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Palermo, un attacco sterile e tanti nodi da sciogliere

Una stagione sciagurata come quella messa in scena dal Palermo e conclusasi con una più che meritata retrocessione, lascia spazio a molte riflessioni e analisi su vari aspetti negativi. E se i problemi difensivi sono stati evidenti e mai risolti (76 reti incassate, seconda peggior difesa del campionato dietro il Pescara), la sterilità della fase offensiva merita altrettanta attenzione. Il Palermo incassa ma non risponde, subisce e non reagisce.

Il dato è preoccupante: 31 gol messi a segno in 37 giornate, dato non destinato a crescere più di tanto nonostante ci sia ancora una gara da giocare. E anche se dovesse arrivare una goleada contro l’Empoli, la drammaticità della situazione non verrebbe per nulla intaccata . Dal post – fallimento della stagione 1986-1987, solamente due volte il Palermo ha fatto peggio in termini di realizzazioni: nel 1988/1989 in Serie C2 con 29 reti in 34 gare e in Serie C1 nella stagione 1999/2000 con 30 reti messe in cascina in 34 gare giocate.

Dunque, l’attacco dell’attuale Palermo rischia di diventare il terzo peggiore nell’era post-fallimento, non un vanto. I rosanero creano poco e sfruttano male le occasioni create. Le statistiche mostrano che il Palermo è la penultima squadra per tiri effettuati (282) e la peggiore per conclusioni nello specchio della porta (solamente 112 su 282 totali). Rosanero che faticano anche a servire gli attaccanti – o meglio l’attaccante – , lo dimostrano i soli 472 cross effettuati in stagione. La vena da bomber di Nestorovski, con i suoi 10 gol, ha rimpinguato un reparto arido e privo di soluzioni alternative. Del resto, il secondo miglior marcatore è un difensore (Rispoli con 6 marcature, ndr).


Il macedone si è portato sulle spalle il peso dell’attacco e quando ha mollato le speranze di salvezza sono crollate. Un calo che ha messo a rischio anche il suo futuro, da valutare infatti la sua posizione nei prossimi mesi. La volontà più volte espressa da Baccaglini è quella di ripartire da lui anche in Serie B, ma di fatto il macedone rappresenta l’unica sostanziosa fonte di guadagno in sede di mercato. Futuro in bilico anche per Diamanti. Il contratto lo lega ai rosanero fino al 2018, ha espresso la disponibilità a scendere in serie cadetta ma un’offerta irrinunciabile potrebbe allontanarlo dalla Sicilia. L’unico che verrà confermato al 100% è il giovane Lo Faso, al quale si uniranno altri due prodotti del vivaio rientrati dai prestiti come La Gumina e Bentivegna. Per Embalo e Silva la cessione appare scontata, così come per Sallai per il quale non verrà esercitato il riscatto. In bilico anche il destino dell’altro giovane ungherese Norbert Balogh, sul quale è posto un enorme punto interrogativo. Stessa situazione per Trajkovski, un fantasma. Tanti nodi da sciogliere, oltre al closing il Palermo deve pensare a rifondare l’attacco.

2 thoughts on “Palermo, un attacco sterile e tanti nodi da sciogliere

  1. Non capisco questa storia di dovere sacrificare Nestorosky per fare mercato. Scusate è da due anni che si vende e non si compra, ci attende il paracadute, etc, ci sono almeno 8 giocatori che non valgono nulla da punto di vista tecnico ma che magari a qualche altra squadra di serie B / C si possono vendere e occorrono ancora soldi per allestire una squadra di serie B. Ma finiamola perfavore. Non che sia un fuoriclasse ma in serie B e servito un pò di oiù e meglio qualche gol lo puà fare.

  2. Ma la vecchia storia è tenere quello che non serve e vendere quelli che hanno mercato……………………..
    ad iniziare da Posavec, portiere da oratorio con un ingaggio da eruro 250.000 all’anno.
    Che razza di incompetenti………………………..a meno che alle spalle ci sono accordi per fare arricchire qualcuno.

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