Palermo, il 2023 vissuto tra entusiasmo e cocenti delusioni
Un anno di luci ed ombre, fatto di entusiasmo ma anche di cocenti delusioni. Il Palermo chiude il 2023 con una vittoria sofferta e in extremis che è il paradigma di due “mezze stagioni” vissute nell’incertezza di una A che non sembra proprio a portata di mano. Almeno, non come pronosticato in estate, quando l’esaltazione aveva fatto sperare in una corazzata rosanero in stile Frosinone, capace di uccidere il campionato sin da subito. Invece, il gruppo di Corini ha fatto passi avanti ma è spesso caduto nelle problematiche e nelle ingenuità dell’annata precedente. C’è tempo di riprendersi, ma andiamo con ordine.
La stagione 2022-2023 si era conclusa con il cocente 2-2 col Brescia che ha costretto il gruppo di Corini a dire addio ai playoff e alle ambizioni: beffa ancora più grande se si considera la doppia rimonta compiuta dai biancazzurri in circa 3 minuti, dal 54′ al 57′. Un blackout mentale che aveva lasciato l’amaro in bocca ma che non aveva modificato il giudizio su un campionato che aveva come principale obiettivo quello di una salvezza tranquilla e di consolidamento dopo la promozione dalla serie C. Avevano però già allarmato i precedenti prima del 2 – 2 che chiuse il torneo al “Barbera” e spense i sogni.
Il Palermo arrivò infatti alla sfida della verità timoroso e non proprio in pompa magna, con due sole vittorie conquistate nelle ultime 9 uscite con Modena (5-2) e Spal (2-1). Per il resto, quattro pari e tre sconfitte con Parma, Venezia e Cagliari. L’attesa era quindi rivolta alla sessione di mercato estiva che ha portato in dote pezzi pregiati per la categoria: dentro Lucioni, tornato in B dopo essere stato promosso coi ciociari, e Ceccaroni per puntellare una difesa di centrali totalmente rivoluzionata. In avanti, ecco Insigne (compagno l’anno prima proprio di Lucioni) e Di Francesco direttamente dal Lecce in Serie A che insieme a Brunori avrebbero dovuto spezzare le difese. Non sono stati da meno gli arrivi a centrocampo, con Henderson (Empoli) e Coulibaly (Salernitana).
Invece, a Bari arriva il primo pareggio stagionale, con i rosa inefficaci nella prima frazione e incapaci di cambiare il risultato nella seconda nonostante l’uomo in più per l’espulsione di Maita. E sembrava un copione già visto, invece ecco il risorgimento e i risultati: vittorie con Reggiana, Feralpisalò, Ascoli, Venezia, Sudtirol; un pari e due sconfitte con Cosenza e Lecco. Proprio la sconfitta con i lombardi ha rotto la magia e evidenziato lacune del gruppo ritrovatosi in difficoltà, soprattutto tra le mura amiche, intimorito davanti a un numero di tifosi da primato (media di 22.120 spettatori). E così la squadra è passata da un primo posto virtuale (bisognava ancora recuperare la gara col Brescia) all’ottavo per assestarsi adesso al quinto posto: gli ultimi quattro match hanno ridato vigore.
Il periodo “no” aveva coinvolto anche Matteo Brunori e i neo esterni offensivi. Il capitano era andato in gol solo alla settima e all’undicesima giornata prima di riprendere a segnare nelle ultime uscite con Parma (doppietta ed eurogol) e Pisa, fornendo un anche un assist decisivo col Como. Così come sono tornati a timbrare il cartellino Di Francesco e Insigne, a secco dalla gara della quarta giornata contro la FeralpiSalò e ultimamente decisivi. Certo, non hanno aiutato i tanti infortuni muscolari che hanno colpito la formazione costringendo molti, a più riprese, a fermarsi ai box. Adesso però si attende il recupero dei soli Lucioni e Coulibaly, altra nota lieta.
Corini, al suo ultimo anno di contratto, ha superato la tempesta di una contestazione che stava diventando ingestibile ma i fulmini non sono ancora totalmente cessati e dal ritorno in campo l’ambiente si aspetta molto, nella fattispecie di gareggiare per i primi posti con convinzione. Anche l’ultima vittoria con la Cremonese è stata sofferta e risolta agli ultimi secondi. Si riparte però dalla ritrovata caparbietà, dalla voglia di non arrendersi e magari… dal mercato che potrebbe dare la scossa giusta.