Palermo, quanti ex a Euro 2020: la formazione rosa nel torneo
Gli Europei di calcio entrano nel vivo e, oltre a colorarsi di “azzurro” grazie ai successi della squadra di Mancini, si tingono anche un po’ di rosa. Sono undici i calciatori, divisi nelle rispettive nazionali, che compongono “l’Euro Palermo“, una formazione di elementi che in passato sono transitati da viale del Fante e che oggi giocano la competizione.
A difendere i pali di un’ipotetica formazione troviamo Salvatore Sirigu (Italia). Difesa a quattro con la meteora Celustka ( Repubblica Ceca, 1 presenza zero gol col Palermo), Kjaer (Danimarca), Glik (Polonia) ed Emerson Palmieri (Italia). A centrocampo Cristante (Italia) e Dawidowicz (Polonia). Dietro l’unica punta Belotti (Italia), linea a tre di trequartisti composta da Trajkovski (Macedonia del Nord), Sallai (Ungheria) e Quaison (Svezia).
La formazione rosanero all’Europeo:
Euro Palermo (4-2-3-1): Sirigu; Celustka, Kjaer, Glik, Emerson Palmieri; Cristante, Dawidowicz; Trajkovski, Sallai, Quaison; Belotti.
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Tempi imparagonabili con quelli attuali: ridicoli e vergognosi, non solo poveri, perché la povertà può starci quando c’è umiltà e chiarezza e voglia di andarsene per la giusta consapevolezza di non essere all’altezza e per amore di Palermo.
A distanza di tanto tempo, ancora ci stanno giocatori e che giocatori dell’era Zamparini.
Incredibile cosa è passato da Palermo… e qui invece si combatte per ingaggiare giocatori il cui futuro può essere tra la C e la D
dove e chi sono quelli che….. meglio in seri D che con Zamparini….. Restavano fuori dallo Stadio a Remare contro…..senza vergogna….
Ed allora vediamoli questi giocatori di cui ci aveva omaggiato Zamparini ma ricordiamo perché sono andati via:
Salvatore Sirigu, svenduto al PSG ( Leonardo non poteva crederci) per quattro soldi perché “non sapeva fare le uscite” parole del friulano. In realtà voleva un aumento di 100mila euro provenendo dalla primavera ed avendo fatto un campionato di A ad altissimo livello. In compenso il grande conoscitore di portieri ( Santoni, Posavec, Ujkani) ci propinò al suo posto il greco Tzorwas. In questo caso a non poterci credere erano i tifosi della sua ex squadra greca che sui social commentarono che il loro portiere era bravino ma certo non era da serie A, tantomeno per una squadra forte come il Palermo.
Celustka mi scuserete ma non lo ricordo. Kjaer campionissimo venduto appena possibile per fare cassa; Glik Ottimo centrale venduto al Torino perché costava troppo come ingaggio e non garantiva possibili plusvalenze. Emerson Palmieri, arrivato in prestito si vedeva che fosse forte, ma si preferì puntare su Pisano perché di proprietà e si sperava di fare un colpaccio trasformandolo in giocatore forte, mentre la valorizzazione di Emerson non avrebbe giovato alle casse del Palermo ma del Santos ( e intralciato i piani per Pisano). Fu la Roma a riscattarlo per meno di due milioni. I tecnici del Palermo invece stravedevano per Eros Pisano…
Cristante è arrivato in prestito nell’anno dei 25 allenatori ed 86 giocatori piazzati dal piazzista catanese. Era poco più che maggiorenne e stordito dalla situazione surreale. Se oggi è in nazionale lo deve anche al fatto che è stato pochissimo al Palermo. Dawidowicz di fronte alla scelta tra restare a Palermo ed andare a Verona, il suo procuratore ha fatto la scelta migliore mandandolo via da Palermo. A Verona sta giocando da allora titolare in serie A, mentre il Palermo fallì poco dopo. Belotti, svenduto per circa sei milioni al Torino mentre era nettamente il miglior centravanti italiano in quel momento. “Pochi maledetti e subito” il motto di Zamparini. Trajkovski, ammiro chi ama il Palermo al punto da essere dispiaciuto quando ha tolto le tende, io non sono tra questi. Sallai, vedi Cristante. Quaison, nessun miglioramento apparente rispetto a quando giocava al Palermo, tanta corsa ma poco costrutto e pochissimi gol. Non credo che qualcuno ne abbia mai sentito particolarmente la mancanza
Disamina perfetta.
Che poi sallai era in prestito e non fu riscatto a differenza del nuovo Cavani balogh perché i giornalisti non capivano un c (cit)