Palermo, la sveglia suona troppo tardi: restano i rimpianti. Le pagelle ironiche di A&F
La vittoria è bella. La vittoria mette serenità. La vittoria ti regala una settimana tranquilla. Ma perché dovevate mettere questo turno infrasettimanale e farci tornare a tribolare così presto? A Mantova c’è un solo risultato possibile per cominciare una rincorsa seria come quella di Fantozzi nel finale della Coppa Cobram e a noi sale già l’ansia da prestazione.
Dionisi ha un poco di struppiati e deve pure ragionare sul turnover come fanno gli allenatori di un certo livello. E così Nedelcearu prende il posto di Banyia che è alletticato. Ranocchia fa rifiatare Verre che è sempre un po’ impiccicato con la sputazza e non può giocare troppo. E poi a destra torna Di Mariano al posto di Di Francesco.
L’inizio è più da partita di scacchi che di calcio. Gente che gioca la palla sulla linea di porta, passaggi continui, perfino sguardi conturbanti, tutto fuorché dribbling e azioni spettacolari. Il vero regista del Mantova è il portiere e il baricentro dei padroni di casa si attesta praticamente sul dischetto del rigore. Il Palermo non pressa più di tanto per paura di scoprirsi e aspetta le accelerazioni improvvise del Mantova che a noi un po’ di paura la mettono.
Il palleggio del Mantova è snervante ma il Palermo comincia a salire e pressare e la sensazione è che qualche minchiata in questo tiki taka dei poveri ci possa scappare. Ma non succede praticamente nulla e al fischio del primo tempo ci ritroviamo infastiditi come un pensionato in fila alle Poste per questo possesso palla snervante del Mantova.
Si rientra con Lund al posto di Ceccaroni sperando che il Palermo si svegli un po’. Ma proprio quando ci aspettiamo il Palermo arriva il gol del Mantova su una accelerazione su cui ci facciamo trovare completamente impreparati con Diakite addormentato. Sul passaggio al centro arriva il gol che però l’arbitro annulla al Var per fallo di mano largo mezzo metro dopo l’esultanza dei padroni di casa! Meno male!
Entra Le Douaron per Henry ma a fare la partita resta il Mantova. Poi il Palermo torna a organizzarsi ma resta troppo impreciso con Ranocchia che calcia addosso al portiere da dentro l’area piccola. Dionisi prova a vincerla e fa entrare Verre e Appuah a cui ci affidiamo con tutte le speranze possibili. Entra anche Di Francesco per Di Mariano e ci giochiamo il tutto per tutto. Il Palermo ci prova proprio alla fine ma su un “due contro uno” Appuah si annappìa e non vede il compagno solo. Noi gliene diciamo tante fino a quando il vicino di casa bussa per sapere se qualcuno si è sentito male.
Si chiude in avanti con qualche punizione calciata male e qualche calcio d’angolo non sfruttato ed un po’ di amaro in bocca al fischio finale. Si poteva vincere ma alla fine resta solo un punto, che ai nostalgici anni ’80 come i nostri amici Giulio e Marcello piace sempre, ma a noi lascia qualche rimpianto di troppo.
Desplanches 5,5 – Il Mantova attacca tanto ma per fortuna non tira quasi mai e quando lo fa calcia fuori, in compenso crossa parecchio e sui palloni alti lui esce sovente a casaccio. Farfallone.
Diakité 5 – Dal suo lato il Mantova crea le azioni più pericolose, perché lui è spesso fuori posizione, in ritardo o semplicemente pensava ai fatti suoi ed analoghe considerazioni valgono per le sue propulsioni offensive. Svagato.
Nedelcearu 6,5 – Insegue gli attaccanti avversari quasi fino alla linea di centrocampo e questa cosa da vecchio stopper ruvido ci piace tanto. Nostalgici (noi).
Nikolaou 6,5 – Come il compagno di reparto non lascia 30 centimetri di spazio a tutti quelli che circolano dalle sue parti. Francobollo.
Ceccaroni 5 – Si preoccupa soprattutto di difendere, e non sempre con precisione, e infatti non partecipa praticamente mai alla manovra offensiva. Ritroso.
(dal 1′ s.t. Lund) 5,5 – Entra per provare a rendere più pericolosa la manovra sulla fascia sinistra ma alla fine anche lui preferisce rimanere in copertura, rischiando qualcosa di troppo, ma per fortuna ci pensa il Var ad annullare il goal del Mantova su cui sembrava comunque in ritardo. Timoroso.
Segre 6,5 – Le migliaia di passaggi degli avversari gli mandano il sangue in testa e glielo fa capire “carcagnando” come e quando serve. Rabbioso.
Gomes 6 – Stavolta deve occuparsi anche dell’impostazione del gioco, visto che chi dovrebbe farlo non lo fa, e alla fine ne risente anche la sua prestazione in fase di recupero e copertura. Oberato.
Ranocchia 5 – Speriamo sempre che torni il giocatore che tanto ci aveva illuso appena arrivato a Palermo, ma anche degli inguaribili ottimisti come noi cominciano a vacillare nelle loro certezze quando spara malamente addosso al portiere un pallone al limite dell’area piccola che doveva sfondare la rete. Desaparecido.
(dal 26′ s.t. Verre) 6,5 – Sarà un caso ma i 25 minuti in cui è in campo sono quelli in cui il Palermo gioca meglio e crea le occasioni che avrebbero potuto consentire la vittoria. Matematico.
Insigne 7 – Ormai i suoi detrattori devono arrampicarsi sugli specchi per continuare a criticarlo perché per impegno, corsa, capacità di recuperare palloni e cercare comunque la giocata decisiva sembra un altro giocatore rispetto a quello che conoscevamo. Crescendo Rossiniano.
(dal 26′ s.t. Appuah) 5 – Non gli possiamo perdonare il contropiede due contro uno sprecato malamente con un tiro che non si vede neanche al calcetto del martedì, soprattutto quando hai un compagno tutto solo da lanciare a rete. Egoista.
Henry 5 – Stavolta non gli riesce neanche tanto bene il gioco di fare salire la squadra per alleggerire la rete di passaggi del Mantova. Non parliamo delle conclusioni a rete su cui risulta goffo ed impreciso. Affaticato.
(dal 12′ s.t. Le Douaron) 6,5 – Finalmente lo abbiamo visto reattivo, pronto a lanciarsi negli spazi e calciare a rete ed anche abbastanza motivato e pronto alla battaglia. Provaci ancora Sam.
Di Mariano 5 – Tanta corsa, tanto impegno ma di cose concrete non ne combina neanche una. Impalpabile.
(dal 34′ s.t. Di Francesco): s.v.
Dionisi 6 – Il presunto tiki taka degli avversari costringe il Palermo a giocare soprattutto di ripartenza e se è vero che alla fine rischia poco, è altrettanto vero che certe partite bisogna giocare per vincerle se si aspira a determinati traguardi. Sparagnino.