Palermo, le altre false partenze: Corini come Sannino e De Zerbi
La partenza del Palermo in questa Serie B desta anche le peggiori preoccupazioni. 10 partite rappresentano un crocevia importante per la stagione di qualsiasi squadra: si tratta di più di un quarto di campionato, tirare delle somme diventa inevitabile, soprattutto se non si è al passo con quelle che erano le aspettative di inizio stagione. Questo del Palermo, è stato ormai ripetuto a più riprese, è uno dei peggiori inizi della storia rosanero e i precedenti dagli anni 2000 in poi fanno rabbrividire.
Gli uomini di Corini in questo inizio di campionato hanno totalizzato 9 punti con 2 vittorie, 3 pareggi e 5 sconfitte. Dalla stagione 2000/01, anno della promozione dalla Serie C1 alla B, fino a oggi, il Palermo aveva fatto meno di 9 punti nelle prime 10 partite di campionato solamente in due occasioni: nella stagione 2012/13 (Serie A), con 8 punti e nella stagione 2016/17 (Serie A) con 6 punti. Cosa hanno in comune queste due partenze? Il fatto che il Palermo sia poi retrocesso a fine campionato. Tocchiamo ferro.
Il Palermo di Corini ha ancora tutto il tempo del mondo per recuperare, uscire dalla zona retrocessione e dall’imbarazzo per giocare un campionato tranquillo ma i segnali d’allarme non vanno mai ignorati, la storia recente lo insegna. E’ però obbligatorio sottolineare le molteplici differenze tra questo Palermo e quelli retrocessi dalla Serie A alla B.
Categoria a parte (che non è sicuramente di poco conto), il Palermo retrocesso nel 2013 era figlio dei gravi problemi societari nati subito dopo la finale di Coppa Italia. A più riprese Maurizio Zamparini ha sottolineato in quegli anni la sua volontà di vendere la società perché non più in grado di sostenerla economicamente. I tecnici in quella stagione furono Sannino, Gasperini, Malesani (dopo l’esonero di quest’ultimo, vennero richiamati Gasperini prima e Sannino poi). Erano tra l’altro molti i giocatori simbolo ancora presenti, come Miccoli, Ilicic, Sorrentino (arrivato in corsa) e dei giovani Vazquez e Dybala.
La stagione 2016/17 iniziò male e finì peggio: Ballardini dopo aver pareggiato in casa dell’Inter alla 2a giornata si dimise e al suo posto arrivò De Zerbi, che viene ancora oggi ricordato per la sua disastrosa gestione. Nelle prime 5 partite totalizzò 4 punti, poi arrivarono 7 sconfitte consecutive (record negativo) che lo fecero entrare nella storia rosanero e l’inevitabile esonero. Quello fu l’anno della prima volta in panchina di Eugenio Corini (dimissionario dopo 7 partite), di Diego Lopez e di Diego Bortoluzzi. Lato societario, si dovette assistere all’avvento di Paul Baccaglini, il presidente “Iena” rivelatosi alla fine un bluff. Era un Palermo incompiuto, disordinato, forse troppo giovane e più che mai il risultato della voglia del presidente Zamparini di vendere a tutti i costi.
Il Palermo targato City Group del 2022 ha delle certezze diverse: Il presidente Mirri continua a ripeterlo: “Il futuro è sicuro“. Ed è sicuramente il fattore che traccia un’enorme differenza tra il Palermo delle due stagioni appena citate, al termine del proprio ciclo, e quello attuale, all’inizio della sua storia che viste le capacità della nuova proprietà in molti sperano essere più splendente di quello dell’era Zamparini, che dopo queste prime 10 giornate di Serie B sembra lontanissimo.
Le certezze che mancano sono però in campo: nessuno si aspettava questo inizio, di sicuro neanche la nuova proprietà che aveva comunque messo le mani avanti a inizio stagione: ciò si è evinto dalle parole di Gardini, che aveva esortato a fare qualcosa in più. Corini dal canto suo sta provando a ridisegnare il Palermo partendo dalle cose più semplici: dalla ricerca del dominio del gioco e la pressione alta delle prime partite, si è per forza di cose passati a un atteggiamento più difensivo ed equilibrato, da squadra di lotta… a squadra in lotta per non retrocedere.
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Paragoni improponibili. Insopportabile questa fissazione di paragonare questo Nuovo Palermo, con il Palermo di Zamparini. Le due retrocessioni (dalla SERIE A) di quest’ultimo portarono comunque serie B da primato (una da record) e paracadute milionari (grazie anche ad ANZIANITA’ in Serie A, e non certo al blasone, 10 milioni di questi bruciati per una vittoria inutile contro l’Empoli, alla faccia dei ‘tracchiggi ri zempirino’). Per paragoni attendibili, e neanche tanto, dovete partire da Ferrara e andare indietro.
De Zerbi è un grande non si può neppure accostare a Corini, figuriamoci a Sannino ah ah uno dei peggiori mai visti
Anche in quelle 2 occasioni si diceva c è ancora tempo….