Palermo, il trionfo nel giorno dedicato a Sara: la lezione da non dimenticare

Certo, si dirà che il Sassuolo è venuto a Palermo in gita-premio e che in fondo per loro era meglio festeggiare l’immediato ritorno in Serie A nello stadio di proprietà fuori provincia e al cospetto dei loro 167 fedelissimi tifosi. Al di là di queste facezie, voglio augurarmi che chi dirige il Palermo possa trarre dalla lezione di domenica un insegnamento fondamentale: nell’era dei cinque cambi, per vincere i campionati ci vogliono 18-20 titolari veri con un almeno un “fuori-categoria” per reparto.
Grazie ai tre acquisti di peso, al recupero di Blin e al ritorno in campo di Brunori, il Palermo delle ultime settimane appare una squadra molto diversa da quella creata da De Sanctis; una squadra che non meriterebbe i trenta punti di distacco con cui è scesa in campo per affrontare la prima della classe.
Il magnifico 4-0 dei primi 2/3 di gara che ci aveva fatto stropicciare gli occhi ben più della meteora Appuah comparsa sugli schermi dello stadio con il numero 19 al posto di Pohjampalo, in un contrasto cromatico almeno pari a quello di rendimento, è stato solo parzialmente controbilanciato dall’1-3 della fase finale. Basti rileggere il tabellino per osservare che è bastato l’infortunio di Ceccaroni per scombussolare l’andamento di una partita fino ad allora troppo perfetta per essere vera, almeno per il Palermo, e che i gol del Sassuolo sono stati tutti segnati da “subentrati”.
Ancora una volta, la genialità naturale di Dionisi ha prevalso sull’intelligenza artificiale cara ai nostri impagabili (e infatti non pagati) cronitifosi Amenta e Ferrara suggerendogli l’inserimento dello spaesato Pierozzi come difensore sinistro piuttosto che fare la cosa più ovvia: arretrare Lund e passare a una difesa a 4. Già tremo al pensiero di cosa s’inventerà a Bari in caso di indisponibilità di Ceccaroni e con l’aggravante della squalifica del ritrovato Segre.
Eppure, con tutte le sue genialate, non può essere colpa di Dionisi se il Sassuolo, che ha già uno come Thorsvedt infortunato e che tiene in panchina difensori ex-Serie A come Bonifazi e Odenthal, fa entrare a partita in corso gente come Pierini e Moro. Mentre noi possiamo rispondere con lo spompatissimo Verre, il confusionario Diakité e il solito Vasic, incognita al punto tale che dopo quasi due anni nessuno ha ancora capito a cosa serva.
Noi non sappiamo come finirà questo campionato e, tanto meno, chi gestirà la costruzione e l’assemblaggio della squadra che il prossimo campionato dovrà tentare di emulare il magnifico Sassuolo di questo, ma certamente la buona “base” uscita dal mercato di gennaio dovrà essere integrata da elementi che aumentino qualità e peso complessivo della rosa. Con i noti limiti relativi ai giocatori “over”, non si potrà prescindere dal reclutamento di giovani “pronti” ed in grado di reggere la pressione della piazza e si dovrà invertire il trend negativo che ha caratterizzato questi ultimi anni, a partire dai casi Desplanches, Vasic e Appuah.
Vorrei concludere con un pensiero alla piccola Sara, figlia di tutti noi e sorella di fede rosanero: il suo ricordo nel pre-partita, la foto sorridente sui maxi-schermi, gli striscioni e i cori delle curve e le lacrime di commozione che hanno solcato le gote di tanti di noi allo stadio sono stati un’effimera e breve carezza al cuore dei tanti che, come me, assistono con sgomento alla ricorrenza di episodi di violenza bestiale e di dissociazione patologica dalla realtà da cui nessuno, ma proprio nessuno, tra i nostri giovani può sentirsi al sicuro.
Complimenti Vitogol, è sempre un piacere leggere i tuoi pezzi.
Arretrare Lund e lasciare il mondo come si trova. Lo abbiamo pensato in tanti , caro Vitogol. Non Dionisi, che preferisce sconquassare la squadra pur di continuare a tre in difesa . Modulo che , parole sue, non avrebbe mai preso in considerazione. Ecco dove Dionisi non mi convince. Questo suo modo di muovere le pedine e stravolgere ruoli e attitudini. Ma lui è l’allenatore.
Mi auguro che venerdì tocchi il meno possibile la squadra inserendo Diakite, il meno peggio , in difesa e sostituendo Segre. Con chi ? Bella domanda. Anche in questo caso occorre trovare il meno peggio.
Mamma mia, ma perché fate scrivere questo vitogolle?
Bellissimo articolo ed analisi perfetta per quanto riguarda l’inetto allenatore.
Commovente la citazione per la piccola Sara