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Ranieri elogia Conte: “Orgoglioso di avergli passato il testimone”

Per il secondo anno di fila la Premier League parla italiano. Ieri Antonio Conte ha vinto il campionato al primo anno sulla panchina del Chelsea, battendo per 1-0 il West Bromwich Albion. Conte ha raccolto il testimone lasciato da Claudio Ranieri, vincitore l’anno scorso con la sorpresa Leicester.

“Sono orgoglioso di passare il testimone della Premier ad Antonio Conte: da italiano a italiano, un altro riconoscimento alla nostra scuola – scrive Ranieri per La Gazzetta dello Sport – Dopo la favola del mio Leicester, questa splendida avventura del Chelsea: non era facile fare centro al primo colpo e invece Conte ha superato con il massimo dei voti l’esame del debutto nel calcio inglese”.

FOTO – I COMPLIMENTI SOCIAL PER CONTE ED IL CHELSEA


Ranieri analizza i momenti chiave della stagione del Chelsea ed i meriti che ha avuto Conte nella rinascita di questo Chelsea, raccolto dalle macerie dello scorso anno: “Il primo merito di Conte è stato quello di rivitalizzare una squadra decima in campionato la scorsa stagione. Giocatori come Hazard e Diego Costa sono rifioriti. Quando un manager riesce a rimotivare i calciatori, significa che ha usato gli argomenti giusti per convincerli. Il secondo passaggio importante è stato trovare il modulo giusto. Il quarto elemento chiave è stato la visione di alcuni calciatori. Pedro è il Mandzukic del Chelsea: lo spagnolo corre tantissimo per aiutare la squadra”.

“Il quinto passaggio del lavoro di Antonio è un omaggio dovuto a un calciatore fondamentale per il trionfo del mio Leicester: N’Golo Kanté  -prosegue Ranieri – Lo soprannominai “motorino”. Kanté è stato il motorino del Leicester e ora del Chelsea: non mi pare un caso che sia riuscito a vincere due titoli di fila”.

Ranieri chiude con un omaggio al calcio italiano, un successo che vale per l’intero movimento: “Io penso che il nostro calcio debba essere orgoglioso di questo successo. La scuola italiana, ancora una volta, ha ribadito di essere una delle migliori al mondo. Le esperienze all’estero rappresentano un arricchimento: aprono la mente e allargano gli orizzonti. Ma la base resta quella: la nostra cultura calcistica”.

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