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Repubblica – “Una vita da bomber: addio a Troja, mito delle curve”

La leggenda. Il goleador per eccellenza, il bomber palermitano che ha segnato di più con la maglia rosanero, autore di prodezze impossibili, da fuori area di testa, in tuffo e in acrobazia, il protagonista della vittoria sul Cagliari da scudetto con il meraviglioso volo d’angelo (i sardi quell’anno avrebbero perso solo due partite, una con il Palermo, l’altra con l’Inter) non è più tra noi”.

Scrive così Salvatore Geraci, che sulle pagine di Repubblica ricorda Tanino Troja, storico bomber del Palermo che è venuto a mancare nella giornata del 19 giugno. Cinque mesi di supplizio tra problemi di diabete, al cuore e setticemia e, infine, l’ultimo e inutile intervento chirurgico per restituirgli luce e respiro.

Troja dopo un breve risveglio, si è addormentato per sempre passando dal reparto di terapia intensiva alla camera mortuaria. La moglie Rosi e il fratello Santino, sempre al suo capezzale, in un estremo e disperato tentativo, avevano autorizzato i medici del Civico ad amputagli una di quelle gambe che gli avevano consentito di realizzare i gol della sua favola. Un’illusione perché Tanino ha smesso di lottare.


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