Santana: “Sarà l’anno più importante della mia carriera, sono emozionato”
Parla Mario Alberto Santana e lo fa da leader di questo Palermo. L’esperto giocatore, intervenuto in conferenza stampa, spiega la sua scelta di tornare in rosanero e le sensazioni in vista della stagione.
PALERMO, ECCO I NUOVI PROFILI SOCIAL
ORE 13.04 – “Lavoreremo tre settimane, non dobbiamo piangerci addosso per il tempo perso e ringraziare la società che ci ha messo tutto a disposizione per lavorare bene. Riusciamo a stare insieme, a parlare, in campo abbiamo dottori e fisioterapisti, c’è tutto quel che serve. Dobbiamo solo andare in campo senza piangerci addosso, l’unico modo che abbiamo per ringraziarli è sul campo”.
ORE 13.03 – “Credo che la differenza la faccia un gruppo unito, non tanto chi gioca o se uno è più vecchio. Questo in Serie D non conta tanto. L’unione e l’obiettivo del gruppo invece sì. Se la squadra va dritta verso la montagna che deve scalare, allora diventa più facile”.
ORE 13.02 – “Ovviamente cerco di dare qualcosa durante l’allenamento, dico sempre qualcosa che possa essere d’aiuto, ma anche fuori dal campo. Dentro c’è l’allenatore, che è molto preparato e arriva ai giovani in una certa maniera. Quello più importante per noi è fuori, nel modo di vivere in gruppo e nella vita privata”.
ORE 13.01 – “Non conoscevo Ricciardo, c’è ancora da lavorare tantissimo, siamo qui da soli cinque giorni. Ci vorrà tempo, ma siamo intelligenti e c’è voglia di fare bene, così diventa tutto più facile”.
ORE 13.00 – “Dobbiamo essere una famiglia, il presidente lo dimostra per primo. Dobbiamo cercare di essere positivi e tutto il mondo che circonda questa società deve esserlo. Da quando sono qui sento parlare il presidente e dà questa sensazione di famiglia, cercheremo di continuare tutto l’anno”.
ORE 12.59 – “Il gruppo? La cosa positiva è che sono tutti molto educati, hanno molta voglia di lavorare. Non ho ancora sentito parlare nessuno in campo e significa che siamo concentrati, questa è una base importante e non è scontato che i giovani siano così volenterosi di dare il massimo”.
ORE 12.58 – “Se sono qui oggi è perché posso giocare, se non fossi in grado di fare due metri, non avrei mai fatto questa scelta. Alla fine io vivo a Palermo e so di andare incontro a tante cose, ma so di poter dare ancora tanto fisicamente”.
ORE 12.57 – “Negli ultimi tre anni ho giocato da seconda punta, mi sto trovando bene e a 37 anni devo ancora imparare i movimenti, mi sono ritrovato in un ruolo in cui non ero abituato. Ho fatto dei passi in avanti e ho sempre dato il mio contributo alla Pro Patria. Il trequartista l’ho sempre fatto, sono a disposizione dell’allenatore”.
ORE 12.56 – “Sono un palermitano adottato, poi capitano lo si diventa dimostrandolo in campo. Non c’è bisogno di avere la fascia, so che quando scenderò in campo darò tutto per la maglia e per le persone che sono venute a vedere il nostro primo allenamento. La cosa importante è sapere cosa stiamo andando ad affrontare”.
ORE 12.55 – “Tutto mi emoziona, tutte le piccole cose che mi fanno venire la pelle d’oca: la famiglia, i parenti, la città, il fatto di avere iniziato qui la mia carriera. Quella strada mi ha portato qui, oggi. I miei figli sono palermitani e pur essendo argentino, mi sento parte di Palermo. Piccole cose che mi rendono molto emozionato”.
ORE 12.54 – “Il ‘vecchio’ Palermo è il passato, questo è più importante e sarà l’anno più importante della mia carriera, spero lo sia anche per i miei compagni”.
ORE 12.53 – “La volontà di tornare a Palermo nasce perché avendo così tanta passione per questo lavoro so di poter dare ancora qualcosa. Sono stato io a contattare Sagramola per chiedergli di far parte di questo inizio, loro mi hanno dato fiducia e gli sarò sempre grato. Ci sono tanti giocatori senza lavoro, noi dobbiamo sentirci tutti fortunati di avere questa opportunità. Cercherò di ripagarli al massimo”.
ORE 12.51 – “La cosa più importante è che i giovani hanno valori, hanno qualità e non è facile. Saranno loro a darci una mano durante l’anno. Questi giorni sono serviti per lavorare sul campo, ma soprattutto fuori, per conoscerci meglio. Il tempo è poco e la cosa più importante nel gruppo è sapere di cosa hanno bisogno i compagni, specie i giovani. Il campo è la cosa che conta, ma senza un gruppo unito si fa fatica. I giovani sono disponibili, la squadra si sta comportando bene e sappiamo di avere una grande responsabilità. Ce la prenderemo noi grandi, mi aspettavo questo amore da parte dei palermitani, ma capisco che i giovani possano avere un po’ di difficoltà. Cercheremo di essere bravi noi a dar loro tranquillità”.
ORE 12.50 – “Non so se chiamarmi leader, penso che quest’anno il Palermo debba avere una famiglia, tutti devono essere leader. Sarà un anno difficile, con tante aspettative, ma bisogna essere molto uniti per rendere al meglio”.
ORE 12.48 – “Negli ultimi anni sono passato da Frosinone, poi sono tornato a Genova e ho fatto sei mesi fuori rosa. Lì per lì avevo deciso di smettere, avevo perso la voglia, ma mi ha chiamato la Pro Patria. Sono stato tartassato per due mesi e dopo un po’ di tentativi sono andato in questa società che mi ha dato fiducia. Oggi sono molto felice ed emozionato di essere nel Palermo, perché vedo gente che già conoscevo
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Lo vedo bello carico, abbiamo a mio avviso un’ottima squadra per la categoria. Con altri due attaccanti di categoria, per rinfoltire il reparto, vinciamo il torneo prima di Natale.