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Zamparini: “Palermo non mi merita, spero nei cinesi”

La splendida prestazione con la maglia della Macedonia ha messo Ilija Nestorovski sotto i riflettori di mezza Europa. Chi gongola, ovviamente, è Maurizio Zamparini, presidente del Palermo, intervenuto ai microfoni di XL su TRM, si è mostrato entusiasta del rendimento del suo centravanti: “Quando uno fa una ricerca di mercato, come fatta per i Cavani, Dybala, Kjaer e Barzagli, ci si informa sui giocatori. Lui è stato per due anni capocannoniere in Croazia, un anno in B e uno in A. Le statistiche dicono che difficilmente possa essere un brocco. Poi i giornalisti dicono che devo fare il talent scout, non il presidente, ma io non ho inventato nessuno. Ho un amico in Croazia (Davor Curkovic, ndr) che capisce tanto di calcio e tutti dicono che abbia con lui una lobby…“. E chissà che con Curkovic non arrivi qualche altro affare, in vista del mercato invernale: “Ieri ho detto a Davor che mi serve un giocatore come Kucka, parlando col mio allenatore abbiamo capito che ci serve un nuovo centrocampista. Lui stima i vari Jajalo e Chochev, ma probabilmente serve anche un profilo diverso“. Magari senza vendere i propri gioielli, come appunto Nestorovski: “I palermitani si meritano che venda il Palermo, non Nestorovski. Se ho dovuto cedere i giocatori è per poter iscrivere la squadra in Serie A, bisogna avere un fatturato a certi livelli. Può darsi che con i cinesi non ci sia bisogno di vendere nessuno, ma io spero che arrivino“.

Via dunque al capitolo cinesi. Zamparini spera in un esito positivo della trattativa, ma ancora è presto per definire l’affare concluso: “Ho detto loro che con 150 milioni sul mercato possiamo competere per la Champions, con 50 per la Uefa e con 10 per la salvezza. L’operazione è in corso, ci sono già i numeri e stiamo mettendo dei paletti. Il Palermo in questo momento è l’operazione principale in piedi con loro, ma non sono sicuro al 100% che vada in porto. Spero di sì perché non ne posso più di questo carrozzone“. Di sicuro, Zamparini sta valutando l’affare in modo di assicurarsi delle garanzie poste dagli investitori asiatici, a differenza di quanto accaduto a Pavia: “Probabilmente quello del Pavia era un cinese che ha fatto il passo più lungo della gamba. L’investimento per i cinesi non è una speculazione, il mercato immobiliare non è una speculazione e lo stadio per loro è un’opera. Il loro mondo è completamente diverso, da loro i soldi vanno prestati a zero interessi perché creano posti di lavoro, per questo sono una potenza economica. Quando loro pensano più allo stadio e al centro sportivo che al Palermo calcio è per creare economia e progresso, quello che noi abbiamo distrutto. C’è una disinformazione che ha portato questo paese alla bancarotta“. Allora Palermo aspetta, così come Zamparini, pur conoscendo bene le conseguenze di un mancato accordo con i cinesi: “Il futuro può essere buono, grazie al ritorno d’immagine, ma come successo a Venezia potrei non trovare interlocutori. Non c’è un nome cinese, si tratta di un fondo. In Cina comanda solo il partito e con tutta la liquidità che hanno si sono convinti a fare investimenti“.

Per Zamparini, dunque, si avvicina la fine della sua avventura a Palermo. Un’avventura lunga, ma estenuante. Tanto da lanciarsi in un lungo sfogo contro chi contesta la sua gestione: “Ho avuto molto più rispetto io dei palermitani  tuona Zamparini – ho dato tanto a questa squadra senza chiedere niente. Forse qualcuno pensa che debba ringraziare qualcuno, ma sono i palermitani a dover ringraziare me. Io non sono palermitano ed essere palermitani deve essere una carica d’orgoglio per la storia e la cultura di questa città. Ad un certo momento, però, non basta essere palermitani. Se non trovo successioni, come a Venezia, so come si finisce. E io non voglio che il Palermo faccia la fine del Venezia. Questa società ha un bilancio sano, se un gruppo di palermitani vuole farsi avanti e rischiare io sono pronto“. Un appello rivolto alla tifoseria, verso la quale però non ha parole d’astio. Anzi: Io voglio bene ai tifosi del Palermo – prosegue il presidente – ma non possono solo pretendere. Oggi non ho più i milioni da mettere come in passato. Il rapporto, però, non è mai stato conflittuale: il 99% dei palermitani mi ringrazia e mi stringe la mano. L’1% è quello che finisce sui giornali. Palermo è civilissima, a Cassano ho detto che non conosce la città quando ha rifiutato di venire. La vera Palermo non è la gente che ha tirato le bombe allo stadio quando ce l’hanno chiuso per una giornata“. Una risposta, inoltre, va a chi ipotizza su possibili ripianamenti personali: “Non c’è nessuna holding, il Palermo Calcio è intestato a Maurizio Zamparini che ha solo messo soldi nel Palermo. Se qualcuno scopre che ho preso 100 euro anche di rimborso spese è una fandonia. Chi mette in giro queste fandonie non sa che senza la cessione di Dybala avremmo chiuso con 40 milioni di perdite e che se non trovo 15-20 milioni di plusvalenza quest’anno non so nemmeno se il Palermo potrà iscriversi in Serie A? Una volta mettevo 10 o 20 milioni all’anno, poi non ho avuto più soldi. Punto. Voi pensate che il centro commerciale sia un affare? Ho creato posti di lavoro e non ho preso un euro in ritorno. La mia è una missione per creare economia, non ho bisogno di diventare ricco“.


