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Palermo, come ripartire dalla D a “costo zero” tra sponsor e abbonamenti

La serie D è già la nuova realtà calcistica per la città di Palermo. Si attende solo la decisione del sindaco Leoluca Orlando che dovrà scegliere a quale proprietà affidare il titolo sportivo. Poi ci sarà da lavorare senza sosta per mettere in piedi la squadra e tutto ciò che servirà alla ripartenza del Palermo.

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Quale dovrebbe essere, in termini di oneri economici, lo sforzo dei nuovi dirigenti per far ripartire al meglio il calcio a Palermo e soprattutto riavvicinare i tifosi di fede rosanero? L’esempio più recente è quello del Bari di Aurelio De Laurentiis che, nel suo primo anno di serie D, ha centrato immediatamente l’obiettivo della promozione con un business plan più che preciso in termini di costi e ricavi.


A darci una mano per capire come si è vissuto il doppio passo indietro dalla B ai dilettanti è Davide Abrescia, giornalista barese di Antenna Sud. “La risposta dei tifosi è stata immediata, con gli abbonamenti arrivati a 9mila con quei due/tremila paganti fissi allo stadio. La prova d’affetto si è avuta poi nel momento della festa promozione con 22mila spettatori, in trasferta poi c’era sempre una nutrita presenza di tifosi nonostante il Bari fosse stato inserito nel girone I con siciliane e calabresi. Gli spostamenti non erano dei più agevoli ma la risposta è stata sempre importante, l’importante è calarsi in realtà in cui si è sempre fatto calcio a livello dilettantistico”.

Alla voce costi la nuova proprietà ha messo sul piatto la cifra monstre di quasi 3 milioni, gran parte (2 milioni) per costruire la corazzata che avrebbe vinto il campionato e pagare gli stipendi di staff e dipendenti, i restanti per costi di gestione degli impianti sportivi (250mila euro) e le spese relative a spostamenti e attrezzature sportive (550mila).

“De Laurentiis – spiega Abrescia – non ha guardato il portafoglio per portare a Bari nomi importanti come quello di Brienza che ha attirato moltissima attenzione nel pubblico per la sua scelta di scendere dalla B. C’è da considerare poi che in un campionato di serie D il fatto di poter utilizzare i diritti d’immagine di giocatori conosciuti è molto importante anche in termini di sponsorizzazione”.

Per quanto riguarda i ricavi il Bari, così come il Palermo, porta in dote un bacino d’utenza su cui la nuova proprietà ha puntato moltissimo sin dalla campagna abbonamenti (con 117.518 spettatori presenti nelle dodici gare casalinghe la società ha incassato circa 400mila euro), oltre ovviamente agli sponsor che nei piani del patron del Napoli sarebbero dovuti essere almeno tre, tanto da portare nelle casse biancorosse più di 1,5 milioni.

“Non abbiamo in mano le cifre precise – conclude Abrescia – ma De Laurentiis, grazie agli abbonamenti e agli sponsor, è riuscito a pareggiare, se non addirittura a guadagnarci qualcosa, sull’operazione Bari in D. C’è da considerare che l’apporto di sponsor come Dazn, Tre, Sorgesana e Banca Popolare di Puglia e Basilicata ha fatto la differenza per una società con tanto appeal come il Bari”. Puntare sul Palermo dunque potrebbe rivelarsi un affare sin dal primo anno in D, a patto che si facciano bene i conti sin dall’inizio.

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21 thoughts on “Palermo, come ripartire dalla D a “costo zero” tra sponsor e abbonamenti

  1. Basta ragazzi con questi falsi miti.E secondo voi,se il Bari dovesse eventualmente arrivare in A,cosa dovrebbe fare De Laurentiis,disfarsi del Napoli????

  2. Bussiness Plan 51% (Mirri e azionariato popolare) e 49% (altro gruppo extraterritoriale)

    Primo anno Euro 2.000.000 (serie D)
    € 1.020.000 Gruppo territoriale (Mirri e azionariato popolare)
    € 980.000 Altro gruppo

    Secondo anno Euro 3.000.000 (serie C)
    € 1.530.000 Gruppo territoriale (Mirri e azionariato popolare)
    € 1.470.000 Altro gruppo extraterritoriale

    Terzo Anno: OPZIONE DI VENDITA del 51% a € 5,000,000 (a Pagare al Gruppo territoriale) + € 10,000,000 (da immetere in societa’)

    TOTALE INVESTIMENTO Altro gruppo extraterritoriale € 17,450,000 con una squadra in B (o peggiore ipotesi in C) = VALORE DI UNA SQUADRA IN B

    TOTALE INVESTIMENTO Gruppo territoriale (Mirri e azionariato popolare) € 2,550,000 al terzo anno un ritorno doppio dell’investimento con funzione di CONTROLLO nei primi 2 anni per traghettare SERIAMENTE a squadra nel calcio che conta. Per una volta la plusvalenza la fanno i tifosi partecipanti (e Mirri recupera i soldi perduti) all’azionariato popolare ma la cosa piu importante e che DECIDONO a chi affidare il futuro…. SENZA TUTTOPAROLE SRL e ULTIMI REGALI….!!

