Pioli, dal Thun all’Inter: il peggior rimpianto di Zamparini
Strana e breve la storia d’amore tra Maurizio Zamparini e Stefano Pioli. Non molto intensa, mai sbocciata del tutto. E’ durata due mesi, da giugno ad agosto, il tempo di conoscersi un po’ e salutarsi subito. Due partite sono bastate per capire che le strade dovevano dividersi, paradossale forse viste anche le situazioni attuali ma con Zamparini al timone non c’è da stupirsi. E non sorprende nemmeno che gli errori compiuti per le emozioni del momento portino dei rimpianti.
Nell’estate del 2011 le attese intorno allo sbarco di Pioli a Palermo erano tante, del resto una salvezza conquistata con il Chievo e con la quarta migliore difesa del campionato è un biglietto da visita non indifferente. E c’era anche il peso di dover sostituire Delio Rossi, condottiero che portò il Palermo ad una storica finale di Coppa Italia. Una scomessa per la panchina sulla quale Zamparini contava molto. “Con Pioli sfaterò il tabù dell’esonero, ne sono sicuro”, parole del patron. Una gufata in piena regola, in un periodo in cui il ds Sogliano era sotto pressione per un mercato deficitario e con una squadra che perdeva pezzi.
E il rapporto tra Pioli ed il Palermo sarebbe pure continuato se nel cammino europeo dei rosanero non fosse capitato il Thun. Gli svizzeri erano in pieno campionato nazionale, i rosanero in pien preparazioni. Ma il turno preliminare di Europa League del resto cade sempre nello stesso periodo. Miccoli, con una punizione magistrale sotto la Curva Nord, salvò i rosa da una sconfitta casalinga. Al ritorno la rete iniziale di Gonzalez illuse, il pareggio del Thun tagliò le gambe alla squadra palermitana ed al futuro del suo allenatore. Triplice fischio ed esonero praticamente già avvenuto. Ma non ancora comunicato. Pioli continua ad allenare la squadra e intanto Zamparini incassa un ‘no’ da Delio Rossi per un ritorno. Vi ricorda qualcosa, vero? Ma alla fine le decisioni arrivano. Via Pioli, squadra affidata a Mangia che poi vince contro l’Inter e continua il suo cammino, fino ad un altro esonero con conseguente subentro di Mutti e salvezza strappata.
Tutto terminò così, rapidamente, indolore. Anni di silenzi, come se tutto non fosse mai successo. Ma la carriera luminosa di Pioli, con una Lazio portata ai preliminari di Champions League, ha fatto masticare amaro Zamparini che, senza troppi fronzoli, ha ammesso che per quell’esonero “si è mangiato i capelli” (salvo poi passare ad altre “pietanze…). Non un piatto appetitoso, segno della grossa cantonata presa sotto il sole di quell’estate cocente. Adesso si ritrovano, ancora. E ad ogni incrocio verrà in mente sempre quella breve storia, due mesi d’amore più o meno forte. Zamparini e Pioli, strade che si incrociano con obiettivi agli antipodi.
……. si dovrebbe mangiare il fegato no i capelli…. se avesse messo ogni allenatore che ha avuto nelle condizioni di lavorare con tranquillità ma soprattutto se non avesse distrutto ogni anno la squadra distruggendo gli equilibri, non sostituendo adeguatamente i giocatori venduti . Prima il bene della squadra questo doveva essere l’obbiettivo , e no fare vetrina… in questi anni mi è sembrato di assistere ad un outlet del calcio …. l storia la sappiamo ….
Ha avuto l’oro e la possibilità di vincere ed essere ricordato come il presidente più illustre nella storia della Palermo Calcio e invece sarà ricordato come il mangia allenatori burbero scontroso e con un solo obbiettivo che non è far calcio ma solo i propri interessi ingannando una intera città … peccato …