Foschi: “Esultavo come Bresciano, De Zerbi…” – VIDEO
Sembrano passati secoli da quell’estate piena di dubbi. Un allenatore in bilico, un direttore sportivo ai saluti e un mercato incompleto, per un Palermo che non dava certezze a nessuno. Oggi le incognite si sono trasformate in punti di forza e i rosa vanno avanti nella marcia verso la salvezza, ma la strada non è certo in discesa. C’è una classifica che non sorride e ci sono toppe da mettere sul bilancio. Zamparini ha apertamente parlato di un rosso da quindici milioni e il pensiero va a quanti soldi potevano entrare nelle casse quest’estate. Lo sa bene Rino Foschi, che ha portato a casa la cessione più remunerativa dell’anno, ma che potrebbe non essere bastata per mettere in equilibrio i conti: “Penso che si potesse far qualcosa in più e dovevo farlo – ha ammesso l’ex d.s. rosanero a stadionews24 – ma mi sono fermato per motivi seri, senza polemica. Sicuramente il mio compito era un altro, altri dieci o quindici milioni dovevo portarli a casa e se oggi Zamparini dice cose del genere è solo per dare un segnale. Dice la verità, senza vergognarsi. È da ammirare per questo. Sono comunque orgoglioso della cessione di Vazquez al Siviglia e quindici milioni non sono pochi, anche se qualcuno voleva venderlo a diciotto o venti“.
VIDEO – L’INTERVISTA DI FOSCHI A STADIONEWS24
Quel Palermo che Foschi non è riuscito a costruire secondo le sue idee è già stato rivoluzionato. A partire dalla guida tecnica, con un allenatore giovane come De Zerbi. Un allenatore sul quale aleggia un particolare retroscena: “Quello di De Zerbi è stato il primo nome fatto a Zamparini quando sono tornato – svela Foschi -. Sapete bene che Ballardini rischiava e c’erano tante chiacchiere. Ora non voglio dire che De Zerbi l’abbia preso io, ma quello è il primo nome che ho fatto al presidente“. Una stima nata grazie al lavoro svolto dal tecnico a Foggia e proseguito in Sicilia: “Vedo il Palermo in forte crescita. So come lavora e penso che Zamparini abbia pescato il miglior giovane tra i tecnici. Sia chiaro, per me l’allenatore è il 70% della squadra. Può venir fuori un bel discorso con lui, al di là del mercato. Se vengono i risultati, però, vedrete cosa può succedere con Zamparini. Ma poi Palermo è una città magica, vedo molto bene la crescita di questa squadra e sono molto positivo“. Tra i singoli, uno in particolare sta emergendo: “Nestorovski l’ho visto in nazionale e contro l’Atalanta. Lo paragonano a Inzaghi, ma io non faccio paragoni. Tutti in ritiro dicevano che fosse facile segnare nel campionato croato e invece sembra che per lui sia facile segnare anche qui in Italia...”.
C’è fiducia, dunque, per questo nuovo corso del Palermo. E chissà che a breve non ne nasca uno nuovo, con un altro proprietario. Zamparini tratta la cessione della società con una cordata cinese, ma Foschi è convinto che il club possa crescere ancora anche senza l’addio le patron: “Le trattative di Zamparini non so a che punto siano, ma so che sicuramente è innamorato di questa terra. Non può mollare come ho mollato io. Mi sembra che l’organico messo in mano a De Zerbi sia già superiore a qualche squadra in lotta per la salvezza e ha tutte le carte in regola per raggiungere l’obiettivo. Se poi Zamparini vende ai cinesi, può riprendere un discorso importante. Se non dovesse essere vera questa trattativa, tra la salvezza e il mercato Zamparini è sempre là, forte e combattivo. Nel calcio, però, non si rovina più nessuno ormai. Sono cambiati i tempi, ma io sono orgoglioso del mio lavoro con Zamparini“.
FOTO – FOSCHI NELLE 1000 IN A DEL PALERMO
Un lavoro enorme, tant’è che Foschi è ancora il recordman di permanenza a Palermo nel ruolo di direttore sportivo. Una figura fondamentale nell’epoca d’oro del club rosanero, che lunedì sera festeggerà le mille partite in Serie A. Una fetta di questo traguardo è anche del dirigente romagnolo, che non dimentica gli anni vissuti a rincorrere le big: “Ho fatto quattro anni di A, ho fatto l’Europa e sfiorato la Champions. C’ho anch’io una bella percentuale (ride, ndr)“. Tra queste mille partite, una rimane impressa nella sua memoria: “La partita che ricordo veramente tanto è la vittoria per 2-0 a San Siro col Milan. Venne Berlusconi a farci i complimenti e quando un personaggio del genere viene nel nostro spogliatoio non è cosa di tutti i giorni. Un gesto gratificante, una gioia che poi ho distribuito a tutti“. Un successo che mantenne il Palermo in scia verso la vetta della classifica, con un aneddoto speciale: “Segnò Bresciano ed esultò come al suo solito facendo la statua – conclude Foschi -. Mi emozionava ogni volta quel gesto, io lo ripetevo in casa con gli amici. Sono ricordi che mi fanno commuovere, i sei anni più belli della mia carriera“.