Perinetti: “Al Palermo serve un centro sportivo, l’ho sempre detto a Zamparini”

Per la Sicilia calcistica questa stagione rischia di segnare l’anno zero: la retrocessione del Palermo e la retrocessione del Trapani sono soltanto la punta di un iceberg che coinvolge l’intero movimento, sia nella regione che in Italia.

“Il crollo non c’è stato solo in Sicilia, ma nel calcio italiano – racconta l’ex ds rosanero Giorgio Perinetti al Giornale di Sicilia – penso alla crisi del Milan, a Moratti che ha lasciato, al disimpegno dei Della Valle, sempre per problemi economici. Berlusconi l’ha detto: le famiglie imprenditoriali italiane non riescono più a dare sostegno al calcio. I Franza prima, Zamparini dopo hanno dovuto abbassare i loro budget, c’è stata la crisI degli acquirenti. Ora sono entrati in gioco i cinesi, è un momento storico particolare”.

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Per ripartire servono delle basi importanti, e Perinetti ha le idee chiare: “Avere un  centro sportivo è determinante, l’ho sempre detto a Zamparini. Avendo un settore giovane, uno stadio e un centro sportivo, non dico che il Palermo avrebbe camminato con le sue gambe, ma quasi. Ho portato io Baccin a Palermo per lavorare sul settore giovanile. Si poteva fare del Palermo in Italia quello che l’Athletic Bilbao è in Spagna, puntando su quel 60-70 percento di prodotti locali, mentre le statistiche dicono che ogni anno 30-40 ragazzi lasciano la Sicilia. Una Palermo di picciotti che dura dieci anni diventa l’Atalanta del Sud”.

“Serve pazienza e fiducia, quello che a Palermo non c’è stato – chiosa Perinetti – All’inverso del Crotone, dove hanno tutelato Nicola e alla fine ce l’hanno fatta. E Crotone è sempre Sud”.