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Palermo, il modulo 4-3-3 e quel salto di qualità che Dionisi non riesce a dare

Alessio Dionisi è sempre stato chiaro in questo inizio di stagione: l’unica certezza è il sistema di gioco. Il rendimento altalenante e non soddisfacente – soprattutto al “Barbera” – impone però una riflessione, facilitata dalla sosta di campionato, che dà tempo anche per eventuali ‘esperimenti’: il problema del Palermo è il 4-3-3?

Sistemi di gioco e interpretazioni

Il calcio è in continua evoluzione e ormai definire il sistema di gioco soltanto come la disposizione dei calciatori in campo è riduttivo. Gli allenatori non sono più legati ai ‘moduli’, ma cercano di applicare dei principi con uno schieramento, esaltando le caratteristiche dei giocatori.

Il sistema di gioco è sempre più ‘liquido’, soprattutto ad altissimi livelli. Si va verso un calcio posizionale, dove i giocatori sono liberi di svariare e cercare la posizione giusta per mettere in difficoltà l’avversario. Così è facile ritrovare, per esempio, Calafiori a centrocampo o Bastoni in zona di rifinitura.

Parlare di 4-4-2 o 4-3-3 come ‘moduli’ non ha più senso. Una squadra costruisce dal basso con uno schieramento, attacca con un altro e difende con un altro ancora. Analizzando il 3-5-2, uno dei sistemi di gioco più utilizzati, si può fare una comparazione tra quello applicato da Mazzarri (che ha fatto scuola anni fa a Napoli) e Simone Inzaghi: c’è una differenza abissale, nonostante sia lo stesso sistema di gioco. L’interpretazione del ‘modulo’ conta più del ‘modulo’ stesso.

Il 4-3-3 in Serie A e B

Il 4-3-3 è stato il sistema di gioco più utilizzato negli anni 2010, soprattutto grazie alla grande influenza che ha avuto il Barcellona di Pep Guardiola. Nell’ultimo periodo, però, sono sempre di meno le squadre che scelgono questo schieramento.

In Serie A soltanto il Bologna allenato da Vincenzo Italiano utilizza regolarmente il 4-3-3. Per il resto, c’è il Lecce di Luca Gotti, che dopo diverse partite giocate col 4-2-3-1 sta passando al 4-3-3, così come il Napoli di Antonio Conte (anche se McTominay fa più il trequartista che la mezzala, per un 4-2-3-1).

In Serie B solo la Salernitana – oltre al Palermo – ha utilizzato stabilmente il 4-3-3. Il Sassuolo di Fabio Grosso ha variato, scegliendo anche il 4-3-3. La Cremonese potrebbe passare allo stesso sistema di gioco con Eugenio Corini. Il Mantova lo ha alternato col 4-2-3-1. La Reggiana ha iniziato così, ma ora sta cambiando, viste le difficoltà. Il Frosinone sta passando al 4-3-3.

Il 4-3-3 nel City Group

Una delle principali critiche è che il Palermo ha imposto l’utilizzo del 4-3-3 per allinearsi al Manchester City. Due concetti: prima che un calciatore rosanero possa trasferirsi al City (e quindi essere facilitato da questa ‘assonanza’ di sistema di gioco) passeranno anni, troppa la differenza di livello attuale; Guardiola non utilizza il 4-3-3 da tempo (servirebbero altre 3.000 battute per spiegare come gioca).

Nessuna squadra europea del City Group utilizza il 4-3-3. Il Girona, allenato da Michel, gioca stabilmente col 4-2-3-1, idem il Troyes di Dumont. Bould, tecnico del Lommel, quest’anno ha scelto di impostare la squadra con il 4-2-3-1. Inutile parlare del City di Guardiola, che alterna il 4-1-4-1 o 4-2-3-1 alla difesa a tre.

Tra l’altro, i due precedenti allenatori del Palermo, Eugenio Corini e Michele Mignani, hanno spesso utilizzato la difesa a tre. Corini, da dicembre 2023 fino al termine del campionato, ha giocato col 3-5-2 e proprio con il cambio del sistema di gioco ha risollevato una squadra in grandi difficoltà. Mignani ha scelto fin da subito il 3-5-2 (o 3-4-2-1), nonostante nella sua carriera avesse prevalentemente utilizzato il 4-3-1-2.

