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Palermo, contano solo i risultati. Per il bel gioco ne parliamo più in là

FOTO PEPE / PUGLIA

Oggi ho deciso di scrivere “seriamente” di calcio, da cronista del pallone, almeno di provarci, non so se ancora mi riesce bene. E dico subito: applausi. Tanti e scroscianti per l’SSD Palermo campione d’inverno, grazie alla vittoria di misura e su rigore del redivivo Ricciardo, con un turno d’anticipo rispetto alla conclusione del girone d’andata.

Applausi per una serie di motivi. Il primo: porta bene, di solito le squadre di calcio che sono in testa alla classifica al cosiddetto “giro di boa” vincono il campionato o hanno comunque ottime probabilità di farcela. Il secondo: nonostante questa squadra, per storia, blasone e importanza, come abbiamo detto tante volte è condannata a vincere, non era affatto detto che ci riuscisse, né lo è ancora. Nata dalle ceneri di un disastro calcistico digerito malissimo, è naturale, dalla città e dalla tifoseria di Palermo, nata per giunta in pochissimo tempo e arrivata all’inizio del campionato con una preparazione q.b, quanto basta, non certo la migliore possibile, la formazione allenata da Rosario Pergolizzi ha avuto un rendimento altissimo in termini di risultati e di punti, perdendone fino ad oggi, quando manca soltanto la sfida casalinga con il forte Troina per completare le 17 del girone d’andata, soltanto otto dell’intera dotazione a disposizione, 40 su 48, bottino assai soddisfacente.

Ho parlato di risultati e di punti, che è quello che conta e basta. Alla nuova società presieduta da Daniele Mirri interessa soltanto vincere il campionato, in tutti i modi, di riffa o di raffa: cosa che, salvo disastri, sembra assolutamente a portata di piede per Martin e compagni. Non ho parlato di qualità del gioco perché trovo francamente ipocrita affrontare il ragionamento sull’SSD Palermo su questo piano: sia perché di gioco, essendo abituati ad altre categorie, in linea generale non potevamo aspettarci granché dalla Serie D e granché non abbiamo visto, sia perché i rosanero, tranne in un paio di occasioni, non è che ne abbiano fatto vedere moltissimo.


Se invece parliamo di gioco produttivo ai fini del risultato, gli uomini di Pergolizzi hanno sbagliato solo due partite e mezzo, quella di Palmi. Le altre due, purtroppo, contro le avversarie rivelatesi finora più forti, cioè Savoia e Acireale, entrambe meritatamente vittoriose allo stadio Barbera. Per il resto, rendimento formidabile in trasferta, dove la capolista ha costruito e consolidato il primato, con sette vittorie su otto partite e una difesa di ferro, solo un gol subito, anzi un clamoroso autogol, roba da super primato.

Non condivido quando leggo che le due squadre corsare alla Favorita sono più forti dei rosanero: se lo fossero, sarebbero avanti  in classifica e invece sono ben dietro, costrette sempre a inseguire. Hanno indovinato la grande partita in casa della prima della classe dove non hanno rubato nulla, grazie anche alle prove assolutamente non all’altezza, in entrambi i casi, dell’SSD Palermo. I conti tornano.

La classifica che vede i rosanero campioni d’inverno dice anche un’altra cosa, già a questo punto del tutto evidente: solo due squadre possono ambire a vincere il campionato, l’SSD Palermo e il Savoia di Torre Annunziata, distanziato di cinque punti, che non sono pochi ma non garantiscono affatto la certezza di farcela. Le altre sono staccate di dodici punti, a meno di un vero e proprio tracollo, non riusciranno più a raggiungere la capolista.

Paradossalmente, visto il rendimento esterno di Ricciardo e compagnia, il fatto di dovere giocare la sfida di ritorno in Campania se le cose restano come sono adesso potrebbe favorire la capolista; ma l’esperienza ci insegna che questi sono discorsi di caffè, che lasciano il tempo che trovano. Il vantaggio, che a un certo punto sembrava enorme e rassicurante, oggi obiettivamente non lo è più e l’SSD Palermo dovrà tenere altissima la concentrazione, l’impegno, la determinazione. Bastano un paio di passi falsi per vanificare tutto quello che di buono e di produttivo si è fatto finora.

A cominciare dalle delicatissima partita prenatalizia con il Troina, da vincere non soltanto per tenere a distanza il finora piuttosto fortunato Savoia, ma anche per una fondamentale ragione psicologica: ricacciare il fantasma di una squadra che finora ha fallito fra le mura amiche, davanti al proprio grande pubblico da Serie A, gli appuntamenti più importanti. Insomma, per dirla con il solito luogo comune, evitare che si consolidi l’idea decisamente iettatrice di un problema “Barbera” per chi del Barbera avrebbe dovuto fare una roccaforte inespugnabile.

E allora, forza Palermo. Serve uno stadio pieno di tifo e tanta voglia di grandi applausi. E poi, visti gli infortuni davvero importanti, servono un paio di buoni rinforzi per l’attacco. Speriamo ci siano la volontà e i piccioli.

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2 thoughts on “Palermo, contano solo i risultati. Per il bel gioco ne parliamo più in là

  1. Il gioco del calcio è parecchio semplice, ma noi tendiamo a complicarlo. Abbiamo una squadra forte, con giocatori più forti delle altre concorrenti, ma ahimè questo non basta.. Bisogna pure giocare a pallone perché altrimenti 5 punti svaniranno come neve al sole. Intendiamoci nessuno pretende che il palermo giochi come il Barcellona o come il Milan di Sacchi…. però chiedere che non ci si limiti a felici che dribli tutta la squadra avversaria o che ricciardo faccia il golletto di rapina..,.non mi pare una richiesta eccessiva. Chiedere che si facciano 5 passaggi di fila, non limitarsi al lancio lungo di 50 metri sperando che Ricciardo spizzichi il pallone non mi pare chiedere troppo..Stiamo solo chiedendo che il palermo abbia un gioco di squadra, non il bel gioco fine a se stesso, che giochi da squadra per l’ appunto. Fino ad ora non l’ ha fatto, o meglio l’ha fatto in modo assolutamente deficitario e solo in alcune partite. Siamo avanti solo perché il nostro livello tecnico è superiore alle altre, ma Savoia ed Acireale pur se inferiori, ci hanno dimostrato negli scontri diretti che il singolo non basta per vincere le partite, occorre pure l’ organizzazione in campo.

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