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Palermo, la rivoluzione “dolce” di Corini è già cominciata

FOTO PEPE / PUGLIA

Idee chiare e rispetto del lavoro svolto in precedenza: sono queste le chiavi dell’approccio positivo di Eugenio Corini sulla panchina del Palermo. Sono bastate due settimane al tecnico per trasmettere i principi di gioco a una squadra con una base solida, la sua ‘mano’ si vede già. Una “rivoluzione dolce” che andrà sempre più a prender piede con gli arrivi dei nuovi acquisti e il cambio di modulo. 

Corini ha scelto da subito di affidarsi al 4-2-3-1 utilizzato da Baldini. Il tecnico è stato molto intelligente, ha riconosciuto la bontà del lavoro svolto in precedenza, ha capito che la squadra si trovava ‘comoda’ in quel vestito e ha fatto di necessità virtù (non c’erano molte alternative, soprattutto a centrocampo). Per le prime due partite ufficiali ha quindi mantenuto lo stesso modulo ma ha innestato i suoi principi di gioco, cambiando l’interpretazione del 4-2-3-1. 

Si vede una squadra pressare ferocemente sulla prima costruzione degli avversari (come faceva con Baldini) ma anche in grado di abbassarsi e ‘accettare’ il giro palla, stringendo le linee e chiudendosi sulla difensiva. La prima grande novità è la fluidità nel cambiare modo di difendere, anche dal punto di vista tattico. Col Perugia Corini ha scelto di schierare i rosa col 3-4-2-1 in fase di non possesso, andando a coprire tutti gli spazi alla compagine di Castori (e costringendolo a cambiare modulo); con il Bari, invece, il tecnico ha optato per il 4-4-2, in modo tale da presidiare le fasce laterali e ‘preservare’ Floriano, liberandolo da particolari compiti difensivi. 


Questo modo di abbassarsi in fase di non possesso permette al Palermo di sfruttare in modo intelligente le ripartenze. I gol contro il Perugia arrivano da calci d’angolo avversari mentre quello col Bari da un recupero palla nella metà campo biancorossa. Vengono così esaltate le caratteristiche di Valente ed Elia, letali in campo aperto, ma anche di Brunori e Floriano, bravissimi nella gestione del pallone. Se poi hai Broh che vince centro contrasti a partita e Damiani che gestisce con lucidità, viene tutto più facile. 

L’approccio cambia anche in fase di possesso palla. La squadra torna sempre al 4-2-3-1 ma non c’è quella ricerca continua della verticalità, tipica del gioco di Baldini, si predilige il palleggio. Decisivo, in questo senso, l’innesto di Pigliacelli; il portiere, infatti, è dotato di buonissima tecnica palla al piede, nella prima costruzione è preciso nell’allargare il gioco e cercare l’imbucata centrale, poi si alza anche tra i due centrali per creare superiorità numerica. Una costruzione dal basso che punta a far uscire le squadre avversarie in modo tale da trovare una più facile imbucata centrale o le fasce laterali, con Sala che col Perugia ha fatto un ottimo lavoro in questo senso mentre nella parte centrale del primo tempo col Bari era Broh ad allargarsi a destra per giocare il pallone. 

Idee chiare, da subito, come affermano tutti i rosanero che sono intervenuti in conferenza stampa, e assimilate in fretta dalla squadra, come invece afferma Corini già nel post-Perugia. Ora viene probabilmente la fase più difficile, quella della transizione al 4-3-3 con questi principi di gioco ma tanti nuovi acquisti, che andranno integrati senza ‘rompere’ il giocattolo (per esempio, come si fa a togliere dal campo uno straripante Broh? O questo Floriano?). La “rivoluzione dolce” dovrà lasciar spazio a un più netto cambio di rotta ma seguendo la stessa strada, che sembra quella giusta. 

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12 thoughts on “Palermo, la rivoluzione “dolce” di Corini è già cominciata

  1. Penso che i primi “nuovi” a essere integrati saranno proprio i nuovi difensivi … Per alzare il tasso tecnico e la qualità della difesa … Gli altri saranno dapprima cambi a partita in corso e cambio modulo …

    1. Io ti dico che se non sarà a fine camapagna acquisti o a gennaio, diversi giocatori che hanno giocato queste prime due partite, saranno ceduti.

