Vanoli scommette su Stulac: “Ha talento, forza fisica e gran tiro”
Stulac c’è… ma ancora non si vede. E tutto appare più strano se si considera che Leo, di squadre big, ne ha affrontate moltissime e dovrebbe essere – sulla carta – uno di quelli che nella formazione di Corini brilla di più. Invece è stato relegato a spezzoni di match, fino all’ultimo incontro con la Spal in cui è partito titolare giocando 65 minuti. Ma bisogna fare un passo indietro. Il Palermo è soddisfacente solo a tratti e Stulac doveva dare geometrie e classe: innalzare la qualità totale del gioco come aveva fatto con l’Empoli. In azzurro contribuì ad ottenere la promozione in A con 36 presenze, 3 reti e 7 assist.
Invece il suo meccanismo s’è inceppato… o, meglio, non è mai partito. E Corini ha trovato in Claudio Gomes le qualità per interpretare il centrocampo rosanero. Difficile, anzi, quasi impossibile per il tecnico tornare indietro. E con Stulac allora che si fa? Un investimento di valore parcheggiato in panchina fa piangere il cuore, soprattutto ad una formazione che di lui ha chiaramente bisogno: i gol non può farli tutti Brunori. E gli altri devono essere “imboccati” dai giusti assist.
Classe e fosforo, insomma: caratteristiche in possesso dello sloveno. Lo dice in modo convinto Rodolfo Vanoli, tecnico che ha viaggiato mezzo mondo crescendo talenti tra cui l’ex Empoli. Vanoli lo chiama “la mia creatura” e lo ha fatto esordire tra i grandi quando il suo fisico statuario era ancora in via di sviluppo. Ma non solo, gli ha insegnato anche dove piazzarsi in campo.
“Era giovane (18 anni n.d.r.), uno dei miei protetti. Un ragazzo squisito, sempre ligio al lavoro ed equilibrato: nel nostro mestiere sono doti fondamentali. Già nell’Under del Koper notai il suo talento. Giocava da numero dieci, io lo impostai come play. E si arrabbiò, pensava di non trovarsi in quella zona del campo, non credeva nel ruolo. Voleva stare lì davanti. Gli dissi invece che sarebbe diventato il nuovo Pirlo. Ho sempre visto le cose in prospettiva, come con la famiglia Pozzo a Udine. Ricordo ad esempio Isla: lo abbiamo messo esterno”.
Vanoli ha ottenuto 3 promozioni in A da giocatore (Lecce e Udinese). Da allenatore una Coppa, una Supercoppa di Slovenia – proprio col Koper – e un campionato col Lubiana. “In quegli anni si lavorava tanto sulla crescita del settore giovanile. Riuscivamo a portare nel mondo dei professionisti, in Italia e all’estero, ragazzi di 16/17 anni. Al Koper serviva un centrocampista. “Abbiamo Leo Stulac, non ti preoccupare”, dissi al presidente. Da quel momento non ha più abbandonato il campo”.
“Lui ha una forza esplosiva pazzesca – spiega Vanoli -, gran tiro e visione di gioco. Mi ha dato molte soddisfazioni. Sono felice quando il mio ragazzo è il migliore o segna. Per me è come se fosse un figlio“. Nel centrocampo a tre del Palermo, però, non ha ancora ingranato e il suo ruolo naturale ora è occupato da Gomes. Che si fa? “Ci sono periodi di adattamento, bisogna dargli fiducia o la carezza giusta. Può fare la differenza. Ma non entro nelle scelte dell’allenatore, ha lui il polso e rispetto il suo lavoro. I giocatori forti, però, riescono sempre a trovare la posizione giusta. Insomma, un piacevole problema per Corini”.
Un aneddoto: “Quando il Palermo ha incontrato mio fratello Paolo (tecnico del Venezia) gli spiegai Leo e le sue caratteristiche”. Poi l’ultima esperienza alla Dinamo Tirana e il futuro. “Esperienza bellissima ma non mi riconoscevo più nel progetto, avevo offerte in Albania e ho parlato col Cosenza che ha fatto altre scelte. Attendo una chiamata, il campo mi manca. Brutto dirlo, ma in Italia ci sono pochi progetti veri, conta il risultato. Agli allenatori bisogna dare tempo per crescere: vengo dall’Udinese e so che significa costruire”.
Un po’ l’idea del City con Eugenio Corini, saldo al suo posto nonostante alcuni malumori della piazza. “Antonio Conte è un amico e conosco bene l’Inghilterra: lì se perdi due partite non ti cambiano. Ti valutano se non raggiungi determinati obiettivi”.
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Forza, tiro e visione di gioco?!? Allora questo è il gemello sbagliato !!!
Il Palermo non ha perso due partite,…..
Tenere Stulac in panchina è autolesionismo, per andare in forma deve giocare sempre.
Penso abbia ragione. Ricordo Stulac come un’ottimo giocatore dai piedi buoni, visione di gioco e tiro. Non può aver dimenticato come si gioca. E non c’entra nulla con Gomez, mediano di fatica e recuperatore di palloni. Spero con il tempo si possano integrare .
Stulac e Saric sono due ottimi profili che ancora non si sono integrati per colpa di chi dirige la squadra che è piu’ confuso che persuaso.