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Il Palermo è tornato: orgoglio, personalità e due punti di vantaggio

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Il Palermo è come un grande pugile. Incassa i colpi, barcolla, non molla e reagisce, infliggendo colpi ancora più forti di quelli incassati. La squadra guidata da Bruno Tedino esce dal “Partenio” di Avellino con la consapevolezza di avere una virtù non comune: il sapersi rialzare immediatamente dopo una caduta. Ed è la seconda volta che succede visto che, anche dopo la sconfitta interna contro il Novara, il Palermo ha vinto la trasferta successiva (contro Carpi e Avellino i siciliani hanno vinto entrambe le volte per 1 – 3). Le voci di un possibile fallimento e lo 0 – 3 casalingo subito dal Cittadella sarebbero potuti essere dei ganci da ko. I rosanero hanno invece messo in campo orgoglio e personalità, portandosi a casa una vittoria forse inaspettata e per questo ancor più bella.

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Tre punti di importanza capitale per due motivi. Il primo è che, in questo modo, il Palermo rimane attaccato alla vetta (- 1 dalla capolista Bari di Grosso, che sfiderà i rosanero tra due settimane al “San Nicola”) e con due punti di vantaggio dalla terza, ovvero il Parma. Il secondo motivo è che c’è stata una vera e propria risposta collettiva, di squadra. La formazione che si era sciolta nel posticipo di lunedì davanti i propri tifosi, si è ricompattata indossando la corazza da trasferta che è servita ancora una volta a parare i colpi, soprattutto dopo l’espulsione di Cionek che ha costretto i rosanero a giocare in dieci per tutta la ripresa.


È stata anche la gara di piacevoli sorprese, come Jajalo che in trasferta riesce a dare il proprio meglio. Il bosniaco forse sente meno le pressioni rispetto alle sfide al “Barbera”, dove è in costante esame e prontamente fischiato al primo errore. E non sono Jajalo, ad Avellino abbiamo assistito anche alla rinascita di Coronado e Gnahoré. Il trequartista brasiliano, dopo un periodo di appannamento soprattutto fisico, è tornato ad inventare e a fornire assist per i compagni. Ne sa qualcosa Gnahoré, di nuovo titolare al termine di una lunga serie di gare viste dalla panchina. Gol e dominio fisico, un ritorno da incorniciare.

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Una menzione speciale anche per il capitano Nestorovski. Il bomber macedone, nonostante non abbia giocato una delle sue gare migliori, è riuscito a timbrare il cartellino e a raggiungere quota 10 gol segnati in stagione, con una media di 0,8 gol a partita. Doppia cifra raggiunta dopo appena 13 gare in stagione (ne ha saltate 3 quest’anno), la metà rispetto alle 26 partite dello scorso anno che sono servite per raggiungere tale traguardo (con il rigore siglato nel match casalingo contro la Sampdoria, che ha poi pareggiato nel finale con Quagliarella).

E adesso? C’è una settimana di lavoro per preparare la sfida interna contro il Venezia di Pippo Inzaghi (sabato alle 18.00), una delle migliori squadre di B in trasferta e che ha costruito il suo bottino lontano dal “Penzo”. Il Palermo deve riconquistare il suo stadio, violato per ben due volte negli ultimi tre scontri. E chissà se questa volta l’appello di Zamparini ai tifosi – “invito a trattare la squadra con amore” –  non porti un po’ più di fortuna, considerato che quello arrivato prima del Cittadella ha avuto l’effetto contrario. Secondo posto, orgoglio e gruppo unito: il Palermo ha tre punti cardine sui quali appoggiarsi per trovare la continuità definitiva.

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