  2. La base baldiniana secondo me non verrà stravolta. Su questa Corini apporterà di volta in volta le variazioni. Oggi Floriano incursore, domani Broh tuttofare un po’ a dx un po a sx. Gli innesti di Stulac e Di Mariano saranno quelli secondo me più imminenti. Il resto avverrà con gradualità a mio avviso.

  3. Intanto spero fortemente nel recupero di un terzino sx , Sala o il serbo. Sembra diventato un ruolo maledetto , anche se Crivello ha fatto il possibile con tutti i suoi limiti. Arriverà a mio avviso anche una punta . Di Carmine ? Vedremo.

  4. Mi intrigherebbe questa squadra. Pigliacelli. Buttaro/Pierozzi Nedelcerau Bettella Sala. Segre Damiani. Elia/Valente Stulac Di Mariano. Brunori.

  5. La prima modifica deve avvenire in difesa ,Marconi non può fare il titolare e Crivello non è proponibile neppure come sostituto ,a centrocampo l’attuale Broh è insostituibile e Stulac viene a Palermo per fare il titolare mentre Damiani si giocherà con i probabili nuovi arrivi(Segre,Saric), in avanti Brunori è il perno di tutto anche perchè attualmente non ha un rivale ,Floriano sta facendo benissimo ma lo vedo come un’arma da sfruttare dalla panchina perchè penso che Di Mariano dia più garanzie , sugli esterni si giocano il posto Valente ed Elia con Soleri come jolly da panchina da sfruttare per sostituire uno dei profili del tridente offensivo.

  6. Non credo sia il modulo la forza di questa squadra, anche il 4-3-3 è un ottimo modulo che una volta assimilato potrà dare ottimi risultati. La vera forza è la mentalità acquisita e mantenuta da ormai diversi mesi a questa parte, Corini dovrà lavorare costantemente sul mantenimento di questa predisposizione al sacrificio ed al coraggio di contrastare gli avversari in maniera aggressiva e propositiva. Quello che mi continua a colpire di questa squadra è il modo di affrontare gli avversari fuori casa, e credo che con il Bari davanti a 35 mila spettatori abbiamo fatto l’ennesima grande prestazione, peccato perché potevamo chiudere tranquillamente il primo tempo sullo 0-2. Nel secondo tempo ovviamente abbiamo pagato la mancanza di sostituti adeguati a centrocampo ed in difesa che è il reparto meno forte che abbiamo.
    I nuovi si inseriranno con i giusti tempi anche perché Broh ad esempio non si può assolutamente toccare, Valente, Elia, Di Mariano sarà pure un bel rebus…..

  7. Certamente , Stulac in campo . Nel 4231 però lo sposterei un po’ più avanti , creando una diagonale con Damiani . Avremmo filtro e palleggio. Questa la mia idea , però chiaramente tutta da verificare e soprattutto da vedere se tra le opzioni di Corini.

  8. Non sono tanto convinto che in fase di non possesso il Palermo si sia disposto a tre dietro col Perugia e col centrocampo a 4 a Bari. Ci sono le caratteristiche dei singoli che dettano le varianti tattiche. Sala sicuramente, ad es., essendo abbastanza tecnico, non è proprio nella spinta che trova il suo repertorio migliore. Ecco che dietro è un punto di riferimento per la costruzione dal basso. Perchè sa gestire bene la giocata in quella fase. Questo Corini lo sa e ha adattato le caratteristiche del singolo all’efficacia del gioco. Insomma è un pò una situazione inversa. Non dimentichiamo che molti di questi effettivi non li ha scelti Corini. Ben venga tutto, però, quando il gruppo recepisce ed è fatto di ottimi professionista come sembra questo. Per il resto riconosco l’analisi del redattore come reale. Quello che si è visto è evidente. C’è in effetti lo spirito baldiniano e i nuovi concetti di Corini i tema di transizione sia positiva che negativa. Concordo sul fatto che Floriano, coi piedi che ha può fare benissimo il trequartista purché non sia onerato di compiti di copertura o portare il pressing, vista anche l’autonomia limitata. Ed in effetti la sua efficacia in quel ruolo si è vista più che con Filippi che qualche volta lo ha provato lì, sostanzialmente snaturandolo. Sono molto fiducioso e ottimista. I nuovi sono eccellenti e non ci metterei la mano sul fuoco che il nuovo centrocampo del palermo sia necessariamente a tre come marchino di fabbrica di Corini. Vedremo

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