Salernitana – Palermo, Dionisi in conferenza stampa / VIDEO

All’antivigilia della sfida con la Salernitana, Alessio Dionisi ha parlato in conferenza stampa dopo due settimane difficili. Il tecnico ha evitato polemiche, preferendo concentrarsi sul lavoro quotidiano e sull’impegno della squadra. Ha ribadito che le responsabilità per il momento negativo sono condivise tra allenatore, giocatori e società, mantenendo un atteggiamento sereno e determinato.
Dionisi ha riconosciuto i limiti mentali e la mancanza di equilibrio che hanno portato a subire gol nei finali di gara, ma ha elogiato l’intervento del dirigente Galassi, ‘uomo’ del City Group, che ha trasmesso un messaggio positivo al gruppo. Sulla Salernitana ha ricordato che, nonostante la classifica, resta un avversario temibile, soprattutto in casa, e servirà una mentalità difensiva più solida.
Quanto alla formazione, il tecnico ha segnalato l’assenza di Verre e Di Francesco, mentre Di Mariano è recuperato. Ha escluso problemi di condizione atletica, attribuendo crampi e cali di rendimento alla componente mentale. Ha infine invitato la squadra ad affrontare le gare con più leggerezza e fiducia, ricordando che la sfida contro la Salernitana è importante ma non decisiva, e che la priorità resta sempre la crescita continua del gruppo.
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Poverini questi giocatori miliardari che hanno i crampi prima della fine della partita. Cuccioli. Quando ero piccolo io, ed era il calcio più bello, anni ’80 e primi anni ’90 c’erano giocatori che, ogni tanto, accusavano crampi, e perfino raramente, solo dopo 115 minuti di gioco durante i supplementari di qualche partita speciale, giocati con ritmi intensi, magari durante un mondiale di calcio o una finale di coppa (le coppe quelle vere, non le porcate di oggi) che è cosa ben diversa, anche sotto il profilo psichico, rispetto una partita di campionato di serie B. Lì, penso, i crampi ci potessero stare. Mi direte voi, era un calcio diverso. No, era gente che comunque faceva il mestiere di calciatore per passione e dava spesso l’ anima in campo “sforzando” davvero il fisico. Allora non esistevano integratori particolari, medicine risolutive e miracolose (la cosa che cominciò a impressionarmi inizio dal ’94 con il recupero di Baresi ai mondiali dopo l’infortunio, operato e tornato in campo poco dopo 3 settimane; infatti da lì in poi si parlò soprattutto di calciatori dopati e “bummiati” e di interventi risolutivi di infortuni che prima avrebbero tenuto giocatori fuori per tanto tempo). Questi qui, in palestra con la tutina mentre mostrano i loro tatuaggi così carini, con tutti gli integratori possibili, che giochicchiano, anzi danzano, in campo hanno tutti i malanni del secolo. Come sostengo sempre io, bisognerebbe pagarli a prestazione, secondo il giudizio di qualche persona imparziale. Così vedremmo 11 leoncini in campo, anziché 11 ballerinette viziate. Dionisi avrà le sue colpe, è davvero scarso come allenatore, almeno secondo il mio giudizio e quello di altri, ma la responsabilità maggiore è di chi scende in campo. State tranquilli che se ogni partita i nostri bambinetti avessero sputato il sangue in campo, a quest’ ora, avremmo almeno 20 punti in più. E invece c’ è la scusa dell’allenatore scarso, della sostituzione sbagliata, dei crampi durante la partita, della pressione della piazza e, adesso, perfino del calendario che non aiuta. Io li manderei a spazzare letame nelle stalle per 5 euro al dì.