Palermo in crisi, senza l’amore dei tifosi l’Aquila non riesce a volare
Il Palermo torna al Barbera, dopo sette mesi, senza il suo pubblico per colpa del maledetto virus e subisce la seconda sconfitta contro una squadra, l’Avellino, certamente più in forma dei nostri giocatori. Le lacune sono evidenti e il bravo Boscaglia deve ancora trovare la quadratura del cerchio con i giocatori che ha a disposizione, far acquisire loro la migliore forma fisica e trovare il famoso “amalgama” reclamato da Massimino, che è fondamentale in tutti i giochi di squadra.
Le cose da dire dal punto di vista tecnico sono tante, anche se ragionevolmente deve tenersi conto del fatto che la squadra ha giocato solo tre partite e che purtroppo non ha disputato alcuna amichevole, durante il ritiro estivo. L’aspetto umano colpisce però sopra ogni altra cosa e l’emblema della partita e del momento storico che stiamo vivendo in tutto il mondo, è rappresentato dall’immagine del presidente Mirri, solo all’interno dello stadio nel suo solito posto in gradinata.
La solitudine è l’elemento che caratterizza la nostra attuale vita quotidiana e si riflette in tutte le attività lavorative, ricreative e sportive. La tutela della salute è il bene primario certamente ma quanto ci sta costando? La nostra vita è cambiata e nessuno sa con certezza quando si potrà tornare alla cosiddetta normalità che altro non è che la libertà di autodeterminare le nostre azioni quotidiane. Una squadra di calcio senza il suo pubblico perde forza, vitalità e carattere.
Vero è che questa circostanza non può in alcun modo costituire un comodo alibi per giustificare errori commessi per inesperienza da parte della giovane società e dei giocatori, ma è altrettanto vero che senza il sostegno del popolo dei tifosi si può anche rendere al 50% delle possibilità. Questo brutto momento passerà e il commovente striscione dei tifosi che volevano fare sentire la loro invisibile presenza allo stadio sarà sostituito da cori di incitamento, bandiere rosanero e sciarpe tese in aria da mani avide di successi.
Ci vuole molta pazienza perché il momento è unico e nessuno dei nostri amici e parenti lo aveva mai vissuto prima di noi. Ci vuole fratellanza e senso di appartenenza anche fra i tifosi rosanero che in tante occasioni hanno dimostrato in passato di sapere attendere tempi migliori. L’aquila è sola e volare da soli è più difficile ma non impossibile. Ha bisogno di sentire calore di tutti i tifosi rosanero e presto si alzerà per confortare la nostra solitudine e il nostro desiderio d’amore.
Tutte le squadre giocano senza pubblico. L’Atalanta non ha perso né forza, né vitalità, né carattere. Credo invece come hai sottolineato che la squadra si debba ancora conoscere bene e probabilmente essere completata.
Tutto molto garbato e impreziosito da tocchi di lieve malinconia. I dipinti dei Maestri dell’Impressionismo, colazioni sull’erba, pranzi ai bordi del fiume, nei circoli sportivi, le dame con vesti raffinate e dai colori tenui, primaverili. Il fatto è che il Palermo gioca invece in Serie C, un vero inferno secondo gli esperti, senza grazie e senza fiocchi. Si allena su un campo duro come le pietre, dove chi cade è perduto. Questo Palermo FC, senza vittorie e senza gol. Forse perché senza un goleador, insomma un ‘cannoniere’. ‘Cannoniere’ da cannone, bocca di fuoco, termini bellici, di guerra. Montesano ricamava, De Rosa ‘sfondava’ le reti, come Vernazza, due cannonieri. Cuore, amore, appartenenza, va tutto bene, ma poi ‘in campo’ ci vuole anche un po’ di veemenza, di grinta, di forza, di muscoli, senza ovviamente arrivare mai agli estremi invocati dal ‘Ras della Fossa’, ovvero viuuulenza.
Peccato che quest’aquila, quest’anno, somigli molto a chi l’ha costruita, ovvero una gallina spennacchiata….
Purtroppo l’assenza del pubblico, per una piazza “calda” come Palermo è un handicap importante. E’ vero che anche le altre squadre giocano senza pubblico (anche se in altri stadi fanno entrare almeno 1000 spettatori) ma è altrettanto vero che il tifo palermitano è sempre stato un punto di forza per i nostri colori, sempre molto temuto dalle squadre ospiti al Barbera. L’immagine di Mirri da solo in gradinata, purtroppo rispecchia questo momento, dentro e fuori dai campi di gioco. Comunque sono ancora fiducioso in una ripresa (almeno lo spero …)
Fratellanza ed appartenenza, vero! giusto! peccato pero’,che le mie orecchie abbiano gia’ sentito da autorevoli ugole che qualcuno trami, per interessi personali, contro questa Societa’, cosa che, fosse, vera, mi parrebbe gravissima!
dipende quali ugole lei ascolta. Io questo discorso delle trame (o se preferisce complotti) non l’ho mai sentita e del resto sarebbe grave parlare di complotti senza avere nulla di concreto (gm)
bello l’articolo, romantico, naif a tratti ma la scena del presidente tifoso solo in gradinata mi fa ritornare coi piedi per terra, facesse il tifoso perchè come presidente a me lascia parecchi dubbi. Un vero tifoso, ma anche un addetto ai lavori, avrebbe agito assai diversamente.
pezzo pieno di atmosfera che ricorda un classico come Raymond Chandler….
Il messaggio più importante è l’aspetto umano, il richiamo alla solidarietà e alla fratellanza. La solitudine che ci affligge in questa strana epoca può essere superata ritrovando fiducia anche nella nostra squadra del cuore. Non importa se vince o perde, l’importante è che ci sia. Grazie Delia
Niente amichevoli,allenamenti sul sintetico,squadra completata in ritardo nonostante si è avuto più tempo delle altre squadre, punte incapaci di segnare ed acerbe,difesa colabrodo, tutto questo denota incapacità e dilettantismo della società
A me basta che Ferrero stia lontano da Palermo.