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Repubblica – L’identikit di Antonio Ponte, il presidente a caccia di soldi

Il 26 ottobre, Antonio Ponte sarà nominato presidente del Palermo. Il finanziere di Zurigo, proprietario del fondo Raifin, fondo che si occupa principalmente di finanza aziendale, relazioni con gli investitori, consulenza strategica per le imprese e gestione delle risorse, sta lavorando a un piano per la ristrutturazione dei conti del club – si legge su “La Repubblica” – e sta seguendo il passaggio della proprietà del Palermo a investitori stranieri.

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Non sarà proprio un nuovo proprietario quindi Antonio Ponte, napoletano classe 1951, emigrato in Svizzera a dodici anni, cresciuto facendo l’imprenditore prima di intraprendere la carriera bancaria e muovendo i primi passi nel 1969 nella sede svizzera dell’americana Citibank.


Quella con il Palermo sarebbe la sua terza esperienza nel mondo del calcio dopo Siena e Carrarese in Italia e prima ancora al Grasshopper quando faceva il manager del fratello Raimondo, numero 10 e bandiera della squadra.

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Ponte è stato azionista del Siena dal 1999 al 2001, ha acquistato la Carrarese quando militava in C1, affidando la panchina al fratello Raimondo e lasciando il club insieme a lui dopo la retrocessione in C2. É poi tornato a Siena, da proprietario, dopo il fallimento della società nel 2014, riportando i toscani tra i professionisti, ma cedendo subito dopo il club sul quale rischiavano di addensarsi nuovamente nuvoloni neri di crisi economica.

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L’uscita di Ponte dal Siena è stata burrascosa: i giornali toscani raccontano di una guerra fra Ponte e Anna Durio, l’imprenditrice che ha acquistato il club toscano, finita a colpi di esposti e denunce. Il ruolo che avrà a Palermo sarà quello di rendere appetibile il club, cercando di ottimizzare le risorse di un bilancio che rischia di tornare in rosso, dopo le recenti chiusure con il segno positivo, e facilitare il passaggio di proprietà.

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4 thoughts on “Repubblica – L’identikit di Antonio Ponte, il presidente a caccia di soldi

  1. …compriamo il Palermo noi Palermitani,facciamo come il Barcellona. Siamo più di un milione di abitanti con la Provincia pochi euro a testa e facciamo un azionariato da fare invia. FORZA Palermo Sempre.

    1. Penso ch sia la situazione ottomale……per una città “normale” appunto come Barcellona o Madrid; noi però non siamo ne Barcellona ne Madrid in quanto a noi manca quella che si chiama dignità di popolo dignità che ci han fatto perdere; si, messo nero su bianco, potremmo istituire un fondo d’investimenti finalizzato ad acquisire la principale della quota azionaria o totale della nostra squadra; anche con tanto di dividendi; noi però non siamo abituati a rischiare in quanto, diciamocelo,. vogliamo la classica pappa in bocca senza rischiare nulla e quando si propone qualcosa di simile, da ipocriti quali siamo, la buttiamo sul disfattismo. Procazione la mia? No obiettività.

  2. Ma se il bilancio fa schifo, ma come fa ad essere appetibile. Non credo che quello che che potrebbe attirare un investitore sia il bilancio, ma la piazza che ha molte potenzialità se va via Zamparini. Ma se questo personalmente non vuole metterci un euro come fa a convincere gli altri. Diciamom chiaramente che sarà il solito Presidente a tempo determinato in attesa che Zamparini definisca le sue vicende giudiziare. Lui non ha alcuna intenzione di vendere il Palermo che gli consente a quanto si dice di guadagnarci e stornare al suo patrimonio personale una ventina di milioni per stagione.

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