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Pomini santo subito, Ninuzzo fa il giapponese. Le pagelle ironiche di Amenta e Ferrara

pagelle ironiche amenta e ferrara

C’è quello che vaga cercando l’entrata della curva sud dal lato della gradinata. C’è quello che ricorda l’ultima volta che è stato allo stadio (presidente Giovanni Ferrara o giù di lì) e rievoca il congiunto che è morto poco prima della serie A. C’e quello che si stupisce perché ai controlli gli sequestrano un accendino grande quanto un cero pasquale perché l’ultima volta che è venuto si poteva entrare pure coi mitra. E poi ci siamo noi, silenziosi e attoniti in mezzo alla fiera dell’occasionale, in preda ad una tensione che ci ha divorato vivi fino ai tornelli e non ne vuole sapere di smettere di tormentarci.

LE PAGELLE DI GUIDO MONASTRA

Stellone schiera Gnahoré e lascia in panchina Nestorosvki preferendogli il bomber di casa Ninuzzo e schierando Coronado al posto di Moreo. Passano solo cinque minuti e il Palermo segna! Rispoli tira di sinistro una palla moscia come una mappina bagnata e la palla arriva a Trajkovski che tira, piglia il portiere in pieno, fa carambola su Domizzi che batte il portiere e ci regala il vantaggio. Il Venezia prova a raddrizzarla subito e all’11′ Pomini compie un miracolo su una mezza rovesciata ravvicinata. Sarà l’inizio di una serata strepitosa per l’estremo rosanero. È un Palermo padrone del campo e del gioco ma ci prova solo con qualche tiro da fuori di Trajkovski, Rispoli e La Gumina che non inquadrano mai la porta. Comunque si arriva alla fine del primo tempo sereni come un ansioso che è appena uscito dalla seduta di psicoterapia.


STELLONE: “COMPLIMENTI AI RAGAZZI”

Nel secondo tempo il Venezia sembra entrare un po’ più deciso e al 2’ tocca di nuovo a Pomini vestire i panni del santo e compiere un nuovo miracolo su colpo di testa. Pomini si ripete anche di piede e i vostri cronitifosi scrivono al Vaticano per l’avvio del processo di canonizzazione. Si arriva al 25′ con il Palermo che pare avere rinunciato a giocare e lascia campo al Venezia che al 26′ impegna ancora Pomini in tuffo. Il caldo ha intorpidito Stellone che non fa cambi fino al 30’ quando entra Rolando per Trajkovski. La partita diventa meno interessante dei tafferugli in curva sud con il pubblico che segue rapito le gesta dei celerini che buttano fuori i cinque tifosi veneziani che erano riusciti a portare dentro un missile nord coreano. Il Palermo non sembra comunque in grado di reagire ma ci pensa il Venezia a dargli una mano quando Pinato falcia da dietro Jajalo e lascia in 10 i compagni.

TAFFERUGLI IN CURVA, ALLONTANATI I TIFOSI DEL VENEZIA 

La partita in pratica finisce qui ma c’è ancora il tempo per vedere La Gumina che si procura un rigore un po’ generoso e poi lo sbaglia tirando sopra il portiere dopo una rincorsa di tre centimetri. Il Palermo vince e passa in finale. Chiude tutto nel primo tempo e si riposa nel secondo rischiando un po’ troppo e dovendo ringraziare Pomini. Massimo risultato con il minimo sforzo e a noi va bene così perché ci sono ancora due partite. Usciamo dallo stadio felici e ci buttiamo sul divano a vedere Cittadella – Frosinone. La qualità del gioco e il ritmo partita ci fanno rivalutare anche il secondo tempo del pomeriggio. Passa il Frosinone e nella finale non avremo il vantaggio della migliore posizione in classifica. Si gioca mercoledì e dobbiamo vincere assolutamente. Entriamo in ansia e non crediamo che ne usciremo più! Forza Palermo!

POMINI: “LO STADIO PIENO E’ GRATIFICANTE”

Pomini 10: Abbiamo perso il conto delle volte che ha salvato la sua porta, la finale e le nostre coronarie ormai corrose da troppe partite, troppe emozioni, troppe delusioni. The wall

Rispoli 6: Già Stellone aveva deciso di non farlo “scendere” più in attacco, figurarsi dopo il gol del vantaggio rosa in avvio di gara. Pitruniato.

Bellusci 7: Comanda la difesa con l’abilità e la destrezza di un Mujahidin in battaglia contro l’intero esercito sovietico. Guerriero.

Rajkovic 8: Fa valere tutta la sua possenza su ogni contrasto e con Bellusci a fianco costituisce una coppia di buttafuori degna di un rave party. Roccia.

INZAGHI: “COMPLIMENTI AL PALERMO”

Aleesami 6,5: Finalmente una prestazione da incorniciare per il laterale norvegese da noi tanto vituperato. Chiude bene sulla sua zona, qualche intervento risulta pure decisivo e, incredibilmente, azzecca alcuni cross al termine di qualche buona iniziativa offensiva. L’amico ritrovato.

Gnahoré 6: Come ormai sapete quando vinciamo non diamo mai insufficienze e figurarsi quando la vittoria vale la finale dei play off. Solo per questo il peggiore in campo tra i rosa non si becca un 4 in pagella per il modo con cui approccia la gara ed alcuni errori che sarebbero potuti costare carissimi. Irritante. 

Jajalo 6,5: Prende per mano la squadra nei momenti di difficoltà con la sua intelligenza tattica e la sua esperienza pur senza fare grandi giocate. Bene primario. 

Murawski 7,5: Il numero di palloni che recupera, di contrasti che vince e di chilometri che percorre è semplicemente impressionante. Esce stremato. Mignatta. 

DATE E REGOLAMENTO DELLE FINALI PLAYOFF

(dal 35′ s.t. Fiordilino) s.v.: 

Coronado 6,5: Qualche timido segnale di ripresa, con alcune giocate positive e un paio di accelerazioni come ad inizio stagione. In un modo o nell’altro ha qualche vago merito sull’autogol dei veneti e per incoraggiarlo gli diamo mezzo punto in più. In riabilitazione. 

Trajkovski 6: Un ottimo primo tempo, una ripresa evanescente per l’ultimo dei macedoni rimasto in campo. Quando parte palla al piede sembra che debba sempre segnare dopo avere dribblato tutti gli avversari, ma poi non succede mai. Coitus interruptus.

(dal 29′ s.t. Rolando) s.v.: 

La Gumina 6,5: Si batte come l’ultimo dei giapponesi rimasto solo nella giungla alla fine della guerra. Perché veramente isolato e disperato vaga su tutto il fronte d’attacco rosa per tutta la partita. Siccome palle buone non gliene arrivano mai, decide di procurarsi un rigore che poi sbaglia malamente. Per fortuna in maniera ininfluente. Nino-San.

Stellone 7: Azzecca la formazione iniziale e tutte le mosse, dimostrando che comanda lui e non vuole sentire né lamentele né mugugni né rumors di clan di spogliatoio. Siccome vince, ed è pure fortunato perché la partita si mette subito come conviene al Palermo, ci sembra che non ci siano dubbi su chi abbia ragione. Bounty.

PALERMO – VENEZIA, GLI HIGHLIGHTS

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