Palermo, quasi due ore d’assemblea. Mirri – Di Piazza, tregua “armata”
È durata un po’ meno di due ore l’assemblea del Palermo, finita poco prima delle 19. Da un lato gli azionisti di maggioranza Daniele e Dario Mirri, l’a.d. Sagramola e il rappresentante di “Amici Rosanero”, cordata di tifosi “azionisti”, Carlo Amenta (che in serata ha riferito a tutti i soci). Dall’altro lato dell’oceano l’ex vicepresidente Tony Di Piazza, collegato da New York con il computer.
Nessuna dichiarazione ufficiale da parte del Palermo che affiderà il resoconto dell’assemblea a una conferenza stampa che si svolgerà oggi, mercoledì, alle 16.45. Nemmeno Di Piazza ha finora comunicato i contenuti della riunione.
Secondo le prime indiscrezioni non ci sarebbero stati colpi di scena, nel senso che il “consigliere” Di Piazza ha esposto in maniera dettagliata tutti i motivi del suo disappunto nei confronti della gestione societaria (criticando più la forma che la sostanza) di cui è stato informato quasi sempre a cose fatte. Di Piazza ha presentato una relazione con la quale mette agli atti di avere offerto anche il ritiro delle dimissioni (che il Palermo non ha preso in considerazione) e ha lamentato che gli accordi iniziali, a voce, sarebbero stati diversi da quelli poi firmati nell’accordo ufficiale. E poi una serie di circostanze in cui si è sentito messo all’angolo. Accuse alle quali il Palermo ha risposto a tono, mostrando di non avere agito in modo scorretto. Qualche straccio, insomma, è volato, com’era nelle previsioni della vigilia, ma nella sostanza la compagine societaria sembra avviata a un cammino comune, senza che ci saranno passaggi di quote. Una scelta dettata dalla impossibilità allo stato attuale di modificare lo stato delle cose.
Anzi, è stata confermata già la disponibilità di entrambe le parti a versare l’altra parte del capitale sociale (il Palermo l’avrebbe appena fatto, Di Piazza lo farà nelle prossime ore, si arriverà fino a circa 6,5 milioni di euro) per consentire di affrontare la nuova stagione di Serie C. Che, almeno nei progetti, dovrà essere un campionato di vertice.
Resta una frattura tra le due anime della società che ormai difficilmente potrà ricomporsi. La bravura e l’abilità di entrambi i contendenti dovrà essere quella di fare in modo che i dissapori non incidano sul buon andamento della società, anche nel reciproco interesse di tutelare l’investimento effettuato.
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Bisognerebbe verificare quanto hanno investito x il calciomercato le società promosse in B, almeno degli ultimi 5 anni.
.Nel Girone A conduceva con facilità il campionato il Monza di Silvio Berlusconi e Adriano Galliani. Per i lombardi, per forza di cose, parliamo di un budget fuori portata per tutti di 13 milioni di euro. La Carrarese seconda e artefice di un dignitosissimo campionato dietro la corazzata, aveva speso in estate circa 3,5 mlioni. Nel girone B il Vicenza comandava con 6 punti sulla Reggio Audace (la Reggiana ancora col vecchio nome solo per motivi burocratici) con un budget estivo di poco meno di 4 milioni di euro. Proprio il caso della squadra di Reggio Emilia, seconda, è quello che può interessare di più i rosanero in quanto il più simile: i granata, infatti, venivano dalla risalita dalla Serie D dopo il fallimento e oltretutto non avevano neanche vinto il campionato ma erano stati ripescati da terzi in classifica. La squadra emiliana aveva investito in estate poco più di 4 milioni di euro ed era in piena corsa per la promozione diretta e in lotta con il Carpi che avevo speso quasi 6 milioni di euro per allestire la rosa. Nel Girone C, quello dove verrebbe inserito il Palermo allo stato attuale delle cose, avevamo un’altra Società fuori budget, ovvero il Bari della famiglia De Laurentiis: i galletti avevano investito in estate ben 10 milioni di euro ma si trovavano comunque dietro alla sorpresa Reggina che avevo investito una cifra importante, più di 5 milioni, ma comunque inferiore.
State tranquilli, noi abbiamo il trio lescano: Mirri Sagramiola Castagnini. I tre menofeni…….
L’acqua è poca e a papera nun galleggia!!!!!!