Salerno-Zamparini, summit per il futuro: Corini vuole certezze
Un altro lunedì decisivo, stavolta però con una certezza: Eugenio Corini vuole che questo sia l’ultimo, pretende chiarezza sul progetto del Palermo da qui a giugno e intende farne parte. Se da parte di Zamparini ci sarà unità d’intenti, allora si proseguirà. Altrimenti si giungerà ad una separazione attesa ormai da settimane. Esonero o dimissioni? Non importa, è solo un pro-forma. Prima di decidere se Palermo-Inter è stata o meno l’ultima partita di Corini da allenatore rosanero bisognerà ancora attendere qualche ora.
Corini e il d.s. Salerno hanno discusso a lungo dopo la sconfitta di ieri, giungendo ad una conclusione: il dirigente spinge per la permanenza del tecnico, punto sul quale ha battuto più volte al momento di firmare il contratto col Palermo. Dall’altro lato, Corini è stanco. Non accetta questo continuo vivere sul filo del rasoio e vuole una decisione definitiva: se Zamparini ha fiducia nel suo lavoro, lo lasci lavorare. Se c’è la speranza di salvarsi cambiando guida tecnica o se, ancora peggio, si vuole alzare bandiera bianca, allora meglio chiudere adesso. Questo, in soldoni, il pensiero dell’ex capitano rosanero, apparso meno ottimista rispetto al solito dopo l’ennesima sconfitta.
Undici punti di distacco dall’Empoli sono un abisso. Nella storia della Serie A a venti squadre, nell’era dei tre punti, solo una squadra si è trovata ad un tale divario alla seconda giornata di ritorno: l’Atalanta nella stagione 2004/05, retrocessa matematicamente con due turni d’anticipo e inesorabilmente ultima in classifica. Pescara e Crotone evitano al Palermo un’onta peggiore, ma essere in compagnia delle due matricole in una zona retrocessione mai così scarsa è tutto fuorché consolante. Lo ha capito anche Corini, che ormai parla di miracolo sportivo relativamente ad una possibile rimonta.
Zamparini crede nei miracoli? Probabilmente sì, ma qui bisogna essere razionali al massimo. Con una settimana di mercato ancora a disposizione bisogna fare una scelta senza ripensamenti: o questa squadra la si rinforza per cercare di realizzare il miracolo, oppure si vende il vendibile prima di ulteriori deprezzamenti (vedi Hiljemark e Goldaniga, oltre a Quaison) e si prepara in cinque mesi la campagna acquisti per la Serie B. Senza dimenticare una cosa fondamentale, più volte sottolineata da Corini a caldo: queste diciassette partite finali vanno affrontate con dignità.