Palermo-Empoli, al “Barbera” vince l’equilibrio
Può uno 0-0 essere sinonimo di spettacolo e divertimento? La risposta è affermativa se si osserva il film della partita Palermo-Empoli valida per la sesta giornata di ritorno. Non ci sono stati né vincitori né vinti in una gara che, pur non avendo regalato le emozioni dei gol, è stata comunque uno spot per il calcio “confezionato” da due squadre con una mentalità offensiva. Al “Barbera”, davanti a più di 22 mila spettatori (record stagionale di presenze complice la politica di sconti promossa dal club di viale del Fante), ha vinto l’equilibrio tra due formazioni che hanno giocato per vincere affrontandosi senza particolari tatticismi. E il “prodotto” finale è stato godibile. Il pari rispecchia l’andamento di un match in cui i rosanero e i toscani si sono divisi in pratica i due tempi (a tinte rosanero la prima frazione di gioco mentre nella ripresa è uscito l’Empoli con le sue geometrie e le sua organizzazione di gioco). Non cambia nulla, in ogni caso, nella tabella di marcia della compagine di Iachini. Il punto, ottenuto contro un Empoli che finora ha dato del filo da torcere a molte squadre, consente ai rosanero di proseguire la propria imbattibilità interna (che dura ormai da dieci partite) e di aggiungere un altro mattoncino al proprio edificio costruito per la salvezza ma, classifica alla mano, con vista sul panorama europeo.
Diversi i punti di contatto tra le due neopromosse Palermo ed Empoli, le due squadre del campionato nelle quali probabilmente spicca di più la mano dei rispettivi allenatori. Giuseppe Iachini e Maurizio Sarri, espressione di un calcio in cui ritrova grande dignità la classica “gavetta” necessaria per imporsi a certi livelli attraverso dei passaggi graduali. E gli effetti si vedono in campo: le due squadre sono la proiezione di due progetti simili, costruiti all’insegna della continuità facendo leva su due timonieri in grado di dare alle proprie squadre una precisa fisionomia.
E nel caso di Iachini anche di modellare la propria creatura a seconda delle circostanze. Il tecnico rosanero, infatti, spiazza gli addetti ai lavori e contrariamente alle indicazioni emerse durante la settimana, rinuncia alla difesa a quattro proposta contro il Napoli confermando il modulo con la linea difensiva a tre (3-5-1-1). Qualche sorpresa anche in merito alla scelta degli interpreti: in difesa torna Vitiello e a centrocampo viene riproposto Jajalo in cabina di regia al posto di Maresca, reduce da un infortunio. Il croato è il perno centrale di una cerniera a tre completata da Rigoni (rispolverato come mezzala destra complice il forfait di Bolzoni) e Chochev, sostituto dello squalificato Barreto.
La partita rispetta le attese della vigilia: fin dalla prima porzione del match le due squadre si affrontano a viso aperto dando vita a fasi di gioco interessanti. Nel contesto di due formazioni che fanno della forza del collettivo la principale prerogativa si esaltano i singoli, in evidenza con la loro qualità. Brilla, in particolare, la luce dei solisti rosanero: Dybala, minaccioso nelle battute iniziali dell’incontro in un paio di circostanze, e Vazquez vicinissimo al gol all’11’ con un sinistro da fuori area che centra in pieno la traversa. “El Mudo”, ormai abbonato ai legni in questa stagione, nei primi 45 minuti è stato l’ispiratore della manovra offensiva e con la sua imprevedibilità ha tenuto in costante apprensione la difesa biancoazzurra sollecitata spesso dalle iniziative di un Palermo brillante ma sfortunato. Lo spettacolo, comunque, è garantito anche dall’atteggiamento dei toscani. Gli uomini di Sarri lasciano spazi ma non rinunciano mai al gioco, proiettati in avanti alla ricerca del varco giusto tra le maglie della difesa avversaria. Il campanello d’allarme in area rosanero era scattato alla mezzora del primo tempo ma lo ha spento con bravura Sorrentino opponendosi di istinto alle conclusioni ravvicinate di Maccarone, servito da Saponara, e Tavano.
Ai punti, prendendo in prestito la terminologia della boxe, i padroni di casa avrebbero meritato il gol soprattutto per il volume di gioco sviluppato nel primo segmento della gara. I rosa, supportati sull’out destro da Rispoli subentrato al 36’ all’infortunato Morganella (costretto ad uscire per una contusione al ginocchio destro) e dal 60’ con Terzi al posto di Gonzalez (out per un problema muscolare alla coscia sinistra), provano anche nella ripresa a tenere il ritmo dei primi 45’ ma, complice un calo fisico, staccano il piede dall’acceleratore. Contestualmente, va segnalato il “ritorno” in partita dell’Empoli, bravo ad uscire indenne dal momento di sofferenza iniziale e ad imporsi per lunghi tratti del secondo tempo grazie ad una maggiore freschezza rispetto all’avversario.
Iachini spesso ripete che il Palermo prepara più partite all’interno di una stessa partita e dal 69’ il tecnico conferma questa tesi proponendo una squadra diversa disegnata con il 4-3-1-2 in seguito all’ingresso in campo di Belotti al posto di Rispoli. Il cambio di modulo non è garanzia di pericolosità ma nel finale i rosanero hanno diversi sussulti. Protagonista in due occasioni l’attaccante Dybala, ad un passo dalla marcatura con una parabola di destro di poco alta sopra la traversa e con una iniziativa bloccata dal portiere Sepe in uscita. Immediata la replica dei toscani con Mchedlidze (entrato al posto di Maccarone, altro ex di turno) che spreca una nitida palla-gol a Sorrentino battuto. Nel secondo tempo, anche il computo delle occasioni da rete conferma la “veridicità” del pareggio.