della partita, giocando meglio nel secondo tempo e arrivando vicino alla vittoria. Piccoli passi in avanti che vanno confermati, ma ora bisogna crescere: il tecnico avrà una settimana di lavoro piena per proporre altri concetti e col Cosenza sarà il primo vero banco di prova.
Ma un commento sull’assenza (immagino non invitato) di Corini all’inaugurazione del Centro? Giusta, opportuna? Nemmeno una parola. Secondo me sarebbe stata una bella cosa perché, al di là di un pò di imbarazzo, avrebbe consentito di ritrovare l’affetto per il Corini giocatore – capitano – condottiero della storica promozione del 2004 e degli anni successivi. Pazienza per come è andata come allenatore posto che il primo anno ha centrato l’obiettivo mentre nel secondo si è incaponito con delle idee e non ha saputo dare la sveglia al momento giusto. Però la fascia da capitano sulla maglia numero 5 che tira una gran punizione all’Inter rimane, così come i tanti assist a Toni, la grinta e tutto il resto
Arrere a Mondello per un supplemento ai suoi due anni di vacanze dorate? Ma lascialo a Bagnolo Mella. Grazie