Palermo, ritratto di Langella: “Christian ci manca, ma sa cosa fare”. E il futuro…
Lontananza. Questa la parola chiave del racconto di Salvatore Geraci che per il Corriere dello Sport sente Christian Langella e intervista anche i suoi cari, tra nostalgia, voglia di riabbracciare quanto prima il proprio figlio e attesa che il mondo superi l’emergenza per continuare a inseguire il sogno coltivato sin da bambino, diventare un giocatore di Serie A.
Geraci scrive: “L’ultima volta fu per Capodanno. Toccata e fuga. Christian Langella non abbraccia i genitori, Salvatore e Pina; il fratello Manuel e Birillo, cane bolognese, considerato in famiglia il terzo figlio, da circa quattro mesi. Chi l’avrebbe immaginato? Papà e mamma partirono per Pisa all’indomani del cenone di fine anno. Pochi giorni ancora, e per il giovane centrocampista sarebbe cambiato il mondo”.
Lo stesso Langella ammette: “Centoquindici giorni senza un vero contatto, un’eternità… Il mio sogno è arrivare in serie A, il più in alto possibile, voglio dimostrare, prima a me stesso, che sono in grado di farcela. Il primo gol fu la fine di un incubo, emozione indescrivibile, non segnavo quasi da un anno, e mai in casa, neanche a Bari. Festa e liberazione da una stagione senza l’acuto”.
La signora Pina e il padre Salvatore ribadiscono il carattere del proprio figlio, risoluto sin da bambino, a scuola… e col pallone: “E’ un ariete, testardo. Christian soffre in silenzio, non è uno che chiama per tornare a casa. Sa cosa fare. Se Soffriamo? Certo. Un genitore non si farà mai una ragione di quello che sta succedendo. La casa è vuota, Christian ci manca e non possiamo neppure andarlo a trovare. Sono sacrifici per il suo futuro”.
E a proposito di futuro… Il padre Salvatore (da cui Langella ha imparato a fare la pizza) rivela: “E’ in prestito dal Pisa. Conosco, però, Christian e se la società lo riconfermasse, sarebbe felice. E io fuggo da casa a piedi e vengo a Palermo di corsa!”.
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