Ruggiero, parla il suo primo tecnico: “Un ragazzo con la cazzimma”
Gennaro Ruggiero è il “fenomeno” del momento a Palermo. Per lui esordio in Serie A con la maglia rosanero ad appena 17 anni, senza mai giocare una partita con la Primavera. Grinta e determinazione hanno portato lo “scugnizzo” napoletano a tagliare questo primo traguardo della sua giovane carriera. Qualità che non sono mai mancate a Ruggiero, neanche quando da piccolo giocava con la maglia della Mariano Keller, gloriosa fucina di talenti nel napoletano.
“Le caratteristiche che sono venute fuori si intravedevano già da piccolo, innanzitutto quelle caratteriali – racconta a Stadionews Gianluca Macone, tecnico di Ruggiero alla Mariano Keller – Ha grande personalità, accompagnava questo alla sua forza fisica. Le prospettive del ragazzo si vedevano già a quei tempi“.
Macone conosce bene Ruggiero ed hanno lavorato per tre anni insieme: pulcini, secondo anno giovanissimi e mini giovanissimi. “Noi spesso andavamo alla scontro perché lui ha un carattere forte – ammette Macone – Potevo permettergli di dirgli qualcosa perché lui reagiva sempre. Giocava in un gruppo di spessore. Lui non voleva mai perdere: l’ultimo anno che siamo stati insieme abbiamo perso nell’arco di una stagione solo la finale regionale dove segnò lui un gol di rapina: una punizione da poco dopo il centrocampo, l’arbitro non chiamò la barriera e lui sorprese il portiere“.
In poche parole Ruggiero si può riassumere con una parola sola: la cazzimma. Non solo testa, Macone racconta anche delle caratteristiche nascoste del ragazzo: “Secondo me lui ha un buon piede. Sa giocare sul corto e sul lungo. Lui fa del temperamento la sua forza, è un ragazzo che inoltre ha una buona proprietà tecnica. Può tranquillamente, in alcuni momenti della partita, impostare la palla: ha il lancio ed il calcio da fuori“.
FOTO – DALLA MARIANO KELLER AL PALERMO, LA STORIA DI RUGGIERO
Le doti di Ruggiero sono emerse quest’anno con gli allievi di Giuseppe Scurto, prima del passaggio in prima squadra, ma la scorsa stagione è stata difficile per il ragazzo: “Lui l’anno scorso ha avuto un anno particolare – racconta Macone – Giocava poco con gli Allievi e ne ha risentito, ma quest’anno ci sono stati dei segnali positivi. C’è tanto di merito suo perché quando si pone un obiettivo fa di tutto per raggiungerlo. Mi raccontava che spesso si va ad allenare da solo; ad agosto non si è mai fermato, prima di andare in ritiro si andava sempre ad allenare. Ha sempre avuto testa, per arrivare serve questo se non sei un fenomeno“.
Domenica con l’esordio in Serie A Ruggiero ha raccolto i primi frutti di quanto seminato finora, e Macone nel post partita lo ha sentito per congratularsi con lui: “Ieri (domenica, ndr) dopo la partita l’ho sentito, gli ho chiesto come stesse. Lui mi ha detto che era tranquillissimo, non era andato in ansia neanche quando Bortoluzzi gli ha detto che avrebbe giocato. Questo si è visto anche in campo e l’ho sentito da come me lo raccontava. Magari nei prossimi giorni metabolizzerà il tutto, ma è sceso in campo con tranquillità e la prestazione è stata positiva. L’ha vissuto in modo sereno perché si aspettava prima o poi che sarebbe arrivata questa chance“.
L’occasione è arrivata, adesso per Ruggiero inizia il bello: a 17 anni e con la cazzimma giusta può spiccare il volo.