Palermo, si vede la “mano” di Boscaglia. Il Barbera può dare la svolta
La notizia a mio avviso più importante dentro l’importantissima vittoria, calcisticamente parlando per il Palermo e i suoi tifosi, è che Roberto Boscaglia c’è e finalmente si vede.
Eravamo tutti decisamente contenti quest’estate quando, tra le mille incertezze legate ad una situazione economica non floridissima e agli enormi problemi che l’incubo Covid 19 ha portato e sta portando anche allo sport più amato, la società rosanero riuscì ad assicurarsi per la panchina l’allenatore gelese, capace di ottenere con il Trapani eccellenti risultati ma anche di entusiasmare il pubblico e gli osservatori con un gioco brillante e spumeggiante, frutto di una filosofia del calcio votata ai gol e allo spettacolo.
Compatibilmente con la qualità tecnica della “rosa” di giocatori messa a sua disposizione, ci aspettavamo dunque di vedere in campo un Palermo altrettanto brillante, combattivo, incisivo, votato all’attacco. Per una serie ben nota di motivi – organico in continua evoluzione, oggettiva necessità di costruire gioco e schemi commettendo anche inevitabili errori, contagi in massa e partite rinviate, infortuni e squalifiche -, nelle partite giocate fino a giovedì, a parte i segnali di risveglio a Catanzaro e la straordinaria prestazione nel derby, non si era neanche lontanamente vista la squadra plasmata da Boscaglia, con la sua mentalità e il suo approccio tecnico.
A Castellammare di Stabia, sul campo di un’avversaria certamente non tra le più scarse del girone, è successo quello che attendevamo e finalmente abbiamo visto un Palermo non soltanto per la prima volta vincente in questo campionato, con tre punti di straordinario valore per la classifica, il morale e l’ambiente, ma anche decisamente bello e divertente, compatto e determinato, anche incisivo nonostante ancora tante assenze e alcuni persistenti errori e ingenuità.
Abbiamo visto insomma “la mano” del tecnico sulla squadra e questo è un passo in avanti fondamentale in vista di una sequenza di partite, cinque di fila in casa in diciassette giorni, che virus permettendo potrebbero dare al cammino dei rosanero la svolta positiva che tutti auspicavamo all’inizio. Che in termini concreti e senza inutili voli pindarici significa provare alla fine ad arrivare ai play off per la promozione.
In questo appuntamento con il Vulcanico rosanero, che stavolta mi piace molto scrivere perché sono decisamente soddisfatto della partita che ho visto su Eleven Sports sul mio computer (senza interruzioni, che bello!), mi piace molto citare tre giocatori in particolare, senza togliere nulla agli altri: 1) il buon Andrea Saraniti, palermitano Doc, che dopo tante amarezze e critiche si è finalmente sboccato sul campo della Juve con un gran bel gol (così come quello del 2-0 del prezioso Roberto Floriano) che premia l’impegno sempre profuso e l’attaccamento alla maglia della squadra della sua città comunque dimostrato, anche in questo inizio per lui difficilissimo; 2) Malaury Martin, confermato dall’allenatore e per me assolutamente indispensabile in campo per le sue capacità, unico forse nell’organico rosanero, di ragionare e impostare il gioco da regista vecchio stampo; 3) Moses Odjer, piccolo e valoroso combattente gagliardo, presente in ogni parte del campo a recuperare palloni, anche lui estremamente prezioso per la squadra. E poi voglio anche dire che ho visto finalmente una difesa più solida e concentrata, che mi sembra un altro passo in avanti molto importante.
Insomma il Palermo “by Roberto Boscaglia” sembra stia finalmente prendendo corpo, anche se è necessario non entusiasmarsi troppo, mantenere i piedi per terra e lasciare lavorare il tecnico, vivendo alla giornata, più che mai in questa situazione così complessa per la presenza del virus maledetto che blocca giocatori e fa rinviare le partite.
Il Palermo ora torna in campo contro la Paganese allo stadio Barbera – purtroppo senza Odjer squalificato e Saraniti infortunato -, dove poi ospiterà di fila fino al 2 dicembre, ogni tre giorni, Potenza, Turris, Monopoli e Viterbese. Tra recuperi e partite regolarmente in calendario la squadra rosanero avrà in quello che è il suo stadio, anche se vuoto, l’opportunità di imprimere una svolta diversa e migliore al suo finora incerto campionato. Speriamo bene e incrociamo le dita.
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