  3. Panama visto che sei un fenomeno trovalo tu il gruppo a cui affidare il 49%.
    Io sicuramente non sarò mai a metterci i soldi senza potere comandare.

  4. Palermo, come ripartire dalla D a “costo zero” tra sponsor e abbonamenti. già con questo articolo partiamo male. ripeto. mi dispiace per il sigor. Mirri. ma ci vuole gente che mette i soldini. dietro il bari cè gente motlo competente i questo.e anno anche un presidente. molto affidabile. anche sè per adesso sono una soscietà sattelite. e di sicuro sara piu facile devere una soscieta. senza debbiti poi non dimenticatevi che anche noi prima di quel furffante. eravamo. nelle mai di sensi padrone della roma. comunque speriamo bene per tutti noi.

  5. – L’ ”IDILLIO” tra i Tifosi del BARI e De LAURENTIIS, Presidente del NAPOLI, durerà fintanto che la Società pugliese tornerà in SERIE B. Allora la Tifoseria barese si accorgerà di essere un Club APPENDICE del NAPOLI, destinato a marcire in SERIE B, sol perché una eventuale Promozione in SERIE A, porrebbe il problema della doppia proprietà che è vietata.
    – In pratica la stessa storia VERGOGNOSA e SCANDALOSA della SALERNITANA di LOTITO, Presidente della LAZIO, che, di fatto, FALSA il Campionato di SERIE B da anni, con i Tifosi granata che da tempo contestano il BULLO-LOTITO.
    Se la SALERNITANA non trova un’altra proprietà, sia per volontà di Lotito o per mancanza di acquirenti, dovrebbe essere penalizzata e retrocessa d’ufficio in SERIE D dalla FIGC.

    – ECCO, se c’è un esempio da NON SEGUIRE a PALERMO, è quello del BARI e della SALERNITANA, che sono una VERGOGNA del calcio italiano SOLAMENTE a causa della doppia Proprietà. Con buona pace del giornalista pugliese ABRESCIA e della sua narrazione spacciata come modello da seguire in altre piazze.

    MAI a PALERMO: FERRERO (pericolo scampato); LOTITO, CAIRO e altri proprietari di Club di SERIE A italiani !!!!
    – PALERMO, con la sua platea di Tifosi ROSANERO sparsi in 3 Continenti, NON E’ BARI o SALERNO, con tutto il rispetto per quelle città e le loro Tifoserie.

    – A chi sostiene che l’AZIONARIATO POPOLARE è una fesseria, chiedo di rivolgere questa osservazione al Presidente del PORDENONE Calcio LOVISA che, dopo avere dato inizio alla raccolta fondi tramite una piattaforma on-line specializzata, in 1 anno ha racimolato circa 2 milioni di €. Stiamo Parlando di PORDENONE ! Comune grande quanto BAGHERIA e più piccolo di GELA !!!!!!

    Orgoglio-Passione-Appartenenza (O.P.A.)

  6. Ma, scusate, vi fa schifo un imprenditore, anche straniero, ma con i soldi e senza un’altra squadra?
    Ovviamente, dati alla mano, deve garantire quantomeno la B in 3 anni.

  7. Perfetto Alex,qualora arrivasse quel tipo di presidente,con quelle specifiche competenze,ben venga.Altrimenti va benissimo Mirri.