Il patron fa un passaggio breve anche sulla trattativa fallita con Frank Cascio: “Si è dimostrato veramente una persona simpatica, ma ad un certo momento ho detto loro di presentare le credenziali a Banca Intesa. Da lì lui e i suoi amici sono spariti. Chiedete a Miccichè, avevo incaricato lui a chiedere le credenziali per Banca Intesa“. Tornando al campo, Zamparini non lesina elogi nei confronti del suo allenatore: “Sono contento di aver trovato un valore aggiunto per il Palermo che si chiama De Zerbi – prosegue il presidente -. Mi auguro che i nostri giovani come Bentivegna e Lo Faso diventino dei giocatori di livello, l’allenatore e il direttore sportivo lo sanno. La parte tecnica, però, non la faccio io. Credo nell’allenatore e sa lui cosa fare, il nostro d.s. è in sintonia con lui“. Magari seguendo il modello del Sassuolo, che sembra aver ripercorso le orme del “vecchio” Palermo: “Il Sassuolo ha una grossa differenza – spiega Zamparini – Squinzi è uno degli uomini più ricchi d’Italia e m’ha fregato due giocatori sul filo di lana, Defrel e Sensi. Avevo chiuso l’affare col Cesena, con Foschi, ma sono andati altrove. Oggi Squinzi è più ricco di me e se vado sul mercato dell’est è per questo. Poi guarda caso si parla di giocatori come Chochev e Jajalo, che per me e De Zerbi sono ottimi, ma non di Nestorovski. Mi dispiace, ma questa è la dimostrazione che Palermo è una grande città, non una grande piazza per far calcio. In Inghilterra, se il Leeds va in Serie B, vanno comunque in trentamila allo stadio. Non so a questo punto se Palermo e l’Italia sia pronta per entrare in una famiglia del genere. Pensate al Napoli con settemila abbonati“.

Sul mercato, infine, Zamparini riapre la “ferita” estiva. Quella del mancato arrivo di Mario Balotelli: “Ho chiesto al mio allenatore se era gradito ed era graditissimo. Non ho mai detto bugie su Balotelli, non ne ho bisogno. Balotelli ha parlato con me, ho parlato con Raiola, e gli ho detto che se voleva rinascere doveva venire qui. Vedrete che rinascerà lì dov’è ora. Ovviamente lo stipendio non poteva essere sui suoi standard, Raiola invece mi ha detto che col Palermo avrebbe perso un milione e mezzo dagli sponsor. Uno che ha preso venticinque milioni da Pogba, contro le leggi della Fifa. A quel signore lì dovreste chiedere, non a Balotelli“.

 

2 thoughts on “Zamparini: “Palermo non mi merita, spero nei cinesi”

  1. Siamo alle solite. Piange miseria. Siamo alle solite, evidenzia qualche dubbio sui Cinesi . Ma cosa moltom preoccupante è il riferimento che fà con la fine che ha fatto il Venezia. Oscuri presagi? Non ci voglio pensare, però la finisca pero’ di tirare ancora fuori il fatto che che se non fosse stato per Dybala e Vasquez non sarebbe riuscito ad iscrivere la squadra in serie A. Presidente i conti tra le Entrate degli ultimi 3 anni e le relative spese non tornano (a favore suo), Per favore poi non ci vuole adesso fare credere anche che oltre a Lei neanche i Cinesi hanno finalità di business e speculativi. Hanno forse a cuore la sorte della Sicilia dei Siciliani. Presidente non tiri troppo la corda e la smetta di considerarci dei cog…….ni.

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