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Palermo, da ‘campioni’ a ‘brocchi’ in soli tre giorni: manca equilibrio

Di nuovo sulle montagne russe, come in tutto il campionato. Il pareggio contro la Cremonese e la sconfitta con la Ternana hanno sconquassato il Palermo e tutto l’ambiente rosanero: si è passati dall’esaltazione alla depressione nel giro di pochi giorni. Il tonfo nella gara di martedì sera è stato pesante soprattutto perché Brunori e compagni, alla fine del primo tempo con la Cremonese, avevano toccato con mano il punto più alto della stagione: da lì si è verificato un crollo (quasi) verticale.

Il Palermo ‘dura’ troppo poco

Difficile spiegare un calo così netto nell’arco dei novanta minuti. Derubricare il tutto soltanto come un problema di condizione atletica sarebbe una semplificazione troppo ‘leggera’, anche perché senza avere dati alla mano risulta difficile dare un giudizio tranciante. Il Palermo, con la Cremonese, ha sbagliato l’approccio nel secondo tempo e ha fatto tanta fatica a riprendersi dal punto di vista mentale. Le occasioni per vincere la gara – nonostante la superiorità numerica – sono infatti arrivate soltanto nei minuti finali.

L’amaro pareggio contro la Cremonese – che nonostante i rimpianti poteva comunque essere accettato perché ottenuto su un campo difficile – ha inevitabilmente avuto ripercussioni sulla gara con la Ternana. Il Palermo ha approcciato bene la gara, trascinato dai dribbling di Traorè e dalle invenzioni di Brunori, ma è anche vero che la squadra ha condotto la partita con troppa frenesia, senza il giusto equilibrio, tant’è che la squadra di Breda – passata indenne la ‘sfuriata’ rosa – ha trovato spazi per fare male. L’inizio del secondo tempo è stato più lineare, il match si è equilibrato, ma il gol dell’1 – 2 (che scaturisce da un errore individuale) ha tagliato le gambe e il morale agli uomini di Corini, nonostante ci fosse mezz’ora per recuperare.


Palermo ‘piccolo’ con le ‘piccole’

Il Palermo ha un problema oggettivo contro le squadre di bassa classifica. I rosa soffrono quando devono impostare la gara e gli spazi sono chiusi. Nelle partite contro le attuali ultime otto della graduatoria, sui 30 punti disponibili la squadra di Corini ne ha conquistati 17: lo score è di cinque vittorie, due pareggi e tre sconfitte. Un bottino troppo magro per una compagine che ambisce alla promozione diretta in Serie A.

Quest’incostanza sta penalizzando il cammino del Palermo. È come se non si riuscisse a trovare un equilibrio, né dal punto di vista tattico né da quello mentale, anche quando la strada imboccata sembrava quella giusta. Si passa da ‘campioni’ a ‘brocchi’ con troppa facilità, anche nei giudizi dell’ambiente.

Dall’esaltazione alla depressione totale

È comprensibile la delusione per la mancata vittoria con la Cremonese (considerando il doppio vantaggio e la superiorità numerica). È ancora più comprensibile l’arrabbiatura per la sconfitta con la Ternana, arrivata dopo uno dei secondi tempi peggiori della stagione (che ha ricordato le sconfitte casalinghe contro Cittadella e Catanzaro). È meno comprensibile il repentino switch dall’esaltazione alla depressione totale.

La gara di martedì sera ha rivitalizzato il “partito degli anticoriniani”, che da un mese aveva affievolito il tono dei commenti nei confronti di un allenatore tanto amato da calciatore quanto discusso da tecnico. E così, puntuale come un Freccia Rossa, i social sono tornati a essere bombardati da critiche talvolta anche eccessive che comunque hanno toccato anche i giocatori. È fuori di dubbio che Eugenio Corini non è esente da colpe. La gestione delle ultime due gare ha lasciato molto a desiderare – sia nelle scelte iniziali che con i cambi – ma la squadra, compresi i giocatori subentrati nella ripresa, ha più di una colpa da farsi perdonare.

I tormentoni degli ‘anticoriniani’

Sui social sono tornati i ‘tormentoni’ che accompagnano la squadra sin dal primo giorno. “Il Palermo è senza gioco“, quando il problema è l’opposto: l’idea di un calcio aggressivo e verticale è talmente chiara e definita che i rosa non riescono a trovare un equilibrio e faticano quando c’è da approntare un piano B (come contro la Ternana).

Il Palermo ha una rosa fortissima ma allenata male“. Almeno da questo punto di vista è da premiare la coerenza dei commentatori: quando la squadra vince, il merito è dei giocatori e della società che ha rinforzato l’organico con Ranocchia e Diakité; quando si perde, la colpa è sempre di Corini.

Il secondo posto ormai è irraggiungibile“. Fare previsioni in questa Serie B è veramente un azzardo, il campionato va avanti per micro-cicli: la Cremonese, prima della vittoria con la Samp, veniva da tre pareggi di fila; il Como ha perso male a Palermo, ma con una vittoria e un pari si è rimesso in carreggiata; il Venezia tra dicembre e inizio febbraio ha perso quattro partite, ma è ancora lì; al contrario, il Cittadella è passato da squadra più in forma a quella peggiore; il Brescia non sa più vincere…

La situazione si è maledettamente complicata e le giornate che mancano sono solo undici. C’è ancora spazio per i sogni? Assolutamente sì ma manca equilibrio, alla squadra e all’ambiente. Il Palermo è questo: una compagine potenzialmente forte che però non è in grado di ‘chiudere”‘le gare e che nell’arco della stessa partita mostra molte facce diverse. I giocatori rosa non erano ‘campioni’ prima e non sono ‘brocchi’ ora. Ma siamo vicini al rettilineo finale e non è il momento di mollare nemmeno un centimetro.

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