​​

Palermo, il “Barbera” non è più un fattore: una sola vittoria nelle ultime dieci

Il pareggio contro il Cesena conferma un trend che ormai va avanti da mesi: il Palermo fatica tremendamente al “Renzo Barbera”. Nelle ultime dieci partite casalinghe è arrivata soltanto una vittoria, nella gara di playoff con la Sampdoria, terminata 2 – 0 grazie alla doppietta di Diakité (non si conta l’amichevole con il Lommel, vinta dai rosa). Un dato difficile da spiegare, che sembra avere radici tecnico/tattiche ma anche psicologiche.

Palermo, al “Barbera” si soffre

Le statistiche parlano chiaro: nelle ultime dieci partite giocate al “Barbera”, il Palermo ha conquistato solo 8 punti. Oltre alla vittoria con la Samp sono arrivati cinque pareggi e quattro sconfitte. Per trovare l’ultimo successo casalingo dei rosa in campionato bisogna tornare indietro al 17 febbraio, quando la squadra allenata da Eugenio Corini schiantava 3 – 0 il Como (reti di Brunori, Ranocchia e Di Francesco).

Una striscia negativa che ha condizionato il cammino del Palermo nello scorso campionato e sta rallentando gli uomini di Dionisi anche in questa stagione. I rosa hanno giocato quattro gare esterne e soltanto due partite al “Barbera”: se in trasferta sono anche arrivate due vittorie, in casa è sempre mancato qualcosa.

Il Palermo fatica quando deve ‘fare’ la partita

Questa penuria di vittorie casalinghe può avere diverse spiegazioni. L’anno scorso la principale causa, secondo la società, era stata una mancanza di personalità della squadra. Giocare in uno stadio gremito, con un pubblico esigente, dava troppe pressioni ai rosanero, che non riuscivano a esprimersi al meglio, se non in sporadiche occasioni (vedi la vittoria con la Sampdoria ai playoff, o quelle con Como e Bari).

Un concetto ripreso da Matteo Brunori dopo la gara col Venezia, anche se non in riferimento direttamente alle partite casalinghe. Le sue dichiarazioni hanno generato tantissime polemiche nell’ambiente, l’idea di base è netta: per giocare a Palermo ci vogliono gli attributi e non tutti possono indossare la maglia rosanero. Nello specifico, scendere in campo al “Barbera” può essere più uno svantaggio che un vantaggio se non sai reggere la pressione.

Motivazioni psicologiche, ma anche cause tecnico/tattiche. In questo inizio di stagione l’indicazione principale è che il Palermo fatica quando deve ‘fare’ la partita. Fuori casa sono arrivate le vittorie quando i rosa hanno adottato un piano partita più conservativo, con un baricentro basso e la propensione alle ripartenze, sfruttando soprattutto le sponde di Henry.

In Serie B la squadra che tiene meno la palla vince la partita. Dobbiamo crescere perché se facciamo la gara dobbiamo concedere poco e creare di più”. Sono parole di Alessio Dionisi, che confermano il concetto: quando comandi il gioco devi finalizzare il più possibile ed essere equilibrato in entrambe le fasi. In trasferta il Palermo è stato più cinico, al “Barbera” è mancato qualcosa.

Il Palermo ha creato tanto sia col Cosenza che contro il Cesena, ma alla fine dei conti è arrivato soltanto un gol. I rosa hanno invece concesso troppo in fase difensiva: con il Cosenza sono stati tre i tiri in porta subiti, contro il Cesena ben sette. Difetti di finalizzazione, ma anche di equilibrio.

Quando il “Barbera” era un fortino

Il “Barbera” negli ultimi mesi non è stato più un fattore. Storicamente il Palermo ha costruito i suoi successi nello stadio di casa, che spesso è diventato un ‘fortino’ grazie soprattutto alla spinta dei tifosi. Emblematica in tal senso è la stagione 2009/10, quando i rosanero hanno sfiorato la qualificazione in Champions League, facendo registrare il record di punti in Serie A (65).

Quella squadra, allenata prima da Walter Zenga e poi da Delio Rossi, era riuscita a rimanere imbattuta al “Barbera”. Lo score a fine campionato era stato di 13 vittorie e sei pareggi casalinghi, mentre in trasferta erano arrivate ben nove sconfitte, con cinque successi e cinque pareggi.

Un cammino impressionate e difficilmente ripetibile, nemmeno il Palermo di Iachini della stagione 2013/14 è riuscito ad arrivare a quei livelli. I rosanero, che a fine campionato avevano festeggiato il primo posto e la promozione in Serie A, erano riusciti a ottenere 12 vittorie, sei pareggi e tre sconfitte al “Barbera”.

“Non possiamo vincerle tutte”

Dionisi, dopo il pari col Cesena, è stato chiaro: “Tutta la gente si aspetta solo vittorie al “Barbera”, ma non sarà così, dovremo sudare. Dobbiamo dare continuità, è la cosa più importante”. E la prossima partita casalinga, in programma il 6 ottobre con la Salernitana – una squadra che fa molto possesso palla (media del 60%) – sarà importante per capire come i rosa approcceranno la sfida. Vincere sempre magari no, ma un po’ più spesso dell’ultimo periodo è indispensabile.

LEGGI ANCHE

PALERMO – CESENA, LE PAGELLE IRONICHE DI AMENTA E FERRARA

1 thought on “Palermo, il “Barbera” non è più un fattore: una sola vittoria nelle ultime dieci

  1. Il problema è che nessuno si rende conto che questa è la stessa identica squadra o rosa dello scorso campionato. Qualcuno era convinto che cambiando allenatore diventassero dei fenomeni. Cambisndo l Irvine dei fattori il prodotto non cambia.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *