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Palermo, la Pec di Di Piazza ai soci: ecco i tanti punti di divergenza

Le ragioni di Tony di Piazza. L’italoamericano ha divulgato in una lettera via Pec, all’attenzione dell’assemblea dei soci e ai membri dell’azionariato popolare (rappresentato dall’associazione “Amici Rosanero”), le ragioni della propria decisione di lasciare le quote – 40% – della Hora Hora, controllante del 99% del club rosanero.

Tanti i punti di divergenza: si va dalla posizione di Paparesta come direttore operativo alle divergenze sul capitale da versare; ma anche poteri e stipendio dell’amministratore delegato Rinaldo Sagramola, una presunta attività di direzione e coordinamento da parte di Damir o di Hera Hora e la non condivisione dei rapporti tra Palermo e parti correlate. Di Piazza afferma: “La partecipazione in Hera Hora a me di riconducibile è di minoranza, il che non mi consente di fare più di quello che ho cercato di fare fin qui. Mi sono quindi visto costretto a fare un passo indietro e a recedere dalla Società”.

Di seguito la lettera integrale: 


“Egregi Signori,

nella mia qualità di socio unico e di amministratore unico di Italplaza Sports LLC (“Italplaza”), società che detiene il 40% delle quote di Hera Hora s.r.l. (“Hera Hora” o la “Società”), ritengo doveroso informarVi del fatto che in data 11 dicembre scorso Italplaza ha formalizzato il proprio recesso dalla Società, ai sensi e per gli effetti dell’art. 29 ss. dello Statuto di Hera Hora.

Le ragioni di tale sofferta decisione sono in sintesi le seguenti.

Come molti sanno, ho deciso di entrare a far parte della Società non già per ragioni di lucro, ma per ragioni di “cuore”, mosso dalla volontà di restituire qualcosa alla mia Terra e di offrire delle possibilità alla squadra di calcio che da moltissimi anni seguo con grande passione. Ho creduto molto in questa impresa, che certo non era la più semplice da realizzare – anche per ragioni geografiche – né la più conveniente sotto un profilo imprenditoriale, ma faccio parte di quella categoria di persone che ancora crede nei valori fondamentali e nell’importanza di non ricondurre qualsiasi decisione alla logica del business. Ho creduto, in particolare, nelle persone con le quali avevo pensato di poter percorrere un lungo cammino verso il successo di una squadra che ritenevo (e aimè ritengo tuttora) meritasse molto più di ciò che ha ottenuto e ho pensato che tale collaborazione potesse andare oltre il gioco dei ruoli tra “minoranza” e “maggioranza”.

Ben presto mi sono tuttavia reso conto che le mie aspettative erano state mal riposte. Non solo sono stato escluso dalla vita della Società (alcune notizie importantissime le ho dovute addirittura apprendere dai giornali!), ma cosa ben più grave le intese raggiunte a suo tempo e sulle quali avevo fondato la mia decisione di entrare a far parte della Società non hanno trovato attuazione secondo quanto mi aspettavo. Ciò con mio grande rammarico, come uomo, come imprenditore e come tifoso del Palermo.

I punti di divergenza che mi hanno condotto a questa scelta sono, come detto, molteplici. In particolare:

– sono state disattese le mie legittime aspettative quanto alla nomina del Direttore Operativo del Palermo Football Club S.p.a. (“Palermo”); è infatti da questa estate che si parla di rinnovare la carica di Direttore Operativo al dott. Gianluca Paparesta e allo stato nulla è stato fatto. Non intendo dilungarmi sulla circostanza, ma tengo a sottolineare l’importanza che la questione rivestiva nella mia prospettiva: il diritto alla nomina della figura in questione rappresentava per me un presupposto importantissimo della partecipazione alla Società, tenuto conto che allo stesso era stato pattiziamente attribuito il compito di partecipare alla formazione del piano finanziario e di vigilare sul rispetto dei budget stabiliti. Tale nomina era quindi, per me, garanzia della corretta gestione economica e finanziaria della Palermo, gestione che rappresenta un innegabile punto di attenzione per una realtà come quella in oggetto, tenuto anche conto delle infelici vicende che ha dovuto affrontare in un recente passato;

non vi è stata convergenza di opinioni tra i soci di Hera Hora con riguardo al tema del richiamo dei decimi di capitale non ancora versati. Personalmente, ritenevo che – come ho chiaramente espresso il 26 maggio scorso – fosse utile provvedere all’integrale versamento dei decimi di capitale di Hera Hora allorché l’apporto di risorse avrebbe potuto giovare alla formazione della squadra (in termini, ad esempio, di scelta dei giocatori da reclutare), ma tale mio pensiero è rimasto isolato e la proposta respinta sul presupposto che non fosse allora necessario tale apporto di risorse. Senonché, di recente, a pochi mesi da quella proposta, è stata bruscamente cambiata rotta e si è deciso di dare corso a tale richiamo di decimi di capitale;

è mancata unità di vedute quanto al tema della sussistenza di un’attività di direzione e coordinamento sulla Palermo da parte di Damir S.r.l., in qualità di soggetto indirettamente controllante, o di Hera Hora s.r.l.. Personalmente (ma nei medesimi termini si è anche espresso il Collegio Sindacale della Palermo, il che conferma la fondatezza della mia posizione) ritengo che attività esista e che non siano quindi corrette le decisioni di segno contrario che sono state recentemente assunte;

– quanto, poi, alla Palermo, non ho condiviso le modalità con le quali si è deciso di trattare i rapporti con le parti correlate, nonché le decisioni in merito all’attribuzione di poteri di cui hanno recentemente beneficiato l’Amministratore delegato e il Presidente del Palermo (attribuzioni che hanno di fatto spogliato il Consiglio dei suoi poteri collegiali), nonché agli adeguamenti retributivi che sono stati riconosciuti al predetto Amministratore Delegato e ad altre figure (adeguamenti che incidono considerevolmente sulla situazione economica e finanziaria della Palermo).

Insomma, i punti di discussione non sono certo mancati in questi ultimi tempi e la lista di questi punti potrebbe anche essere più lunga, ma come mi è stato più volte ricordato negli ultimi tempi, la partecipazione in Hera Hora a me di riconducibile è di minoranza, il che non mi consente di fare più di quello che ho cercato di fare fin qui. Mi sono quindi visto costretto a fare un passo indietro e a recedere dalla Società.

Auguro ad ogni modo il meglio alla mia squadra, che continuerà a rimanere nel mio cuore, un cuore dai colori rosanero.

Cordiali saluti

Tony Di Piazza”.

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24 thoughts on “Palermo, la Pec di Di Piazza ai soci: ecco i tanti punti di divergenza

  1. Questa allenaza non ha mai avuto senso !! Non ho mai capito perché Di Piazza abbia deciso di diventare socio allorché era chiaro che sarebbe stato minoritario e quindi senza potere di decisione rispetto al socio magioritario. Ingenuo ? Fesso ?? Potrete criticare quanto volete Mirri, ma detiene la quota principale e quindi decide lui, stop.

    1. Perchè Di Piazza aveva trovato in Paparesta l’uomo che gli permetteva di avere potere decisionale all’interno della società pur essendo in minoranza. Ma Mirri ha trovato il modo di farlo fuori togliendo di mezzo prima Paparesta

  2. Anche se socio di minoranza visto i soldi che ci ha messo Di Piazza ha il pieno diritto di sapere come il Palermo si muove in ogni senso, e fino adesso il magnifico trio Mirri, Sagramola, castagni ha fallito. Siamo il Palermo e la classifica parla molto chiaro, non biasimo assolutamente Di Piazza ha fatto bene ora vediamo che sa fare Mirri da solo

  3. Al di là dell’accusa di Di Piazza rivolta a Mirri in merito al fatto di non aver voluto rinforzare la squadra, un’altra cosa non quadra e sembra essere una prova schiacciante a favore di Di Piazza: la società, per risparmiare, fa affrontare alla squadra lunghe trasferte in pullman ma poi prevede l’aumento dello stipendio a Sagramola. Mi chiedo se alla luce di tutto questo uno come Di Piazza sia veramente da biasimare. Io fino a oggi ho sempre mantenuto una visione equilibrata, tenendo conto soprattutto l’alibi che ha un imprenditore che, in assenza di introiti e in uno scenario folle da covid come questo, non può e non deve fare spese folli. Però a questo punto qualche dubbio comincio ad averlo. La squadra va in bus e all’AD si fanno i regali? Com’è sta storia???

  4. I soldi non ci sono er pagare il canone dello stadio e per costruire una squadra ingrado di lottare per la promozione però quando si parla di aumentare gli stipendi dg Sagramola ed altri componenti dirigenziali spuntanto subito…..
    Finchè il raccomandato speculatore e l’arrogante dg rimarrano a dirigere le redini di questa società il Palermo non giochera tra i professionisti.
    MIRRI E SAGRAMOLA VIAAAAA

  5. La differenza tra Mirri e Di Piazza è che Mirri è tifoso Di Piazza imprenditore. Tra le altre cose tifoso dell’Inter. Mirri vuole (giustamente) riprendere ciò che ha investito e giocare con il giocattolo a cui tiene molto. Personalmente se Mirri terrà fuori Ferrero e gent++++ come lui dalla società e terrà lui le redini cercando gente seria come soci, mi sento più sicuro.

    1. deciditi. prima dici che Mirri e tifoso è di piazza soltanto soltanto imprenditore e poi dici che Mirri vuole riprendersi i suoi soldi. Mi sembri un po confuso. E comunque sono daccordo sul fatto che si sparagna su tutto (ingaggi giocatori, trasferte, etc) e poi si danno 600.000 euro a Sagramola in una stagione funestata economicamente dal Covid. E’ uno stipendio da direttore di una piccola-media società di serie A………. Ma dai finiamola. Mirri sta venendo fuori ed è una delusione completa.

  6. Tony di Piazza. ha sbagliato e continua a sbagliare – si dice che “i panni sporchi si lavano in famiglia” – ma di piace ha scelto modi e tempi diversi che non aiutano di certo la società nel crescere – cosa voleva che con il suo 40% comandava lui? meglio che se ne va – Palermo ha bisogno di gente con cuore – anche se ha pochi soldi ma che si mette al promo posto la squadra la società la città e i tifosi – non di mercenari – già ne abbiamo avuto diverse sciagure da gente cosi negli ultimi anni –

    1. Ma come fai a dire da tifoso che i panni sporchi si lavano in famiglia . Ci vuole chiarezza invece. Una societa di calcio deve essere idealmente snche di tutta la città (cosi come ha detto anche Mirri). I panni sporchi da lavare in famiglia possono essere quelli all’interno di uno spogliatio (esempio giocatori con allenatori), ma non quelli riguardanti il futuro del calcio a Palermo. Ma che cosa stai dicendo tu ed il tuo amico Sagramola e Mirri. Noi tifosi dobbiamo pretendere chiarezza su quelli che devono essere i programmi di una società. Mi sembra chiaRO che Mirri e Sagramola hsnno una coda ..rascagnosa e si sono messi nel mezzo a Di Piazza. In questo disastyro economico post Covid perchè non investiva su giocatori invece che strapagare un tipo che per il momento ha allestito una squadra da decimo posto. Insomma sono schifiato

