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Palermo, il risveglio degli esterni: così il 4-3-3 può essere letale

Il Palermo si gode (per la prima volta) i suoi esterni: mai come contro la Cremonese il 4-3-3 di Corini basato sull’efficacia delle fasce laterali ha dato i suoi frutti. Si è visto tutto: velocità, dribbling, qualità nello stretto. Il miglior regalo di Natale per i tifosi palermitani ancora scettici dopo un periodo vissuto sulle montagne russe. Con Insigne e Di Francesco in buone condizioni fisiche e mentali il Palermo può essere qualcosa di più di una semplice aspirante alla promozione (insieme a Parma, Cremonese e Venezia): la verità è che mai si erano visti, in questa stagione, gli esterni così intraprendenti.

Lo scugnizzo Insigne è rinato dopo il ritorno dall’infortunio e ha dato spettacolo con gol e assist nel match con il Pisa e disputato una partita da veterano contro la Cremonese, giocando esterno e all’occorrenza trequartista. Al contrario, quello visto durante la prima parte della stagione è stato un Insigne spento, che non ha quasi mai saltato l’uomo e illuminato con le sue giocate.

Stesso discorso vale per Di Francesco: l’esterno non aveva ancora dimostrato di essere di categoria superiore (nonostante la sua carriera in Serie A), ma contro la Cremonese è arrivato il suo exploit. Le azioni salienti del Palermo portano quasi tutte il suo nome, con almeno un paio di dribbling che hanno lasciato secco Antov (difensore dei lombardi) e accelerazioni repentine che hanno messo in seria difficoltà gli avversari. E infine anche il gol. Nell’ultima partita è arrivato il secondo consecutivo e lui stesso ha ammesso in conferenza stampa che sbloccarsi a Como lo ha aiutato molto.


Caratteristiche diverse ma non per questo meno importanti le ha Francesco Di Mariano: il picciotto è un esterno più funzionale, salta sì l’uomo ma ha meno qualità degli altri due, semmai ha più forza fisica. Il suo rendimento è sempre stato costante, senza picchi, e mette sempre a disposizione una buona fase difensiva che a volte si rivela essere l’ago della bilancia (Corini lo sceglie proprio per questo) e una dote di dribbling che fa innervosire gli avversari, spesso ammoniti.

Eugenio Corini a inizio stagione ha compiuto una scelta chiara ma anche rischiosa: il tecnico ha fatto all-in sul 4-3-3, chiedendo alla società interpreti adatti che fino a questo momento avevano deluso. Non solo le loro prestazioni hanno influito negativamente sull’andamento della squadra, ma hanno anche sconvolto il modo di giocare di Brunori, la scorsa stagione al centro di tutti gli sviluppi offensivi, adesso chiamato a finalizzare in attesa che siano proprio gli esterni a fare il lavoro “sporco”. La varietà non gli manca: partendo da Di Francesco e Insigne, il tecnico può anche optare per Di Mariano o Valente per poi passare all’adattamento di Mancuso e Soleri.

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