Sorrentino: “Zamparini voleva vendermi sempre, un giorno…” – FOTO
Stefano Sorrentino torna a Palermo. L’ex portiere rosanero, oggi al Chievo Verona, si trova in città per presentare il suo libro “Gli occhi della Tigre“. “Ringrazio tutti i presenti, per me è un emozione particolare venire a Palermo – ammette Sorrentino in conferenza stampa presso il ristorante ‘La Scuderia’ – . Anche se è passato un anno fa ridere, ma fa anche piacere che la gente quando mi becca per strada mi chiama sempre “il capitano”. Palermo, alla quale ho dedicato diversi capitoli nel libro, è entrato nel mio cuore, sia a me che alla mia famiglia. Sono contento di essere venuto qui a Palermo, sarà una giornata emozionante“.
“Questo libro è nato per gioco – racconta Sorrentino – , eravamo in spiaggia circa un anno fa e tra le cavolate che si dicono sotto l’ombrellone mi ha proposto “Perché non scriviamo un libro?”. Io ho riso perché non ho alzato nessuna coppa, al massimo ho vinto qualche campionato di Serie B. Da lì è nata la cosa: a me piacciono le sfide, lui ha trovato in due giorni la casa editrice e abbiamo iniziato. Dai primi di settembre fino a Natale ogni venerdì Marco (Dell’Olio, ndr) prendeva il treno, pranzavamo insieme e poi iniziavamo la nostra chiacchierata. È stato un susseguirsi di emozioni, c’è vita privata, vita di campo: per me leggerlo ogni volta è emozionante. È giusto che la gente apprezzi Stefano anche come persona, in questo libro c’è tutto. È una bella avventura“.
Nel suo libro, Sorrentino parla anche della sua esperienza in rosanero: “La parte di Palermo è importante e sostanziosa – conferma – , ci sono tanti aneddoti che hanno arricchito il libro. In due anni e mezzo ne abbiamo viste e condivise tante. Senza Palermo avremmo fatto due capitoli in meno (ride, ndr). In questo libro c’è tanto di questa città, c’è una grossa percentuale del vissuto di Palermo“. Città ma anche dettagli della vita di squadra: “In tutti gli spogliatoi ci sono state delle vicende, quello che era significativo e importante metterlo è stato messo, è giusto che la gente sappia come sono andate le cose. La gente si è magari fatta una propria idea, qui mettiamo i puntini sulle i“.
FOTO – SORRENTINO PRESENTA IL SUO LIBRO
E Sorrentino affronta ancora una volta il tema dell’ormai famosa lite con Ballardini: “Era una partita fondamentale a Verona, qualcuno provava a convincere l’allenatore che doveva escludere il gruppo degli italiani perché non era al 1000% con lui e voleva il ritorno di Iachini. Quando Ballardini convocò me e Colombi a centrocampo provò a inventare qualche scusa, io gli dissi che avevo capito che era un’altra la motivazione. Poi è successo tutto quel casino, quando il mister però è tornato ha radunato noi italiani per chiederci scusa: c’è stata una bella riunione in cui ci siamo chiariti. Lui qualche giorno fa è venuto a Verona, ci siamo chiariti e gli ho regalato il mio libro dopo un bel pranzo insieme“.
“Dopo cinque minuti che parlavamo ,ridendo di quello che è successo, ci siamo resi conto che ci siamo ritrovati da uomini veri facendo un miracolo calcistico – prosegue – .È un po’ come tra marito e moglie, prima si litiga e poi si fa pace. Ho avuto Ballardini per poco tempo, ma è una persona con valori importanti a cui devo dire grazie“.
Sorrentino non nasconde la delusione per la stagione sciagurata dei rosanero: “Da tifoso mi dispiace per la retrocessione del Palermo, ma non so quello che è successo nello spogliatoio. Vedere la squadra retrocedere non mi ha fatto bene, se l’anno prima ho potuto dare tutto me stesso quest’anno non l’ho potuto aiutare. Mi dispiace, spero che torni il prima possibile in Serie A visto che è la categoria che merita“. L’ex capitano non riesce a capire cosa sia successo al Palermo negli ultimi anni: “Quello che sta succedendo negli ultimi anni bisognerebbe chiederlo a Zamparini, probabilmente c’è stata qualche scelta sbagliata come il cambiare sempre allenatori. Prima gli ha portato dei frutti, ultimamente no. Questo momento è importante per il Palermo vista la cessione, anche le grandi squadre che hanno venduto c’hanno messo del tempo ed i risultati all’inizio non sono venuti“.
E Sorrentino ci tiene a respingere tutte le critiche: “Io al 95% dico la verità, ma questo mondo non sembra pronto a dire sempre la verità. Vengono dette sempre le stesse cose, forse la mia eccessiva onestà mi ha limitato nella mia carriera. Io sono questo, sono vero, non sono un pazzo. Ho ricevuto tante critiche per quello che è successo con Ballardini: se il mister pensava qualcosa di sbagliato su di me perché non dovevo controbattere?“.
Con Zamparini invece un rapporto non convenzionale, Sorrentino racconta qualche aneddoto: “Zamparini mi ha voluto fortemente a Palermo, devo ringraziarlo – la premessa – . Grazie a Iachini ho preso la fascia di capitano. Zamparini è così, si innamora e si disinnamora facilmente. Per ogni sessione di mercato ha provato a vendermi, ma alla fine sono il portiere del Palermo con il maggior numero di presenze in Serie A della storia. Anche dopo la lite con Ballardini non mi mise fuori squadra, per esempio. Nel momento in cui sono diventato capitano mi è capitato di sentirlo un po’ di più, prima lo vedevo soltanto quando veniva in città. Mi chiamava, soprattutto per comunicarmi che aveva esonerato un allenatore. L’ultima volta che l’ho sentito è stato prima di Frosinone: avevamo giocato mercoledì sera con l’Atalanta (2-2), il venerdì facciamo allenamento al mattino e lui mi chiama. Partivamo il venerdì sera per andare a Roma, ero a pranzo con Rispoli ed era Zamparini che mi ha chiesto come avessi visto il mister. Io dissi che lo vedevo bene, ma in realtà lui voleva parlarmi della formazione visto che Ballardini aveva provato una formazione con tutti italiani. Lui mi chiese proprio questo, io cercai di sviare ma lui mi disse: “Maresca va a 2 allora, il Frosinone ci asfalta. Siamo già in Serie B“. Io gli dissi di lasciare fare l’allenatore, lui minacciò di farlo andare via e di mettere in panchina Di Marzio. Io gli dissi che faccio il giocatore, insisteva sul discorso di Maresca, e alla ventesima volta gli dissi che doveva giocare. Se poi dura venti minuti o un tempo questo non lo sapevo. La telefonata finì con quella bella parolina e poi non l’ho più sentito. Io raccontai tutto al mister subito dopo per non avere ulteriori problemi. La formazione che mise in campo era quella con gli italiani che poi ci portò alla salvezza. Se è stato un caso non lo so”.
L’eredità lasciata da Sorrentino non è stata raccolta al meglio da Posavec, scalzato ne finale di stagione da Fulignati. E per il giovane portiere rosanero ecco l’investitura dell’ex capitano: “Fulignati può essere un punto di partenza in B. È giovane, sbaglierà come tutti ma ha dimostrato nella seconda parte di campionato dove ha giocato con maggiore continuità che può tenere il livello di una piazza mangia portieri come Palermo. Ha anche un maestro come Sicignano a fianco, ma serve un progetto attorno a lui“.