Palermo costruito per il 4-3-3

La carriera di Alessio Dionisi è stata caratterizzata sempre dalla difesa a 4. Nelle sue principali esperienze prima di Palermo (Empoli, Sassuolo e Venezia), il tecnico ha utilizzato il 4-3-3, il 4-3-1-2 o il 4-2-3-1. Sin dal primo giorno di ritiro a Livigno, l’allenatore toscano si è sempre orientato sul 4-3-3 e anche il calciomercato rosanero è andato in questa direzione.

Il Palermo è stato costruito per giocare con il 4-3-3. Il reparto offensivo è composto da quattro esterni (Di Mariano, un gol; Insigne, due gol e un assist più la rete di Parma; Di Francesco, tre assist; Appuah, 11′ col Cesena), da Le Douaron, che si può considerare un jolly, e da due prime punte (Henry, un gol e Brunori, un gol).

Sembra dunque difficile un cambio di sistema di gioco visto l’organico che Dionisi ha a disposizione. Si potrebbe giocare a due punte, ma in panchina ci sarebbe soltanto un cambio in quel ruolo (se giocano Henry e Brunori, solo Le Douaron potrebbe agire da attaccante puro); mancherebbe un ‘vero’ trequartista, anche se si potrebbero adattare Ranocchia, Insigne o Vasic; si andrebbero a ‘sacrificare’ gli esterni puri come Di Mariano e Di Francesco…

Il problema del Palermo è il 4-3-3?

Il problema del Palermo non è il 4-3-3, ma come viene interpretato. Dionisi si è sempre caratterizzato per proporre un calcio propositivo, fatto di un possesso palla veloce e diretto, in grado di far esaltare esterni e mezzali d’inserimento, ma ancora la mano del tecnico si è vista solo a sprazzi.

Il Palermo ha proposto lo stesso 4-3-3 in casa e in trasferta, ma l’interpretazione ha fatto la differenza. Lontano dal “Barbera” sono arrivate delle vittorie con piani gara più ‘conservatori’, mentre le difficoltà (tecniche e mentali) sono arrivate quando i rosanero hanno dovuto mettere in campo i princìpi tipici di Dionisi.

Bisogna fare il salto di qualità, in tutti i sensi. E al Palermo non farebbe male un’alternativa, soprattutto a partita in corso (non soltanto la difesa a tre quando c’è da difendere il risultato): perché con la Salernitana, in svantaggio di un gol, non è stato inserito Henry insieme a Brunori, magari con Insigne come trequartista?

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14 thoughts on “Palermo, il modulo 4-3-3 e quel salto di qualità che Dionisi non riesce a dare

  1. “possesso palla veloce e diretto, in grado di far esaltare esterni e mezzali d’inserimento”. in verità durante il precampionato qualcosa si era vista tant’è che rimasi piacevolmente sorpreso e fiducioso. sembravamo sulla buona strada, poi al posto di migliorare ci siamo involuti e siamo tornati ad essere la squadra mediocre e spaventata dell’anno scorso e dell’anno precedente. mi chiedo il perchè, quale sia il vero problema di questa squadra. buoni allenatori sono diventati scarsi, ottimi giocatori, sia d’esperienza che di prospettiva sono diventati brocchi e la cosa continua a ripetersi. abbiamo giocato col 433, col 352, col 442 e non è cambiato nulla. da tre anni a questa parte sembra di vedere sempre la stessa squadra in campo, e non è possibile visto che sono cambiati sia i giocatori che gli allenatori che gli schemi che i preparatori atletici. sinceramente non saprei dove andare a parare ma è chiaro che c’è un grosso problema e che va risolto al più presto

  2. L’analisi tecnica, qualora condivisibile (a mio parere operiamo un 4-5-1 in trasferta) presenta una grande forzatura e lacuna. Sostenere che l’organico è da 4-3-3 non è a mio parere (ad onor del vero a parere anche del dato empirico visto sul campo) corretto.
    Le ali non sono prerogativa del 4-3-3 e soprattutto le ali con solo 30 metri di gamba come le nostre.!!! Per il 4-3-3 offensivo servirebbero giocatori con 60 metri di gamba almeno e con la capacità inoltre di saltare l’uomo (prerogativa solamente di Di Francesco): questa è la vera motivazione che ci fa giocare bene in trasferta….semplicemente non attacchiamo ed in contropiede sfruttiamo le qualità.
    E poi…scusate, ma il campo parla chiaro…la teoria è una cosa (e come dicevo non la condivido comunque), ma la pratica ha dimostrato, in 2 anni e 3 allenatori che Di francesco, Insigne e Di mariano non sono le ali adatte al 4-3-3 ed un allenatore ed una società dovrebbero smettere di distruggere il resto dell’organico (Brunori, Leduaron, etc) per non ammettere che NON sono stati fatti acquisti sensati.
    Unica cosa sensata che dovrebbe fare un allenatore in questo momento è adattare il modulo ai giocatori.
    Ne abbiamo pochi con tecnica e capacità e costringerli ad un ruolo non loro, immolandoli sull’altare del 4-3-3, mi sembra sconsiderato.
    Sarà un amante del calcio di altri tempi….ma se mi accorgo che i giocatori non supportano (o sopportano…) quel modulo…io lo cambio (Delio Rossi docet)
    Ricordiamoci tutti però che alla fine decidano sempre i tifosi e, come l’anno scorso, lo stadio si svuoterà….
    P.S. chiaramente la mancanza di pressioni da parte del City che comunque è soddisfatto del campionato tranquillo che stiamo facendo è la ciliegina sulla torta.

