Quaison: “Futuro? Per ora esiste solo il Palermo, con Corini sono rinato”
Il Palermo a -7 dalla zona salvezza, obiettivo che ora sembra più difficile. Ma Robin Quaison ci crede ancora fermamente: “Certo che ci crediamo – ribadisce lo svedese a Il Corriere dello Sport – , non è tempo di vacanze, bisogna mettercela tutta anche se i risultati sono stati altalenanti. Non trascurerei un particolare: abbiamo giocato sempre bene, è mancata un po’ di attenzione nelle fasi cruciali. Serve più concentrazione, soprattutto nei minuti finali. E’ per questo che alcuni punti ci sono sfuggiti“. Il suo rapporto con Corini, che dopo un colloquio ha deciso di rimanere: “E’ un allenatore tranquillo. Da ex capitano e arricchito da una lunga carriera conosce le necessità di una squadra. Stiamo bene con lui, c’è feeling. E anch’io, personalmente, ho trovato subito le risposte per rinascere. Il ruolo? Per me non è una novità, preferisco giocare da trequartista, la posizione che Corini mi ha ritagliato. Alle spalle restano solo l’applicazione, la volontà ed essere in sintonia con il tecnico“.
Un contratto in scadenza ed ancora nessuna trattativa per il rinnovo, Quaison fa il punto sul suo futuro e dichiara amore, per ora, ai rosanero: “Sarò sincero, per ora esiste solo il Palermo. Ma come si può pensare al futuro se c’è un presente da vivere con intensità? La Premier League? Mi affascina. E mi fa piacere che si parli in maniera positiva del sottoscritto. Ma prima viene la salvezza, il nostro obiettivo. Come vincere uno scudetto“. Ora la sfida al Sassuolo: “Voglio vincere, a prescindere dalla stima che possano avere nei miei confronti, da chi segna, da chi fa l’assist, da chi gioca bene o male. Ripeto: mi interessano solo i tre punti. Il ritorno al gol di Nestorovski? Credete veramente che in questo momento sia importante se Ilija ritrova il gol o se Quaison prende la scena? Non si va in campo o per la classifica o per l’allenatore – continua – . Siamo un’unica cosa, una squadra, con gli stessi interessi”.
In settimana un nuovo arrivo in casa Palermo, ecco lo svedese Stefan Silva: “Lo conosco da tempo – dice Quaison a proposito del connazionale -, è un amico. Cerco di aiutarlo in tutto, dal campo alla vita. E spero che sia abitui al più presto. Ha talento, un ottimo piede, è trequartista e punta, numero nove come quello che ha scelto e dieci come i fantasisti. Non ho mai giocato insieme a lui ma a Stoccolma eravamo vicini come lo sono i ragazzi che nascono in periferia, da famiglie di emigranti e hanno voglia di scalare i gradini del successo“. Momento difficile per Hiljemark, vicino all’addio: “E’ una domanda per Oscar. Da amico, accetto qualsiasi decisione, Resta? Va via? Non so, l’amicizia non guarda queste cose“.
L’esperienza a Palermo di Quaison ha attraversato vari stravolgimenti: “Di Palermo e del Palermo posso solo parlare bene. Mi piace come città , mi piacciono i tifosi. Mi piace la società. Certo, è innegabile che stiamo attraversando giorni difficili ma il calcio è questo. Veloce e dinamico nelle sue conquiste e nelle sue delusioni. Zamparini è il nostro presidente, ha una grande passione per il calcio, come tutti qui. I miei due anni e mezzo a Palermo, fino ad ora, sono stati perfetti, risultati a parte“. E ricorda il gol a Genova battendosi il pungo al petto: “Tanta gioia. Ero felice perché avevo segnato e pareggiato in un momento delicato della mia carriera e della partita, visto che il primo tempo stava per finire“.
Da incognita a protagonista, la trasformazione di Quaison: “Il calcio è così, se giochi bene ti applaudono e ti fanno i complimenti, altrimenti ti fischiano e dicono che sei scarso. Non ho mai mollato, ho sempre creduto in me stesso sapendo cosa fare sia come calciatore che come uomo, pronto a prendermi le bocciature e felice di riscuotere consensi. Senza illusioni o depressioni“. Sogno Mondiale? Quaison dice la sua: “Non mi sono mai posto questa domanda anche perché da qui al 2018 passa una vita. Intanto, debbo continuare da titolare, fare bene, col Palermo o con la Svezia, giocare e dare il meglio. L’unico modo per aprire tutte le porte. Mesi fa le prospettive potevano sembrare diverse“.