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Palermo, la grande bruttezza: ma i tre punti sono importanti. Le pagelle ironiche di A&F

Uno va a giocare in casa dell’ultima in classifica e dovrebbe arrivare al fischio d’inizio bello pimpante. C’è una distanza siderale in termini di punti e qualsiasi statistica tiriate fuori il paragone tra Palermo e Lecco è impietoso. Ma il calcio, si sa, non è matematica e in questo folle campionato di serie B del Palermo di Corini magari Pitagora finirebbe con l’abbandonare qualsiasi razionalità.

I rosanero devono solo vincere per non perdere terreno rispetto al terzo e quarto posto che garantiscono maggiori chance di promozione. Il secondo posto ci sembra ormai andato, abbandonato nello spogliatoio di Cremona all’intervallo. Ma il Lecco si gioca la partita della vita. Il presidente Di Nunno aveva esonerato Aglietti, poi i giocatori gli hanno imposto di ripensarci, i tifosi protestano. Insomma una di quelle situazioni talmente ingarbugliate che può davvero venirne fuori la prestazione della vita e noi, proprio per questo, ci sediamo sul divano in preda a un puro terrore e siamo già tachicardici prima del fischio d’inizio.

Corini accantona esperimenti e turnover e torna alla formazione che ci aveva fatto sognare la promozione diretta. Nei primi minuti il Palermo sembra abbastanza bloccato e rischia subito, facendoci perdere qualsiasi barlume residuo di razionalità e obbligandoci a pregare tutti i santi conosciuti. Il campo è indegno e in confronto il Malvagno ci pare il Bernabeu. Dopo i primi momenti di paura il Palermo si risveglia e comincia a tenere palla e manovrare gioco, rischiando anche di passare in vantaggio su un cross rasoterra che non trova nessuno a spingere in rete la palla.


Il flebile forcing rosa però dura troppo poco e così torniamo a sopportare cross e calci d’angolo che ci fanno stare sulle spine. Si soffre troppo, sopratutto a sinistra dove Lund è incapace di arginare Parigini che sembra il fratello minore di Gareth Bale. Dopo una grande occasione di Brunori sul calcio d’angolo arriva il gol di Nedelcearu con un imperioso colpo di testa!!! E siamo avanti!!!! Negli ultimi minuti il Lecco tenta un mezzo assedio e Pigliacelli salva il risultato! Il fischio finale ci restituisce un po’ di fiato e di colore.

Si riprende e l’ansia non è passata neanche un po’. Su un errore della difesa del Lecco arriva anche un rigore su Brunori che però viene annullato al Var, gettandoci in uno sconforto infinito perché sappiamo che ci servono almeno sei gol di scarto per gestire la partita con serenità. Corini spera di alzare un po’ il baricentro della squadra e dopo aver fatto entrare Coulibaly dà spazio a Traoré e Vasic per i due esterni titolari. Non cambia praticamente nulla e il Palermo non riesce a mettere mai palla a terra e neanche a fare un paio di passaggi decenti. Entrano anche Soleri ed Henderson ma ormai si gioca solo per tenere il risultato e la paura la fa da padrona.

Arriva il fischio finale e tre punti che valgono davvero mezzo campionato. E’ stata una delle partite più brutte che si possa ricordare a memoria d’uomo e il Palermo non ha praticamente mai giocato. Ma va bene così! Vincere era troppo importante e in fondo anche il fatto che nessuno dei vostri cronitifosi sia finito al reparto cardiologia nei minuti finali ci consente di dire che la giornata è stata un successo. Venerdì sera arriva il Venezia e si risale sull’altalena delle emozioni ma in fondo il calcio è bello proprio per questo! Forza Palermo!

Pigliacelli 7 – Due parate salva risultato nel primo tempo e, soprattutto, tanta tensione perché con un campo simile il pallone può prendere traiettorie imprevedibili. Ciò nonostante non rinuncia a giocare anche con i piedi e ci riesce. All-in.

Diakité 6 – Non riesce a mettere in mostra la sua esplosività, speriamo per il campo e non per la condizione fisica, ed allora pensa soprattutto a difendere. Arretrato.

Nedelcearu 8 – Sigla il gol che vale tre punti preziosissimi con un colpo di testa potente, voluto e difficile, perché era anche ben marcato. E quindi gli perdoniamo tutto il resto. Goleador.

Ceccaroni 6 – Si trova costretto a fronteggiare il più pericoloso degli avversari in condizioni difficili perché la palla scappa, accelera, si ferma e torna indietro. In un modo o nell’altro ci riesce. Io speriamo che me la cavo.

Lund 5 – Dal suo lato si passa così facilmente che ci fa venire in mente la nota scena del burro in un film di tanti anni fa. Ultimo tango.

Gomes 6,5 – Il gol decisivo è sua comproprietà perché scodella un cross perfetto, forse l’unico di tutta la gara contando i 22 in campo. Per il resto cerca sempre di giocare la palla ma sulla sabbia non è facile. Capo condominio.

Segre 6,5 – Cerca di scuotere i compagni correndo il doppio di loro e arando il campo, che del resto si presta bene. Alla fine scoppia. Contadino.

(dal 37′ s.t. Henderson) s.v.:

Di Mariano 6,5 – Tra le scivolate che fa per recuperare 1000 palloni e le volte che lo buttano a terra, quando esce dal campo la maglia bianca non si distingue neanche più. Infangato.

(dal 24′ s.t. Vasic) 5 – Il suo ingresso è come sempre abbastanza inutile. Ininfluente.

Ranocchia 5,5 – Forse ci ha abituati troppo bene ma non sono certamente queste le prestazioni che ci servono per lo sprint decisivo del campionato. Torna presto.

(dal 14′ s.t. Coulibaly) 5 – Entra che è il più riposato su un campo in cui con il suon fisico dovrebbe dettare legge ed invece vaga come un’anima in pena, non azzeccandone una. Errabondo.

Di Francesco 5 – Non ci ricordiamo una sua azione, un passaggio, un dribbling, un tiro degno di nota. Disperso

(dal 24′ s.t. Traoré) 5 – Lo sapevamo che su un campo così infame non avrebbe concluso niente e così fu. Impantanato.

Brunori 6,5 – In tutta la partita gli arrivano due palloni giocabili, uno peraltro su retropassaggio difensivo: sul primo calcia in acrobazia ed il portiere compie un miracolo, sul secondo lo stesso portiere lo abbatte. Per noi è rigore perché il portiere esce alla disperata con la gamba troppo alta, per l’arbitro pure, per il Var purtroppo no. Capitalista.

(dal 37′ s.t. Soleri) s.v.:

Corini 6,5 – Come abbiamo sentito dire da qualche commentatore più serio di noi ogni volta che il mister è veramente a rischio (ma noi non lo crediamo) la squadra, seppure sporca, brutta e cattiva, si stringe intorno al suo condottiero. In fondo serviva solo questo. Essenziale.

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