  8. Egr. Sig.Salvatore, premesso che non sono un fenomeno e’ sto solo applicando un modello di IMPRESA MISTA (che conosco bene) molto comune nel continente americano, usato quando si vuole proteggere un settore locale ed evitare colonizzazioni (che da questi parte storicamente sono stati molto comuni) e quindi prendono le contromisure a differenza dell’italia in cui si fa sempre lo stesso errore perche’ tutti parlano bene (mai casi Parma, mai casi Palermo, etc.) e poi tutto rimane uguale.
    Fatta questa premessa se lei legge bene dico che si deve inserire al terzo anno un DIRITTO DI OPZIONE DI VENDITA con paletti ben fissati affinche’ a favore di chi entra al 49% possa passare al 100% affinche’ come lei ben dice il Gruppo extraterritoriale (Internazionale) abbia l’interesse a partecipare perche’ chiaramente senza prospettiva del 100% nessuno grosso gruppo partecipa come lei ben dice…e visto che c’e’ tanto interesse attorno al Palermo e con le condizione chiare e mutuamente convenienti e fattibile.
    Certo anche a me piacerebbe un futuro al 100% gruppo locali, pero’ purtroppo il tessuto locale economico attualmente non ha queste potenzialita’ come ha amesso molto onestamente lo stesso Mirri e l’azionariato popolare nemmeno ha queste potenzialita’ perche noi tifosi siamo tutti “CHIACCHIERE E DISTINTIVI”..e quindi il rischio e arenarci nelle serie inferiori e dopo con l’acqua alla gola vine il TUTTOPAROLE SRL di turno…quindi il Gruppo forte e meglio averlo subito dentro.
    Per la cronaca ho un po di esperienza in Imprese miste, essendo laurerato in Economa e lavorando appunto anche in un impresa Mista internazionale…gli garantisco che con le regole e plaetti chiari funziona, anche se capisco che in Italia tutto sembra difficile e impossibile…e nemmeno si fa lo sforzo di studiare modelli che gia funziobano in altri Paesi…e poi succede che tutto funziona al contrario dove a pagare sono i tifosi che non hanno fatto niente e chi ha le responsabilita’ societarie del fallimeneto ne esce avvantagiato (azzerrando i debiti e al massimo si fa 6 mesi di domiciiliari) e che ha le responsabilita tecniche del fallimento (giocatori) spunta da svincolato migliori contratti, senza che al nuovo titolo sportivo arrivi nessun beneficio (mutuo soccorso); in caso di fallimento i contratti dei giocatori dovrebbero passare dalla societa al titolo sportivo epoi alla nuova societa’……POVERA ITALIA ….!!!

  9. Serve competenza e passione, i soldi da soli non ti fanno vincere i campionati, prendiamo esempio dal Lecce che senza spendere tanto sono in serie A

  10. Senza parlare delle condizioni di Orlando ….. le spese dell’impianto a carico del Palermo e il comune però può dare disponibilità ad altri club

  11. – Su altra testata sportiva locale on-line, sono postati filmati e interviste di una festa tenuta ieri in un locale di MIRRI, nei quali vengono elogiati, GIUSTAMENTE, le giovanili del Palermo. Tra questi si può ascoltare l’intervista a Rinaldo SAGRAMOLA, Dirigente sportivo di riferimento di MIRRI, che, GIUSTAMENTE, rimarca l’importanza del Settore giovanile per il prossimo Palermo che nascerà.
    – Tuttavia, non tocca certo a noi Tifosi ricordare a MIRRI e SAGRAMOLA (che lo sapranno benissimo di già), che i Campionati di SERIE D e C e B, NON SI VINCONO con una squadra imbottita di soli Giovani, allestita in economia. Quindi, tranne gli UNDER indispensabili in squadra per il rispetto delle norme della Lega Dilettanti, meglio che il resto dei giovani del futuro Palermo vadano a farsi le ossa e a giocare nelle tante squadre siciliane del Girone I (Marsala, Troina, Marina di Ragusa, Acireale ecc.)
    – Detto questo, ben vengano MIRRI & SAGRAMOLA, magari con una quota del 40% forse più congrua con le loro possibilità economiche ? E, perché no, ben venga un Gruppo Straniero solido e serio di riferimento, con una quota magari del 50%, con Azionariato Popolare al 10%, o superiore se il Bando, che io non ho letto integralmente, lo contempla.
    – In sintesi, la mia opinione: 1. GIOVANI SI ma quelli obbligatori per norme LND; 2. BEN VENGANO Mirri & Sagramola; 3. BEN VENGA Gruppo Straniero serio e solido economicamente; 4. MAI !!!: Ferrero, Lotito, Cairo e altri Presidenti di altri Club di Serie A. 5. Per quanto riguarda Tony DI PIAZZA…… meglio che dirotti le sue risorse economiche nella squadra del suo paese natale S. Giuseppe Jato, così come il miliardario italo-americano di origini lucane, Donato CURCIO, ha fatto con la squadra del PICERNO, neo-promossa in Serie C !!!

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