  7. Oltre che la distanza geografica, DI PIAZZA dovrebbe candidamente ammettere una distanza di classe SOCIALE. MIRRI certamente non avrà le risorse economiche per andare in SERIE B, ma appartiene ad una classe sociale diversa da DI PIAZZA. Temo che DI PIAZZA l’abbia compreso in ritardo e si sia tirato indietro da una situazione per lui imbarazzante. Tra le altre cose è curioso come DI PIAZZA si lamenta per il presunto adeguamento economico dato a Sagramola però avrebbe voluto che un altro stipendio venisse versato a Paparesta in modo da appesantire ulteriormente il libro paga della Società.
    DI PIAZZA, quando uno decide liberamente di entrare in una Società di calcio come Socio di minoranza e vivi in un altro Continente, devi affidarti ciecamente al management che opera sul posto. Altro che divergenze e divergenze…..
    Piuttosto, se sei un imprenditore autorevole negli USA, cerca qualche acquirente solido dal punto di vista economico e proponigli di entrare nel Palermo come Socio di maggioranza insieme a te, escludendo MIRRI. Poi potrai nominare Paparesta Presidente !!!
    In caso contrario, nessun rimpianto per le tue dimissioni e se proprio vuoi investire nel calcio in Italia, perchè non pensare seriamente alla PARMONVAL (oppure alla JATINA ?)

    1. Ma che vuoi dire con il tuo discorso radical-chic da fighetto con la puzza sotto il naso e parlando addirittura di differenza di ….classe sociale tra i due. A parte il fatto che Di Piazza ti copre di piccioli sia te che Mirri che me e tanti altri ti sembra intelligente affermare nel tuo commento che “DI PIAZZA l’abbia compreso in ritardo e si sia tirato indietro da una situazione per lui imbarazzante derivante dalla differenza di classe sociale” ? Quindi per te si tira indietro perchè soffre di complesso di inferiorità? scusami non voglio offenderti ma mi sembra una stronzata totale.

  8. finchè non recupera quanto ha biuttato nella precedente società non si leverà . non ho mai creduto ai presidenti tifosi.
    romanticherie valide forse nelle categorie amatoriali.

  9. Tutti hanno ragione nessuno ha torto…cominciamo da Mirri, che pur essendo tifoso è anche imprenditore, quindi vorrà riprendersi i soldi fin qui messi sul piatto, obiettivo raggiungimento serie B e vendita al miglior offerente, (purtroppo senza ulteriori capitali da immettere sarà complicato…), Di Piazza giustamente avrebbe voluto più spazio per prendere decisioni importanti all’interno della Società, ma non considerando il fatto che standosene in America mi pare difficile…(voleva Paparesta come suo rappresentante ma glielo hanno impedito, i“volponi”…).Morale della favola: mi dispiace, ma se non arriva gente come Ferrero, Preziosi, De Laurentiis, Lotito, Commisso e sosia di Zamparini, qui il calcio che conta non lo vedremo per parecchi anni, anche se questi soggetti sfrutteranno di tutto di più e poi ci lasceranno nella m…., perché la storia è questa, non avendo imprenditori locali capaci di investire sul calcio a Palermo e credere nel progetto. Spero tanto di essere smentito, aspetto con ansia il rafforzamento immediato della squadra per raggiungere il 3^/4^ posto, che sarebbe a portata di mano con qualche sacrificio

    1. compare “Emigrante Rosanero” sono daccordo con te al 1000 per 1000.. Come dicono a Milano ” il migliore ha la rogna” anche se penso che forse la rogna di Di Piazza è leggermente più leggera” e come te da veri tifosi, spero di essere smentito fatti iniziando da una ipotetica campagna di rafforzamento a FRennaio. E’ nquanno a finisci?

  10. E’ veramente una guerra tra poveri.
    Il problema e solo uno.
    Mirri dice di aver speso 7 milioni di euro…. e vende solo a 70 Milioni….!
    Quindi tutti tranquilli! se Il sig. Mirri non abbassa le sue pretese….
    Per i Prossimi 200 anni solo serie “c”
    Saluti.

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