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Pelagotti al CorSport: “Palermo, non possiamo mollare. Innamorato della città”

Il portiere del Palermo, Alberto Pelagotti, è protagonista di un’intervista esclusiva realizzata da Salvatore Geraci per il Corriere dello Sport. Il numero 1 rosanero commenta la decisione di non abbandonare la squadra alla vigilia della sfida con il Licata, nonostante la nascita del figlio Liam: “Sentivo la responsabilità di non abbandonare la squadra e passare il messaggio che non possiamo distrarci un secondo”.

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Pelagotti commenta la sua carriera: “Dopo tanti errori, la scelta giusta con il Palermo. Mi sembra di essere in A con ventimila allo stadio! E mi sento in debito. Il sogno di tornare in paradiso è diventato un’ossessione. Però, ci credo. Rimpianti? Lasciare Empoli per Brescia. Boscaglia? Non capivo perché non giocassi mai. Poi, ho saputo che Cellino non mi voleva. Quell’uomo mi ha rovinato la carriera”.


Sulle tre presenze in A con l’Empoli: “Feci l’ultima al Barbera. Il Palermo era già retrocesso, noi vincendo ci saremmo salvati. Finì con una sconfitta. Quello è l’unico filmato che non ho più rivisto. In compenso, mi innamorai della città”.

Sul suo numero di maglia, la stagione in rosanero e un’evenutale Serie C: “Quest’anno ho preso l’1 perché voglio tornare protagonista. Non abbiamo rivali, il problema è che, se si molla, diventiamo normali. Se saremmo già pronti per la C? Se parliamo di salvezza, ad occhi chiusi. Per vincere mancherebbe qualche innesto. La C è tornata ad alto livello”.

Infine, il Palermo va a caccia della nona vittoria a Nola: “Mia madre è appassionata di opere, io apprezzo anche la musica classica. E allora penso a Mozart che di sinfonie ne ha composte almeno 41, mentre Beethoven si è fermato alla nona. Quello che noi non vogliamo fare…”.

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2 thoughts on “Pelagotti al CorSport: “Palermo, non possiamo mollare. Innamorato della città”

  1. Grandissimo portiere ed anche intelligente, si respira aria nuova, bravo mirri.. Dai tempi di Miccoli che non mi emezuonavo per un giocatore, che dire avere campioni come pelagotti ambro e Lucera, e giocatori buoni come ficarrrotta felici sforzini e crivello, bravi ragazzi come ricciardo, e davvero un onore

  2. La cosa che lascia ben sperare è che si sta formando un gruppo solido senza i classici clan che nascono negli ambienti sportivi

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