Palermo in vena di “regali”, pari beffa contro l’Atalanta
Sotto l’albero di Natale il Palermo fa un bel “regalo” all’Atalanta. Il rocambolesco 3-3 maturato allo stadio “Atleti azzurri d’Italia” di Bergamo nella gara valida per la sedicesima giornata è il frutto, più che altro, di una gentile “concessione” dei rosanero che, in vantaggio di due reti in due diverse circostanze del match, hanno avuto il torto di non mettere il punto esclamativo su una gara ormai incanalata verso i propri binari. Tanto di cappello ai padroni di casa per la reazione d’orgoglio mostrata nella ripresa ma il Palermo deve recitare il “mea culpa” per avere perso due punti dopo avere gettato alle ortiche una vittoria ormai in tasca. Gli uomini di Iachini danno continuità alla serie positiva e centrano il record di otto risultati utili consecutivi (striscia che non si era mai verificata in serie A nell’era Zamparini), ma la soddisfazione alimentata da questo traguardo è oscurata in parte dal modo in cui è maturato il risultato. Un verdetto che sa di beffa per i rosanero, assoluti padroni del campo e a tratti devastanti in un primo tempo illuminato dalle giocate sublimi di Vazquez (autore di una doppietta impreziosita da un gol da antologia, quello del momentaneo 2-0, realizzato con un meraviglioso pallonetto dalla distanza), ma trasformati in negativo nella ripresa. Fatale un’involuzione fisica ma anche un calo di concentrazione da parte dei rosa che, inconsciamente, hanno creduto di avere vinto la partita una volta in vantaggio per 3-1. Un grave errore di valutazione. Piuttosto che dare il colpo di grazia ad un avversario in stato confusionale, la squadra ha abbassato il baricentro riaccendendo le residue speranze di rimonta di un’Atalanta brava, comunque, a crederci sino all’ultimo. E a strappare con le unghia e con i denti un pareggio che ha del clamoroso soprattutto se si osserva il film di una prima frazione di gioco condotta con grande autorità da una sola squadra in campo. Obiettivamente, a parte il rigore generoso assegnato dall’arbitro Orsato ai padroni di casa, nei primi 45 minuti non c’erano stati dei segnali in base ai quali potere immaginare un repentino cambio di rotta in vista del secondo tempo. E invece il copione del match è stato ribaltato. Merito della reazione di un’Atalanta mai doma ma anche demerito di un Palermo decisamente diverso. Una squadra insicura, incapace di sferrare il colpo del ko ma accompagnata anche dalla spia della riserva accesa. Alla compagine di Iachini, che in ogni caso nel primo tempo h dimostrato di essere una delle più in forma del campionato, resta l’amaro in bocca per l’occasione sprecata. Certo, fa riflettere il gap tra la squadra irresistibile del primo tempo e quella opaca vista nella ripresa. Una “forbice” costata oggi due punti e che, allo stato attuale, segna il “confine” tra le big e il Palermo, un gruppo con le potenzialità per diventare grande ma a cui manca ancora quel cinismo e quella malizia necessari per la definitiva consacrazione.
