Palermo, Corini: “Ogni partita qui è una bomba atomica, ma rimango”
Un Eugenio Corini furioso presentatosi in quella che potrebbe anche essere l’ultima conferenza stampa pre-partita sulla panchina del suo Palermo. L’allenatore rosanero oggi ha voluto parlare più da tifoso che da addetto ai lavori, al termine di una settimana caldissima, ma non ancora conclusa , dove è anche stato messo in discussione. Uno sfogo quello dell’ex 5 rosanero al quale non è andato giù il pensiero del presidente. “Ho pensato al rischio esonero – dice Corini presso la sala stampa del “Tenente Onorato- ci sono critiche soggettive e oggettive, ma non accetto critiche strumentali autolesionistiche. Oggettivamente non mi aspettavo di essere messo in discussione perché ci sono stati miglioramenti. Poi non so perché non sia stato esonerato ma ci ho pensato anch’io a fare delle scelte. Quando scegli questo mestiere sai di poter andare via anche dopo una partita. Ho sempre pensato che senza un principio è complicato ripartire. Per quanto accaduto forse era giusto andare a casa. Poi ho pensato a chi lavora qui e a chi ama il Palermo. Mi è arrivato il pieno sostegno della città e ho preferito continuare“.
Corini continua a parlare della sua situazione, ma anche di quella della sua squadra:” Voglio parlare da tifoso, da persona che ama il Palermo. Se non si esce dal limbo diventa complicato giudicare un progetto, anche con Guardiola o Mourinho. Non voglio essere strumentalizzato. Sono sempre me stesso quando parlo, ma non capisco l’utilità di creare un disagio. Ho preso una squadra col morale sotto i tacchi, dopo Firenze era complicato fare anche solo un passaggio da quattro metri. Non si può dire che in ogni partita si rischia di andare a casa. La dialettica interna è fondamentale. Senza uscire da questo limbo non conta niente”.
“I miei giocatori- continua- mi seguono e la gente apprezza lo sforzo. È vero, faremo di tutto per fare risultato perché lo meritano i tifosi e i ragazzi. Ma se non è apprezzabile vederne 20mila dopo sette sconfitte di fila, allora cosa lo è? Io resterei qui vent’anni, anche mettendomi in discussione, ma con una dialettica stabile. Io rimango qua, ma ogni partita a Palermo è una bomba atomica. Mica ci possiamo chiedere cosa succede ogni tre minuti, qui è sempre Hiroshima. Sono stati fatti sei punti in dodici partite e da quando sono venuto ci sono stati punti e miglioramenti significativi. Se non si capisce da dove siamo partiti tutto diventa difficile”.
Terminato lo sfogo si concentra sulla sua squadra e su come affronterà i prossimi avversari, ma anche su arrivi e cessioni: “Sto pensando alla difesa a quattro, se usarla dall’inizio o a partita in corso. Silva? Ha qualità ma ha anche caratteristiche che avevamo già in rosa, le nostre esigenze erano sostituire Rajkovic, poi a centrocampo Bouy è andato via e Hiljemark è sul mercato queste erano le esigenze. Chi segue la squadra in trasferta è ancor piu da apprezzare, con l’impegno e la dignità. 19 partite non ci permettono di arrenderci”.
Poi spiega i suoi rapporti con Zamparini e con i rappresentanti della società: “Col presidente ho parlato ieri sera dello sviluppo, poi sul mercato c’è uno scambio continuo con Simic. C’erano delle esigenze dopo la partita col Pescara e non sono state soddisfatte. Se arriva qualcuno, deve arrivare uno che migliori la situazione. Rajkovic e Hiljemark sarebbero due titolari, qui serve gente che aumenti il tasso qualitativo e di esperienza. Con la società si parla, ma non faccio io le trattative. I referenti sul mercato sono il presidente e Simic. Mai conosciuto Curkovic, mentre Foschi è un amico. Col presidente ieri i toni erano sereni, ma capita anche di non avere le stesse vedute”.
“Non puoi smettere di credere in un obiettivo con così tante partite. Solo la matematica può condannarci. Guardate quante partite sono finite 4-3 partendo dal 3-1 come accaduto a noi. Se non ci credi, quella partita finisce 6-1, non possiamo arrenderci. Nestorovski è importante, si allena veramente forte. Ha un calo psicofisico, ora bisogna crescere. Sicuramente è anche stanco, adesso sta crescendo e conto molto su di lui. Quaison è un titolare. Mi aspetto che continui a dare il proprio contributo qui. La squadra ci crede e me lo dimostra in campo ogni giorno, sarebbe bello fare qualche allenamento a porte aperte per farlo vedere anche ai tifosi”.