Questo Palermo sta “bruciando” anche l’entusiasmo dei tifosi più giovani
Palermo – Chievo è un’occasione imperdibile: si gioca con il nuovo allenatore che ha riacceso le speranze dei tifosi, la società ha abbassato i prezzi dei biglietti e gli sfidanti appaiono tutt’altro che invincibili. Tutto è pronto per far festa e il pre-partita è di quelli mai visti quest’anno, con code presso le rivendite, preparazione di cartelloni di incoraggiamento e dibattiti ricchi di moderato ottimismo sui social network. La curva nord è quasi colma e mette in scena striscioni commoventi e, di nuovo, i cori inneggiano a Corini, amatissimo ex capitano e ora fresco allenatore, già ribattezzato salvatore della Patria. Anche i tifosi più pessimisti ci credono e io stessa non sto più nella pelle, dalla mia postazione allo stadio scatto fotografie e al posto del sole della precedente partita con la Lazio, persa 2 a 0 con rassegnazione di tutti, una nuova speranza mi illumina il volto.
La cosa che più mi colpisce è la consistente presenza di bambini di ogni età, sia maschietti che femminucce e perfino in passeggino: non si tratta solo di figli dei calciatori, sempre presenti in tribuna con le loro splendide mamme. Stavolta accanto a genitori felici, nonni, zii e padrini, ci sono bimbi palermitani, festanti come quando si va al parco giochi ed eccitati, come lo ero io il primo giorno da bambina allo stadio. Molti di questi bambini hanno la maglia rosanero acquistata per l’occasione: ma sì, il costo del biglietto a soli 2 euro consente anche questo e che c’è di più bello se non vedere i propri figli tifare, sia pure con infantile incoscienza, per la propria squadra del cuore?
Un ghiacciolo, un pacchetto di patatine e la partita può iniziare. Un bimbo piccolissimo è seduto accanto a me, chiede al padre il nome dei giocatori che scendono in campo e quello glieli nomina tutti e lo accarezza orgoglioso e fiducioso perché sa che questa è la domenica della svolta e del riscatto. C’è capitan Corini (anche se fuori dal campo) e con il Genio è impossibile arrendersi ed è difficile perdere. E invece quel volto di bambini sorridenti lascia ben presto il posto a una cocente delusione per colpa di quei “distratti” di Andelkovic e Goldaniga e di una squadra molle e senza grinta. E i papà e le mamme presenti anziché sollevare in aria i loro piccoli ai goal del Palermo, li abbracciano premurosi cercando di sminuire la delusione della sconfitta. Alcuni addirittura vanno via prima della fine per evitare l’inevitabile bordata di fischi del pazientissimo e civilissimo pubblico di tifosi.
Al di là del risultato e dell’umiliante ultima posizione in classifica del Palermo, ho pensato con tristezza – guardando tutti quei bambini delusi allo stadio – che non soltanto si stanno spegnendo i nostri sogni di tifosi maturi ma anche e soprattutto quelli di un’intera generazione di ragazzini. Presto questi stessi bambini chiederanno ai propri genitori di ricevere in regalo una bella maglia bianconera o nerazzurra e torneranno a tifare Inter e Juve: certamente verrà meno il desiderio di quella maglia che ha per noi i colori più belli del mondo: rosa come il dolce e nero come l’amaro.
Purtroppo c’è rimasto l’amaro e fra non molto la rassegnazione sarà vinta dall’indifferenza, la più temibile delle sensazioni provate dall’uomo perché equivale ad assenza di passione e di sentimento, elementi fondamentali di ogni sport e unica ragione d’essere di ogni tifoso di calcio.
Però almeno contro il Pescara bisognerà cercare di ricreare lo stesso clima positivo. Non farlo, con una squadra a tratti letteralmente paralizzata dalla paura di sbagliare, sarebbe davvero da autolesionisti. Forse potrebbe servire organizzare incontri tra i giocatori e i tifosi più positivi, per far sentire a questi ragazzi ancora di più la fiducia della gente. E, possibilmente, se fossi in Corini, sdrammatizzerei l’importanza delle partite, in modo da farli giocare un minimo più tranquilli, tanto peggio di così…
NON E’ QUESTO PALERMO CHE STA BRUCIANDO L’ENTUSIASMO SIA DEI GIOVANI CHE DEGLI ANZIANI MA DI TUTTI I PALERMITANI, MA BENSI’ DI UN SOGGETTO ORMAI NON PIU’ DEFINIBILE DA ALCUN AGGETTIVO CHE NON E’ DEGNO DI TOCCARE CON I PIEDI LA NOSTRA AMATA SICILIA.
Sempre puntuale e attenta! Sei una grande giornalista. Ancora complimenti
No, Delia, rassegnazione mai e lottare sempre, da buoni tifosi. E maglia una sola: quella rosanero. Comunque vada.
troppe prese in giro promesse nn mantenute societa’ assente altro che arabi cinesi e americani se non intende rafforzare la squadra adesso pero’ nn a fine campionato che vada via…palermo non merita queste umiliazioni…..!!!!!!!!
Cara Delia l’articolo è veramente molto bello: oltre a essere scritto bene, è partecipato al punto giusto, cioè con un buon equilibrio tra emotività e lucidità dell’analisi.
Il risultato è che il lettore non può che condividere le tue conclusioni, sperando con te che non sia ancora troppo tardi e che la delusione prodotta sui più piccoli sia recuperabile.
Certamente agli occhi di un estraneo come me pare colpevole l’aver fatto scendere in campo in questo campionato una squadra così inadatta alla serie A. E la colpevolezza non consiste nella posizione in classifica, giacché si tratta pur sempre di un gioco e c’é sempre un ultimo in classifica; consiste invece nella delusione inferta a una tifoseria giovanile educata e partecipe.
Bisognerebbe insegnare ai bambini a tifare per senso di appartenenza anche di fronte a risultati scadenti. Io vivo a Reggio Emilia e vedo bambini comprare prodotti della Reggiana e tifare per la propria squadra anche se non l’hanno mai vista oltre la Lega Pro. Capisco la delusione ma ricordiamoci che abbiamo visto di molto peggio. Un giorno che saremo di nuovo ultimi in serie C (è successo e non secoli fa) allora non tiferà nessuno per questa squadra? Forza Palermo sempre e comunque!!!
Un bellissimo articolo! Molto commovente che ci invita a riflettere su quale futuro stiamo consegnando alle nuove generazioni e non solo di tifosi….
Riflessione profonda sulle conseguenze che il difficile periodo che stiamo vivendo inevitabilmente porterà dietro di sé.
Brava Delia!
Sono d’accordo con Livia, che ha colto il senso profondo di un’amara riflessione che va oltre il tifo locale, e dopotutto, si sa, il calcio è una potente metafora della realtà… Insisto sull’efficacia del tuo stile narrativo: il pre-partita è descritto nei dettagli e quasi al rallentatore; brava!
Brava Delia meriti di ricoprire un posto di rilievo nella società rosanero
Purtroppo, ormai sono rassegnato. Ormai Zamparini sta mollando tutto, come ha già fatto con il Venezia tanti anni osono.
Ci mancava pure il blocco del fido bancario. Non ci resta che piangere (come titolava un vecchio film), comunqu gridando sempre “forza Palermo”.
Dimenticavo: Cara Delia, sei proprio brava!
Maurizio Giaconia