IL FILM DELLA PARTITA: Iachini conferma il collaudato 3-5-1-1 e a centrocampo “riabbraccia” il capitano Barreto, assente nelle ultime due partite (per squalifica a Torino e a scopo precauzionale in seguito ad un infortunio sabato scorso contro il Sassuolo). Il numero 8 ritrova il posto di interno sinistro nella cerniera a tre completata da Maresca e Rigoni, ormai “inquadrato” nel ruolo di mezzala destra. Novità tattiche, invece, sul fronte atalantino. Colantuono rinuncia al 4-4-1-1 e opta per il modulo con un trequartista (Moralez) a supporto di due punte (Denis e Boakye). Chiaro il segnale lanciato dal tecnico degli orobici, intenzionato ad impostare un certo tipo di gara supportata da un atteggiamento propositivo. Il piano d’azione nerazzurro, tuttavia, viene scompaginato al 6′ dal gol del vantaggio rosanero. La firma è quella di Rigoni che, sfruttando una sponda di Vazquez al culmine di un’azione rifinita da Dybala e Barreto, supera Sportiello con una conclusione al volo di interno destro. Momento magico per il numero 27 rosanero che rinnova il suo feeling speciale con il gol realizzando la terza rete nelle ultime tre partite. La rete del centrocampista smonta il “castello” preparato dai padroni di casa che accusano il colpo a livello psicologico denotando evidenti difficoltà nell’impostazione della manovra. La differenza, in ogni caso, è determinata dal Palermo, una squadra molto organizzata e impreziosita dalla qualità degli uomini deputati alla fase d’attacco. Sugli scudi Vazquez che al 16′ incanala il match sui binari rosanero realizzando il 2-0 con una magia. Da applausi l’acuto intonato dall’argentino che pesca il jolly sorprendendo il portiere avversario con uno splendido pallonetto in corsa da fuori area. L’ago della bilancia pende nettamente dalla parte del Palermo che, senza correre pericoli (ad eccezione di un tiro insidioso di Denis), legittima la propria superiorità seminando il panico in area avversaria ogni volta che si propone in avanti. Le minacce per i padroni di casa giungono anche da situazioni di palla inattiva come dimostrano le occasioni alimentate da Barreto e Dybala (sugli sviluppi di un corner, tap-in del numero 9 intercettato da Munoz con Sportiello ormai fuori causa). I rosa hanno il controllo assoluto dell’incontro ma al 40′ ci pensa l’arbitro Orsato con una decisione cervellotica a riaprire la gara assegnando all’Atalanta un calcio di rigore molto generoso (Denis accentua la caduta dopo il contatto con Munoz) trasformato dallo stesso centravanti argentino. Un lampo nel buio nerazzurro, una fiammella di speranza per gli orobici spenta però (apparentemente) a tempo scaduto da Vazquez che ristabilisce le distanze siglando il 3-1 su assist di Dybala. Colantuono prova a dare nuova linfa all’attacco nerazzurro inserendo Bianchi al posto di Boakye subito dopo l’intervallo e al 10′ Gomez al posto del centrocampista Baselli. Gli orobici, piuttosto spregiudicati in fase offensiva, provano a restare a galla trascinati dalla forza della disperazione e i loro sforzi vengono premiati al 9′ dal gol di Moralez, lesto a correggere in rete il pallone sfruttando una corta respinta di Sorrentino su un cross di Dramè dall’out sinistro. L’Atalanta torna nuovamente in partita e, contestualmente, può fare leva anche su un’inerzia psicologica favorevole. Nel Palermo, privo del supporto di Iachini (allontanato dall’arbitro dopo il rigore fischiato nella prima frazione di gioco), vacillano alcune certezze acquisite nel corso di un primo tempo praticamente a senso unico. Rischiano grosso gli ospiti, ma prima Sorrentino con un intervento reattivo e poi il palo (colpito da Cigarini con un destro potente da posizione defilata in area) negano agli uomini di Colantuono la gioia del gol. Il Palermo viene graziato anche da Bianchi che, di testa, sciupa un’altra nitida occasione. Il gol è comunque nell’aria e si materializza al 30′ con il 3-3 realizzato da Denis che, agevolato da una sbavatura di Andelkovic, da due passi batte agevolmente Sorrentino. Clamoroso allo stadio “Atleti azzurri d’Italia”: cambiano gli scenari di una partita che sembrava ormai con il lucchetto colorato di rosanero: gli uomini di Iachini, con interpreti diversi a centrocampo (Della Rocca e Bolzoni subentrano rispettivamente a Barreto e Rigoni), sono costretti a fare i conti con un’Atalanta arrembante, una squadra totalmente diversa da quella vista nei primi 45 minuti. Sussulto del Palermo con un tiro di Vazquez deviato da Sportiello ed una punizione di Maresca a giro di poco alta. I rosa, però, sono in debito di ossigeno. Al 90′ entra Belotti al posto di Maresca ma l’attaccante bergamasco, “osservato speciale” in virtù della presenza in tribuna di parenti e amici, contrariamente a quanto avvenuto sabato scorso non riesce ad incidere nei pochi minuti a sua disposizione.