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Repubblica – “Migranti in campo per l’integrazione: le dichiarazioni”

Allo stadio Renzo Barbera un evento dal forte sapore sociale. Si sono tenute ieri infatti le finali regionali del torneo Refugee Teams: manifestazione organizzata dal settore scolastico della Figc insieme al Palermo, l’Uefa, il Ministero dell’Interno e i centri Sai. Repubblica oggi ha raccolto le dichiarazioni dei protagonisti.

“Sono in Italia da un anno e cinque mesi – le parole di Mohamed, ospite del centro I Girasoli – sono arrivato dalla Somalia e spero di riuscire ad aiutare i miei che sono rimasti a casa. I nostri avversari sono più forti di noi, potremmo giocare a cricket visto che nel nostro centro ci sono tanti ragazzi del Bangladesh, ma giocare a calcio ci aiuta a stare insieme non solo fra di noi, ma anche con i ragazzi delle altre squadre”.

“Sono felice – dice Farhan Hassan Hamed – in Somalia giocavo per strada, ma la gioia di oggi non cancella la vita difficile che ho lasciato a casa. C’è la guerra, ci sono tanti problemi, la vita è difficilissima e non c’è spazio per il pallone. Vorrei diventare un grande calciatore, come Ibrahimovic, se solo riuscissi ad avere l’occasione giusta. Oggi c’è il rischio di essere espulsi, sono in attesa del colloquio con la commissione (territoriale per il diritto di asilo, ndr) e se non trovo lavoro potrei essere rimpatriato”.


Anche il presidente Mirri ha voluto rivolgere delle parole agli atleti durante la premiazione: “Nella vita avete sofferto pene che chi è nato a Palermo non ha vissuto avete il sogno di diventare calciatori e sappiate che c’è un ragazzo come voi che ha realizzato il suo: gioca con il Palermo e si chiama Bubacarr Marong. Abbiate dei sogni e restate uniti: se si sogna da soli quello resta solo un sogno, se si sogna insieme è la realtà che inizia a realizzarsi”.

PALERMO; REFUGEES TEAMS: IL PROGETTO

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