    1. Sembri Rosanero….E’ impegnato con il pescara dove guarda caso gioca un calcio niente male..segna pure bentivegna..ma è serie C….l’errore è stato costringerlo a dare le dimissioni..non abbiamo visto più calcio…solo confusione…!!!

  3. Ranocchia È un trequartista, e giocare con Henry e Brunori non mi sembra una eresia. Gli esterni, in questa squadra, non hanno mai fatto la differenza…

  4. , Amico mi mi dici che i moduli di gioco non sono determinanti ma che quello che conta è l’occupazione degli spazi in campo da parte dei giocatori. Ma è come dire che se non è zucchina e cucuzza. Mi sembra chiaro che siano la stessa cosa. Secondo il modulo che l’allenatore sceglie , il giocatore occupa prevalentemente una zona di campo piuttosto che altra.  Ma non è per fare il professore ma per dirti che non sono d’accordo perché a mio avviso i moduli contano.  Certo, che le occasioni mancate da Di Francesco, Verre e Ranocchia non ci entrano niente con il modulo vigente ma sono frutto  di errate scelte e…piedi torti da parte dei giocatori .  Sono anche convinto però che  adottando un….modulo diverso o occupando gli spazi diversamente, se preferisci, questo genere di episodi  possano essere molti di più (più occasioni da gol). Se poi ci metti pure che l’eventuale cambio di modulo potrebbe prevedere ad esempio l’inserimento di una seconda punta capiamo bene che i moduli determinano certamente ma in manca nza di controprove nessuno pretenda di avere la verità.

  5. Bla Bla il calcio è semplice e se hai giocatori fuori ruolo e mal motivati diventa un gioco difficilissimo. Ranocchia è un trequartista così come Vasic, hanno il movimento del trequartista, le nostre ali sono appunto ali non punte esterne per un 4 3 3. Fuori finora si è vinto giocando in ripartenza e con una boa davanti .Con un 4 2 3 1 ad esterni non invertiti e motivati si possono sfruttare le caratteristiche delle punte centrali che abbiamo cioè Brunori ed Henry alternandole. Se Dionisi insisterà con il 4 3 3 (4 5 1 ) in trasferta avremo delle chance in più in ripartenza ma non è sempre festa, a meno che non faccia un lavaggio del cervello tale ai giocatori da fargli superare i loro limiti tecnici e di posizionamento…..vedremo…!!!!….Ps: Guradiola gioca con il 3 2 3 2…telefonare ore pasti grazie:)….!!!

  6. Questo Palermo deve attaccare con piuy’ continuita’ le fasce con Diakite’ che ad un certo punto torna indietro.Perche’ se si vuole segnare bisogna che le fasce attacchino piu’ spesso e sfruttare le qualita’ di BRUNORI per esempio o di Henry.

  7. I moduli si caratterizzano per la puntuale corrispondenza fra obiettivi e risorse, senza ovviamente pregiudicare l’attuale livello delle prestazioni, ma potenziando e incrementando nei tempi brevi, anzi brevissimi, un indispensabile salto di qualità.

  8. Per il 4-3-3 occorre necessariamente un regista, cioè un giocatore dai piedi buoni e con una grande visione di gioco. Se non abbiamo avuto la fortuna/bravura di trovare un profilo simile sul mercato dobbiamo giocare di fantasia, pescando dalla rosa che la Società ha messo a disposizione di Dionisi. Dunque perché non provare Verre? o perché no Vasic, il quale non è ancora riuscito a trovare una collocazione tattica chiara ma ha dalla sua la fortuna di essere molto giovane. Dionisi deve avere il coraggio di sperimentare qualcosa perché così non va.

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