Morganella e la ricetta per vincere il derby: “Servono fame e voglia”
Non è più rosanero da quasi quattro anni, dal 2018, ma quell’esperienza non la dimenticherà mai. E per il derby vuole esserci, almeno con il pensiero. Michel Morganella a Palermo ha lasciato cuore e polmoni. “Ho vissuto parecchi anni, sia belli che brutti. Amo la città, mi sono affezionato ai suoi abitanti: è casa mia. Lì ho ancora tanti amici, quando torno è un piacere immenso. I bambini me lo chiedono continuamente!”.
L’emblema della “maglia sudata”, apprezzato per la sua grinta qualunque fosse il risultato. Il treno svizzero ha percorso i binari rosanero per circa 7 anni in 20 di carriera: 101 presenze e la promozione dei record in A con Iachini. Mica male per il difensore esterno dai mille look e tatuaggi che ama le auto sportive. “Ho dato tutto fino alla fine, come sono abituato a fare in ogni club. Io testa calda? È una parte del mio carattere, potrebbe anche essere positivo. Fare il padre però ti cambia per forza: meno cavolate e non appaio sempre sui social come in passato. A volte mi spaventano per la crescita dei miei figli”.
Ora un infortunio lo tiene fermo mentre è in forze al Chiasso, con il quale ha prolungato il contratto fino al termine della stagione. Come sempre, di staccare, il classe ‘89 non vuole proprio saperne e conserva la grinta di un leone: “Ho un problema al tendine di Achille e dovrei rientrare a gennaio. Tornerò ancora una volta più forte di prima“. Un’altra dimostrazione di caparbietà. “Ho avuto tre infortuni brutti e sono ancora qui. Fin quando il fisico regge, giocherò”. Mollare? Praticamente impossibile. “Chi mi conosce sa come sono fatto“.
“Mek Mek” e il Derby della Sicilia
A Palermo è nato il primo figlio, Marlon: “Dixon a Sion e l’ultima arrivata è Alison. Con Johanna siamo contentissimi, la nostra vita è dedicata a loro”. Nel capoluogo siciliano c’è addirittura un fan club tutto suo. E quel soprannome, “Mek Mek“, che riecheggia ancora tra le strade della città, può rendere la dimensione dell’attaccamento dei tifosi a un giocatore che sa sicuramente cosa significhi scendere in campo con la formazione rosanero. Anche per affrontare il Catania. “Bisogna capire l’importanza di questa gara. Le persone per strada mi dicevano che preferivano retrocedere piuttosto che perdere contro i rossazzurri. Sapevamo che era una partita speciale e che vinceva solo chi aveva fame e voglia”.
“Quando si ottiene il successo, è una soddisfazione incredibile. Il derby della Sicilia è importante quasi come Milan – Inter, soprattutto quando eravamo in Serie A”, prosegue Morganella che mette a disposizione la sua esperienza per i rosa: “La mia prima volta? Una giornata tremenda. Ero in panchina e perdemmo 4 – 0 con Mascara che segnò addirittura da centrocampo”. Poi la parentesi al Novara e il ritorno da protagonista: “Nel 2012, quando sono tornato, ho vinto il mio primo derby e ho finalmente capito che questo tipo di sfide non si prepara a livello tecnico-tattico, ma nella testa“.
Un suo assist propiziò il gol con cui Miccoli aprì le danze. Al Barbera finì 3 – 1. Ma il ritorno al Massimino non fu entusiasmante, pareggio per 1 – 1. Michel c’era. “Anche domenica si giocherà a Catania. In trasferta è sempre più difficile, ma niente è impossibile. Serve determinazione. Ogni giocatore deve essere concentrato e immedesimarsi nella passione dei tifosi“.
La gara contro i rossazzurri diventa anche un banco di prova. “E di maturità. Potrebbe esserci in formazione chi sfrutta le proprie possibilità, facendo una grande partita e chi, magari, se la fa addosso. Un consiglio? Portare i tre punti a casa. Può sembrare una banalità, ma bisogna dare un segnale. Il Palermo in C non ha senso, il suo livello è ben altro. La lotta col Bari è serrata”. Morganella sa di che parla. “Seguo sempre tutti i risultati”. E non è facile dalla Svizzera, dove il campionato di C non può affidarsi alle tv. Si risolve smanettando su internet. Lui al Massimino ci sarà, non di presenza ma sicuramente col cuore.
Una curiosità: che fine ha fatto la Ford Mustang che lo accompagnava agli allenamenti al Tenente Onorato? Un’auto da film. Praticamente un altro eterno amore. “Sto pensando di cambiarle colore. L’obiettivo è tenerla in perfette condizioni per anni, poi la farò guidare ai miei figli”.
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