Palermo, tutti i numeri del bilancio 2017. Guzzetta: “C’è stata una inversione di tendenza”
Nuovi scenari e nuove “radiografie” sullo stato di salute dei conti del Palermo calcio emergono dalla lettura del bilancio societario al 30 giugno 2017, approvato il 30 ottobre con le firme del patron Zamparini, della moglie e dell’attuale presidente Giovanni Giammarva. Oltre alle cifre anticipate dal quotidiano il Sole 24 0re (LEGGI QUI) nell’edizione di ieri, spiccano alcune novità di rilievo.
ZAMPARINI: “MANCANZA DEL PUBBLICO? UNA COSA TRISTE”
Il primo dato è l’indice di indebitamento che nel 2017 si è abbassato al 5,15 (era 11,5 nel 2015, e 9,87 nel 2016). C’è stata una drastica riduzione alla voce debiti: da 101 milioni a 60,6 grazie anche ad una serie di operazioni tecniche di trasformazione del debito, soprattutto con le banche. Il debito tributario, ad esempio, è diminuito perché il Palermo ha deciso per alcune somme di aderire alla cosiddetta “rottamazione fiscale”, mentre per una restante parte si attende ancora l’esito di un contenzioso davanti alla Commissione tributaria regionale.
Il valore del parco giocatori è “svalutato” a 13 milioni di euro al netto degli ammortamenti (era di 23) ma c’è stata una considerevole diminuzione dei costi d’esercizio (in particolare il costo degli emolumenti ai giocatori è diminuito del 31% circa). I crediti sono di 66 milioni ma fra questi sono inseriti gli ormai “famosi” 40 milioni che sono il frutto dell’operazione di vendita del marchio e che il Palermo avrebbe dovuto incassare dalla società lussemburghese Alyssa, che fa capo sempre a Zamparini, e di cui non ci sarebbe stata traccia nel bilancio dello scorso anno.
BILANCIO PALERMO, CASO MEPAL: GARANTISCE ZAMPARINI
Ora, a quanto si legge nel nuovo bilancio, è stato rimodulato l’accordo con Alyssa che dovrebbe pagare il Palermo in due rate, la prima delle quali con scadenza maggio 2018. Questa somma è comunque garantita da una fidejussione della Gasda (altra società che fa capo a Zamparini). Le cifre in questione, con ogni probabilità, sono state l’oggetto principale delle contro deduzioni presentate dalla società Palermo calcio nell’udienza del 16 dicembre scorso. Ne parliamo con l’esperto di diritto fallimentare, il commercialista Castrenze Guzzetta, che da professionista (ma anche tifoso) ha studiato i bilanci degli ultimi dieci anni.
– Il quadro generale sembra essere meno preoccupante. E’ d’accordo?
“Intanto, a una prima lettura da tecnico, mi sembra di poter dire che il bilancio è stato redatto con grande competenza e immagino che dietro tutto ciò ci sia la mano di un professionista esperto come Giovanni Giammarva. La situazione appare certamente meno preoccupante perché sono aumentati i ricavi di circa 18 milioni di euro, i debiti si sono ridotti drasticamente e alcune situazioni sono state attenzionate correttamente. Questo mi fa pensare che la società ha volutamente iniziato un percorso virtuoso, correggendo la rotta degli ultimi anni e lo dimostra anche la forte riduzione dell’indice di indebitamento. Questa fotografia è certamente migliore rispetto a quella degli ultimi due anni e testimonia che la società ha perseguito la politica del contenimento dei costi”.
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– Come si spiega la drastica riduzione dei debiti con le banche?
“Nel bilancio del 2016 si parlava di cessione di alcuni crediti del Palermo alle banche con la formula “pro solvendo” che quindi garantiva l’incasso di determinate somme ma che non sollevava la società dalla responsabilità di eventuali inadempienze del soggetto debitore. Molti di questi contratti sono stati trasformati adottando la formula del “pro soluto” che invece pone a carico del cosiddetto cessionario il rischio di una eventuale inadempienza. Tutto ciò ha permesso al Palermo di ridurre di 31 milioni i debiti in bilancio”.
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– Uno dei punti nodali del giudizio riguarda la cessione del marchio…
“Dal punto di vista tecnico non ho capito l’utilità di questa operazione, soprattutto la sua economicità. Credo che questa operazione sia servita a Zamparini per evitare di ricapitalizzare la società con soldi suoi”.
– Alla luce di questo bilancio, può cambiare il lavoro del collegio di periti che si è già messo al lavoro?
“Io credo che il lavoro dei periti, peraltro professionisti molto stimati e preparati, sia tutt’altro che facile. Può essere più complesso dimostrare l’insolvenza della società, secondo i parametri stabiliti anche da recenti sentenze della Cassazione. Ritengo però possibile, se non addirittura probabile, che possa essere chiesta una proroga per supportare la relazione finale con la documentazione necessaria a fare chiarezza”.
– Ottimista?
“Da tecnico non mi esprimo perché sarebbe un’interferenza sul delicato lavoro di validi colleghi”.
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