Palermo, la sfida all’Avellino e la strage di Capaci: l’incubo ritorna dopo 29 anni
Palermo – Avellino in campo il 23 maggio. Sembra quasi uno scherzo della storia, 29 anni dopo. La partita che potrebbe segnare la clamorosa svolta della stagione calcistica della squadra rosanero, riporta automaticamente alla mente la sfida di 29 anni fa. Una gara davvero “indimenticabile”, nel senso peggiore del termine, sportivo e non.
Solo un giorno di differenza. Era il 24 maggio 1992 quando la squadra rosa affrontò i lupi in trasferta in un’annata difficile. Stessa partita ma motivazioni di classifica molto diverse. Alla guida della formazione rosa c’era Gianni Di Marzio per cercare una salvezza diventata complicata a causa di un pessimo rendimento in trasferta. Ad allenare i biancoverdi, invece, c’era Ciccio Graziani, un campione del mondo che però non ha mai fatto fortuna in panchina: l’Avellino era ormai retrocesso, non aveva nulla da chiedere al campionato e qualche giorno prima era stato ferocemente contestato dai tifosi che avevano disseminato il campo di allenamento di croci.
Sulla carta era una vittoria in trasferta tutt’altro che difficile sul piano tecnico. Ma la partita cambiò inaspettatamente prospettiva. Il Palermo aveva ben altro in mente: il giorno prima del match decisivo, proprio quando la squadra raggiungeva Avellino, si era consumata la strage di Capaci, probabilmente la pagina più triste e oscura della Sicilia, una delle pagine più nera dell’Italia repubblicana. Una notizia che ha travolto la squadra, che ha scioccato tutti in ritiro: non si è parlato più di altro se non di quelle immagini devastanti che venivano trasmesse da tutti i canali nazionali.
Una città nel lutto, lo sgomento per quella ferocia, perfino la circostanza di essere passati sul luogo dell’eccidio, sull’autostrada verso Punta Raisi, poco prima dell’esplosione terrificante: nella testa dei calciatori c’era tutto tranne che il calcio. Con quale stato d’animo si poteva giocare quella partita? Finì 2-1 in favore dell’Avellino, nonostante il Palermo fosse passato in vantaggio.
Il sorteggio dei playoff adesso propone questa incredibile coincidenza: è di nuovo Palermo – Avellino, proprio alla vigilia del 29esimo anniversario della strage di Capaci che, a causa del Covid, anche quest’anno sarà piuttosto avara di manifestazioni celebrative. E bene ha fatto il Palermo a chiedere (e ottenere) il permesso della Lega per interrompere il gioco per un minuto, alle 17.57, in omaggio al giudice Giovanni Falcone, alla moglie Francesca Morvillo e agli agenti della scorta. Con lo stadio Barbera vietato al pubblico e la via Notarbartolo orfana della abituale processione di palermitani davanti all’albero Falcone non ci poteva essere occasione migliore per ricordare, ai palermitani ma anche a tanti italiani collegati in streaming, quel minuto che sconvolse l’Italia.
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