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Piove, governo ladro, e si è ristretta la porta. Le pagelle ironiche di Amenta e Ferrara

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Piove. Governo precedente ladro! Piove tanto e senza sosta e neanche ce la sentiamo di fare alcun commento sugli assenti. Tra maltempo, cessioni vere o presunte, licenziamenti, smentite e controlicenziamenti, calciomercato alla Oronzo Canà, ci mancano solo le cavallette e la pioggia di fuoco e il quadro del Palermo è completo. Davvero troppo per chiedere anche che la gente vada allo stadio con questo tempo infame.

I vostri cronitifosi si sono presentati con due sedie di plastica temendo di non trovare i seggiolini a seguito di qualche pignoramento. Nel salire le scale dello stadio abbiamo sentito diversi lamenti dai sotterranei. Gira voce che Gunnarsson, orfano del tesseramento e pure infortunato senza avere mai giocato e senza essersi neppure allenato, abbia trovato dimora nei cessi dello stadio e come il fantasma dell’opera maledica quelli con la vescica debole.

Alle 21 ancora non è cominciata e temiamo ci sia stato il classico ammutinamento in attesa degli stipendi. Praticamente non gioca nessuno perché stanno tutti male e l’infermeria è più piena della sala d’aspetto di un Caf dopo la presentazione della prima tessera del reddito di cittadinanza. Il Palermo sembra finalmente in palla e stringe il Foggia nella propria area, ma gira e rigira, batti e ribatti ci chiediamo: chi minchia dovrebbe segnare?


La prima vera emozione, non a caso, arriva al 20’ quando Galano, spacciato per Rosina dal nostro amico Salvo ormai intronato dal freddo e dalla disperazione, si divora un gol a tu per tu con il portiere e ci grazia. Dopo questa emozione, il Foggia torna a chiudersi e noi a provarci, ma senza troppa convinzione e il primo tempo finisce con il risultato a occhiali (che non si usa dire più ma noi siamo antichi).

Il secondo tempo comincia come il primo ed è il Foggia a essere più pericoloso ma per fortuna Brignoli risponde con una grande parata salvarisultato e salvacoronarie (nostre). Al 20’, quando già la morsa del freddo ci ha quasi portato in ipotermia e accusiamo la classica sonnolenza pre morte, Stellone pensa di ravvivare la partita schierando pure Chochev che entra con la classica grinta da walking dead. I rosa spingono e ci provano fino alla fine ma anche il Foggia sfrutta gli interminabili 7 minuti di recupero per metterci paura.

Finiamo stremati, sia noi che i giocatori, e probabilmente ai punti meritavamo pure qualcosa in più degli avversari. Ma purtroppo non è pugilato e ci resta solo un punto che muove la classifica ma ci fa pure girare le palle. Tra infortuni, casini societari e gambe che non girano c’è poco da stare allegri ma finché c’è calcio c’è speranza! Forza Palermo!

PALERMO – FOGGIA, GLI HIGHLIGHTS

Brignoli – 7. Fortunato nel primo tempo quando viene graziato da Galano solo soletto lanciato a rete. Nella ripresa viene chiamato in causa in due occasioni e vola a salvare il risultato. Superman.

Rispoli – 5. Non è più lui. Dovrebbe caricarsi la squadra sulle spalle per esperienza, ruolo da capitano e potenzialità. Manco per niente. Delusione.

Szyminski – 6. Piano piano si sta abituando ad un ruolo non suo. E si vede che non è il suo. Ma poi noi ci chiediamo quale è il suo ruolo. Crisi d’identità.

Bellusci – 6,5. Butta voci, scalcia, cafudda, si sbraccia e litiga pure con la tribuna a fine partita. Lui è davvero uno di quelli che non molla mai e ci crede. Condottiero.

Salvi – 4. Ma giocava? Ectoplasma.

Murawski – 5,5. Non corre come prima. Non imposta come prima. Non pressa e rilancia come prima. Meglio prima.

(dal 46′ s.t. Fiordilino – s.v.)

Jajalo – 6,5. Si ammazza per 95 minuti e gioca un numero di palloni non quantificabile neppure da un appassionato di numeri come uno dei vostri cronitifosi (l’altro non ne sa una cippa). Negli ultimi due minuti non gli arriva più sangue al cervello e rischia di morire lui e pure di farci perdere e così morire anche noi. Miracolato.

Haas – 4,5. Ha ragione Benigni: gli svizzeri sono famosi solo per il formaggio, l’orologio a cucù e il cioccolato. Swatch.

HAAS, TRAUMA CRANICO. IL BOLLETTINO

(dal 19′ s.t. Chochev – s.v.)

Falletti – 7. Veramente commovente il suo impegno. Crossa, tackla, recupera, corre e rincorre, sputa e santia. Ma gli altri non lo seguono. Incompreso.

(dal 33′ s.t. Cannavò s.v.),

Trajkovski – 5,5. Trotterella senza meta e ogni tanto incontra per caso il pallone. Fornisce a Puscas una bella palla ma è l’unica cosa che fa. Svogliato.

Puscas – 5. Sbaglia troppo e si sbatte senza risultato. Peccato per quelle due occasioni che avrebbe potuto concretizzare perché gli avremmo dato 10. Ammuina.

Stellone – 6. I giocatori sono contati, la società è un casino, fa freddo, diluvia e allo stadio ormai sono più gli stewards che gli spettatori. Ciò nonostante, tutto sommato, la squadra ci ha provato per quasi novanta minuti. Il momento è difficile e lui non perde la testa. Lucido.

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6 thoughts on “Piove, governo ladro, e si è ristretta la porta. Le pagelle ironiche di Amenta e Ferrara

  1. Falletti ha sbagliato un gol clamoroso e non e’ la prima volta….la partita sarebbe cambiata…..Jajalo fa troppi errori e rallenta troppo il gioco ma soprattutto non e’ concreto soprattutto quando anziché passare la palla all’attaccante fa tiri improbabili

  2. vidimac
    Puscas è forte, è scuola Inter, ha qualità e possenza. Certo se gioca isolato in attacco , se non gli arriva un cross decente da Rispoli e Salvi e se la sua spalla è Cannavò, non ha molte chance. Nonostante tutto, ha avuto belle occasioni, ma ha trovato portiere e difensore avversari che hanno giocato la migliore partita della loro vita

  3. carmelo ippolito,
    non c’erano attaccanti in panchina. ti è chiaro il concetto? Almeno chocev è un centrocampista: Chi avrebbe dovuto fare entrare? un difensore?

  4. mic
    Jajalo è l’ultimo a mollare ed è sempre uno dei migliori.
    Fossero tutti come lui i giocatori.
    Falletti ha qualità e classe. Ha sbagliato un gol facile, ma ha costruito anche belle azioni. Lui e Trajkovski hanno qualità da vendere.

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